Comunicato Stampa

Abuso di farmaci antibiotici: in Italia record negativo

Il Dott. Daniele Visigalli spiega i rischi legati a un consumo errato di antibiotici

Abuso di farmaci antibiotici: in Italia record negativo
Pubblicato:
Aggiornato:

In Europa l’Italia detiene il poco invidiabile record di Paese che consuma la maggior quantità di farmaci antibiotici ad ampio spettro. Gli antibiotici sono tra i farmaci più importanti al mondo ed è fondamentale preservarne l’efficacia per garantire la salute delle persone. Il problema nasce nel momento in cui vengono prescritti per patologie virali o batteriche autolimitanti: in questi casi, anziché agevolare la guarigione del paziente, la loro assunzione non fa altro che incrementare lo sviluppo di batteri resistenti che riducono l’efficacia dei medicinali. Si stima che ogni giorno in Italia, a causa dell’antibiotico-resistenza, muoiano circa 220 persone.

Abbiamo chiesto al Dott. Daniele Visigalli, titolare delle Farmacie Visigalli, un parere in merito alla situazione che vede il nostro Paese tra i meno attenti all’abuso di farmaci antibiotici.

«L’Osservatorio Nazionale sull’Impiego dei Medicinali (OsMed) di AIFA ha condiviso un rapporto che mette in evidenza come, nonostante un leggero miglioramento del 3,3% rispetto l’anno precedente, in Italia il consumo di farmaci antibiotici sia ancora troppo alto rispetto alla media europea. La maggior parte delle prescrizioni riguarda la popolazione anziana e quella pediatrica. Lo studia sottolinea come, nell’ultimo anno, almeno 3 cittadini su 10 in Italia abbiano ricevuto una prescrizione di antibiotici».

Perché questa situazione è potenzialmente pericolosa?

«Si tratta di una situazione preoccupante perché i dati relativi all’incremento dell’antibiotico-resistenza rappresentano una seria minaccia all’efficacia dei medicinali antibiotici a largo spettro. L’Italia non è solo il Paese in cui si rileva il maggior consumo di antibiotici, ma anche quello con il tasso di resistenza più alto a livello europeo».

Come si può intervenire per invertire la tendenza?

«Il primo intervento immediato potrebbe essere, a livello di cure primarie, l’utilizzo di test PCR rapidi che possono orientare verso una prescrizione più appropriata. Il ricorso eccessivo agli antibiotici, in Italia, è prevalente tra i bambini piccoli (tra i 2 e i 6 anni), anche se può portare a conseguenze negative per la salute. L’aspetto che ritengo fondamentale è la sensibilizzazione delle famiglie a un uso più appropriato di questi farmaci. I genitori dovrebbero evitare di ricorrere automaticamente agli antibiotici appena il bambino manifesta qualche linea di febbre».

Anche i farmacisti possono avere un ruolo importante in questa situazione delicata?

«Direi proprio di sì. Il personale delle nostre farmacie, quando i pazienti chiedono un consulto, scoraggia sempre l’utilizzo immediato dei farmaci antibiotici. Bisogna però lavorare per creare una maggiore consapevolezza in merito a questo argomento. È una strada ancora lunga e tortuosa: sarebbe utile creare una maggiore sinergia e collaborazione tra medici di base, infermieri e farmacisti per monitorare i comportamenti scorretti e disincentivare l’utilizzo errato di medicinali».

Seguici sui nostri canali