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Addio penna rossa: gli insegnanti la abbandonano e usano altri sistemi per le correzioni

Addio penna rossa: gli insegnanti la abbandonano e usano altri sistemi per le correzioni
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Secondo le più recenti ricerche sul tema, dalla scuola primaria in poi, i docenti dovrebbero lasciar perdere la classica penna rossa in favore di altri metodi per effettuare le correzioni di quaderni, compiti, verifiche, prove, esami.

Perché la penna rossa va in pensione

Nella dotazione standard di un qualsiasi insegnante, non possono mai mancare penne per scrivere e correttori per correggere ma, secondo molti pedagogisti, è arrivato il momento di riporre una volta per tutte la penna rossa. I segni rossi su compiti e prove in classe possono essere visti come una svalutazione del lavoro del bambino, provocando sensi di colpa e insicurezza. Più correzioni in rosso equivalgono a ferire maggiormente l'autostima.

Il rosso dice allo scolaro che non solo ha sbagliato, ma che lui stesso è sbagliato. Lo fanno sentire inferiore, inadeguato, non all'altezza. Il rosso è sicuramente un colore che richiama l'attenzione e quindi prescelto per segnare gli errori sebbene abbia un carattere intimidatorio e ostile che pesa sulla già fragile psiche di bambini e ragazzi.

Come correggere compiti e verifiche senza la penna rossa

Dopo aver capito come mai il tempo della penna rossa stia per finire, sorge spontanea la domanda di come possano fare gli insegnanti a gestire le correzioni. La soluzione è far ricorso alla penna verde, colore della speranza oltre che dell’autocontrollo e della perseveranza. Infatti, è un colore diverso dal blu e nero che solitamente si usano per scrivere e, soprattutto, non è rosso!

Per incentivare la collaborazione e lo spirito autocritico, le nuove disposizioni prevedono di mettere un piccolo puntino verde sul rigo dove è presente l'errore, senza segnalarlo con una riga rossa minacciosa. È poi compito dello studente ricercare la svista nella frase e porvi rimedio in autonomia.

Assieme alla penna verde, l'insegnante, tanto quanto lo studente, deve per forza avere nel suo astuccio altri strumenti utili per la correzione. Se la gomma è essenziale quando si scrive con la matita, per correggere gli errori con la penna biro, roller o gel, si fa ricorso al cancellino. Che sia a nastro, a penna o con flacone, il correttore permette di cancellare l’inesattezza e ripartire da capo.

Come formulare il giudizio per le prove scritte

Per concludere il tema della correzione 2.0, è altrettanto importante formulare un giudizio finale articolato e incoraggiante, ponendo l'attenzione sugli aspetti positivi del lavoro più che sugli errori. Va premiato l’impegno dello studente affinché continui a dare del suo meglio. Il giudizio deve riconoscere ciò che di buono è stato fatto, a prescindere dal numero degli sbagli.

Altri aspetti positivi da valutare possono riguardare: dedizione, attenzione, ordine, vocabolario. Anche la disposizione degli elementi nel giudizio conta; infatti, prima si pone l'accento sulle mancanze e poi finire evidenziando gli aspetti positivi proprio per non lasciare l’amaro in bocca.

Per tutte queste ragioni, si sta anche abbandonando il voto numerico che troppo spesso i ragazzi prendono come un giudizio sulla propria persona, in favore di questo nuovo metodo per le valutazioni.

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