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Infortuni sul lavoro, una strage costante che deve essere arginata

La cronaca fa riflettere e preoccupare, i dati diffusi da Inail ancora di più: secondo l’Ing. Matteo Vanoncini è necessaria la formazione per combattere questo fenomeno

Infortuni sul lavoro, una strage costante che deve essere arginata
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Gli infortuni sul lavoro rappresentano una strage costante: sono un argomento tristemente all’ordine del giorno, in grado di riempire le cronache di tantissimi comuni italiani. E la provincia di Bergamo non è purtroppo da meno. Come non citare la tragica scomparsa di un lavoratore di Calcinate, avvenuta soltanto una manciata di giorni fa? Oppure il grave infortunio verificatosi ad inizio maggio in un’autofficina di Ciserano? Possiamo continuare con il grave infortunio capitato ad un uomo in un cantiere di Bagnatica alla fine di marzo, oppure quello occorso ad un altro lavoratore a Nembro. E andando indietro nel tempo potremmo proseguire all’infinito, ricordandosi sempre che si tratta dei casi più gravi, con gli infortuni di minore entità che faticano a prendersi la ribalta delle cronache ma che possono avere comunque un impatto importante sulla vita di tutti i giorni.

Infortuni sul lavoro: i dati

Gli ultimi dati Inail riguardanti le denunce di infortunio sul lavoro presentate entro il mese di maggio parlano molto chiaro: sono state 245.857. Complessivamente sono in calo rispetto alle 323.806 dei primi cinque mesi del 2022 (-24,1%) ma in aumento se confrontate con le 219.262 del 2021 (+12,1%) e alle 207.472 del 2020 (+18,5%). Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Inail nei primi cinque mesi del 2023 sono state 358, 6 in meno rispetto alle 364 registrate nel periodo gennaio-maggio 2022, 76 in meno rispetto al 2021, 74 in meno rispetto al 2020 e 33 in meno rispetto al 2019. Che cosa se ne evince? Il problema degli infortuni sul lavoro rappresenta senza dubbio una strage silenziosa, che agisce quotidianamente e colpisce ogni classe di età, uomini e donne, esperti ed esordienti. E che deve essere arginata. Ma in che modo?

“Modificare l’approccio in tema sicurezza”

L’ingegner Matteo Vanoncini dello studio IngMV di Brivio, impegnato da anni nel tema della sicurezza sul lavoro e relativa formazione, tenta di rispondere alla domanda. “Credo che il primo passo sia modificare l’approccio in materia di sicurezza sul lavoro da parte di tutte le figure dell’azienda partendo dal datore per arrivare al singolo lavoratore. Questa non deve essere vista come un insieme di regole e normative da seguire, a volte complicate e difficili, ma come tutela di ogni lavoratore. Sono necessari interventi ad hoc su ogni singola realtà, partendo da una sua corretta analisi e dal presupposto che non è possibile fornire soluzioni standard che tutti possono adottare. Al centro delle attività lavorative va messa la sicurezza dei lavoratori con un approccio specifico sulle criticità aziendali e individuare le misure correttive da adottare”.

“Servono programmi formativi specifici per ogni lavoratore”

Dopo la fotografia dello stato dell’impresa, della documentazione, delle attrezzature, delle macchine, e aver compreso i rischi aziendali scatta il momento dell’operatività: “A questo punto serve elaborare un piano di miglioramento, capace di risolvere le criticità partendo da quelle più gravi e urgenti. È necessario predisporre procedure specifiche e sicure per i lavoratori e allo stesso tempo anche semplici da attuare. Così come creare programmi formativi specifici per ogni lavoratore, con una periodicità dei corsi idonea, senza guardare solo le scadenze dettate dalla normativa. Tutte le figure aziendali devono essere coinvolte nella sicurezza, la stessa deve diventare partecipata, non imposta dall’alto. È necessario affidarsi a tecnici qualificati che, conoscendo la normativa, prendono per mano l’azienda accompagnandola in un percorso di crescita nell’ambito della sicurezza”.

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