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Epatite C, a Bergamo lo screening e le terapie partono dal SerD

Epatite C, a Bergamo lo screening e le terapie partono dal SerD
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Eradicare l'Epatite C è l'obiettivo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dato entro il 2030. Oggi i farmaci di nuova generazione consentono di trattare in modo efficace il virus. Ma prima di curare la malattia, è fondamentale potenziare le attività di screening e rilevare le infezioni da virus dell'epatite C ancora non diagnosticate. Anche nei soggetti che vivono in condizioni di maggior disagio e che sono i più predisposti alla contrazione dell’HCV. In questa direzione vanno gli sforzi del Ser.D (Servizio per le Dipendenze) di Bergamo, come spiega Marco Riglietta, Direttore della struttura complessa Dipendenze dell'ASST Papa Giovanni XXIII.

A Bergamo avete avviato il Progetto SOS (Screening on Ser.D) per l'eradicazione dell'epatite C: in cosa consiste?

"Si tratta di un programma di ricerca precoce del virus dell’epatite C ideato appositamente per le persone che consumano sostanze (droghe ed alcol). I pazienti afferenti ai Servizi per le Dipendenze (Ser.D), infatti, sono tra i più esposti all’acquisizione e alla diffusione di malattie infettive quali anche quella indotta dall’HCV, il virus dell’epatite C.
Il progetto SOS prevede quindi la possibilità di effettuare direttamente presso il SerD dei test rapidi per la rilevazione degli anticorpi da epatite C, la cui presenza indica che il paziente ha contratto il virus nel corso della sua vita. In caso di risposta positiva, viene effettuato subito anche il test di ricerca dell’antigene, per valutare se il paziente ha l’infezione in corso.
La portata innovativa di questo progetto è quella di permettere di avere risultati immediati: bastano circa 5 minuti per rilevare la presenza di anticorpi, circa un'ora per gli antigeni. In questo modo non è necessario dare nuovi appuntamenti al paziente, o chiedergli di recarsi altrove con il rischio che non si presenti: si può iniziare subito il trattamento e il percorso di cura. In caso di positività, la possibilità di intervenire tempestivamente con un trattamento farmacologico personalizzato, in grado di eliminare il virus, permette al paziente di guarire – completamente e in poco tempo – dall’infezione.
Il test consiste in una puntura sul polpastrello e nell'analisi di una goccia di sangue capillare, non è invasivo e anche questo facilita l'attività di screening."

Quali sono i risultati ad oggi ottenuti?

"Il progetto SOS è iniziato nel 2021, anche se in precedenza abbiamo sempre eseguito attività di screening relative a tutte le malattie sessualmente trasmissibili.

Nell'ambito del progetto SOS, nel 2021 abbiamo eseguito 305 prelievi (che si sono aggiunti ai circa 350 eseguiti tramite i canali tradizionali). 130 pazienti sono stati testati sugli anticorpi, 108 sugli antigeni: il 30% circa aveva l'infezione in corso.
Nel 2022 abbiamo testato circa 400 pazienti, di cui 122 sugli antigeni. Il 42% è risultato positivo con infezione HCV in corso.
I numeri mostrano quanto sia importante aumentare l’attività di screening: tutti i consumatori di sostanze dovrebbero essere testati annualmente, l'attività dovrebbe coinvolgere non solo i nuovi accessi ma anche i pazienti che sono già in carico al servizio del Ser.D.
Per il 2023 le attività di screening ripartiranno con i test forniti da Regione Lombardia."

Dalle persone HCV positive che avete diagnosticato, possiamo individuare una fascia di età maggiormente colpita o un target più a rischio?

"Non ci sono dati significativi relativi all'età dei pazienti. Il target più a rischio è rappresentato da chi fa uso di droghe, sia per via endovenosa sia usando altri strumenti per il consumo come, per esempio, le cannucce per inalazione, oltre che da chi ha rapporti sessuali a rischio."

Pensando alle persone non ancora in cura presso il Ser.D, quali sono le possibili soluzioni per accedere allo screening?

"Chiunque sia un consumatore di sostanze, droghe o alcol, può venire al SerD di Bergamo e chiedere di sottoporsi al test per HCV, a prescindere che sia o meno già in cura per una dipendenza.
Alla popolazione generale il test viene proposto in occasione di accertamenti medici o esami ambulatoriali."

Qual è l'importanza di questi screening, consentiranno di raggiungere l'eradicazione della malattia al 2030?

"Il programma di screening ha l'obiettivo di far emergere il sommerso, ovvero riconoscere tutte le persone che non sanno di essere malate e, di conseguenza, non sanno di essere a loro volta veicolo di trasmissione.
Si tratta, dunque, di un’azione concreta e di grande valenza sociale: la conoscenza precoce di eventuali positività, infatti, costituisce la premessa di una cura altrettanto tempestiva, utile ad evitare la progressione della infezione da HCV verso gravi patologie del fegato con un radicale miglioramento della qualità della aspettativa di vita futura e con un enorme impatto sulla salute pubblica perché riduce la trasmissione dell’infezione.
La strategia, per raggiungere l'obiettivo dell'eradicazione dell'epatite C, è quella di concentrare l’attenzione sulle popolazioni vulnerabili come detenuti, persone che fanno uso di sostanze, emarginati, persone che faticano ad accedere ai servizi, intercettandole attivamente senza aspettare che siano loro a recarsi ai laboratori di analisi."

Perché il Ser.D. di Bergamo può essere considerato un'eccellenza nella lotta all'epatite C?

"Grazie a politiche aziendali e regionali, negli ultimi anni presso il Ser.D. di Bergamo sono state messe in atto diverse iniziative per la lotta contro l’epatite C: dallo screening delle infezioni sessualmente trasmesse (IST) su tutta la popolazione afferente al servizio, allo screening HCV tramite point of care testing per la rilevazione di anticorpi (Ab) e RNA ai pazienti in terapia agonista, fino alla evoluzione del servizio in centro prescrittore diretto territoriale per DAAs. Ciò significa che anche i medici del Ser.D possono prescrivere le terapie accorciando così tempi e burocrazia, ma soprattutto riducendo il rischio di dispersione del paziente.
Nel 2022, infatti, il SerD. di Bergamo è diventato centro pre­scrittore diretto di DAAs, diventando a tutti gli effetti un centro primario di cura per HCV (dalla diagnosi alla tera­pia) ovviando alla necessità di inviare i pazienti presso un centro specializzato per la terapia e riducendo enorme­mente il rischio di dispersione dei pazienti risultati positivi."

Il dott. Marco Riglietta
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