Lanap laser: cos’è e come funziona

Lanap laser: cos’è e come funziona
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Lanap è uno dei sistemi più diffusi e apprezzati per poter trattare la parodontite in maniera non solo molto rapida, ma anche con una buona dose di efficacia e, soprattutto, senza intervenire chirurgicamente. Ecco spiegato il motivo per cui si adotta di frequente tale tecnica per contrastare lo sviluppo dei batteri ed evitare un’operazione chirurgica. La parodontite è una patologia che porta spesso e volentieri allo sviluppo di infiammazioni non solo nei confronti delle gengive, provocando anche mal di testa e mal di denti.

Se non viene trattata in modo adeguato, ecco che tale patologia può diventare una vera e propria parodontite acuta, ovvero una tipologia di infiammazione del tutto particolare, che spesso e volentieri sfocia in una caduta dei denti. I trattamenti da sfruttare sono tra i più disparati, ma in ogni caso uno degli strumenti più efficaci è Lanap Laser, che rappresenta un’ottima alternativa rispetto a delle tecniche chirurgiche molto più invasive.

Quali sono i vantaggi di Lanap Laser

Si tratta dell’unico protocollo che è stato approvato da parte della FDA per quanto riguarda la cura della parodontite. Stiamo facendo riferimento ad un laser che presenta un gran numero di aspetti positivi: ad esempio comporta un fastidio minore per il paziente, visto che richiede una sola seduta e un tempo spesa sulla poltrona decisamente più limitato.

Tra gli altri vantaggi del Lanap Laser troviamo sicuramente anche il fatto di garantire un processo di guarigione molto più rapido. Come detto in precedenza, stiamo facendo riferimento a una procedura davvero poco invasiva, che offre al corpo l’opportunità per “auto-curarsi” in maniera decisamente rapida.

Quali sono le fasi principali del protocollo

La prima fase legata a questo particolare trattamento laser è sicuramente quella che prevede la misurazione della profondità delle tasche parodontali. Un’operazione che viene portata a termine mediante una sonda e che ha come scopo principale quello di dare un’indicazione più precisa in riferimento al livello di profondità e alla perdita di attacco che è intervenuta.

La seconda fase è rappresentata dall’attività di rimozione dei batteri che viene portata a termine da parte del laser. La luce laser pulsata viene impiegata con l’intento di eliminare il tessuto malato dalla tasca, andando a rimuovere al contempo anche tutti quei batteri che provocano in prima seduta la patologia gengivale. Visto che la luce laser non viene assorbita completamente da parte dell’acqua e nemmeno dall’osso, dalla radice oppure dal tessuto sano, ecco che tale intervento è poco invasivo e senz’altro meno fastidioso per il paziente.

La terza fase e quarta fase prevedono l’eliminazione del tartaro e lo sviluppo del coagulo. Il tartaro viene eliminato dalla superficie che sta alla base della radice dei denti. La presenza di inseriti di spessore veramente limitato che funzionano ad ultrasuoni consente proprio di svolgere in maniera efficace tale operazione. Il laser non andrà a togliere questi depositi tramite un’azione diretta, ma la sua attività consente di denaturare il tartaro, permettendo che venga rimosso con maggiore facilità tramite gli ultrasuoni.

La quarta fase è quella legata alla formazione del coagulo. Il laser, quindi, viene sfruttato un’altra volta direttamente sul fondo della tasca per poter garantire un adeguato stimolo al tessuto delle gengive, ma anche nei confronti dell’osso e della radice. Tutto questo porta semplicemente a un incremento nella densità del sangue, che assume una consistenza particolarmente vischiosa, andando sostanzialmente a sigillare i denti.

Infine, troviamo una fase legata alla compressione dei tessuti: questi ultimi, vengono compressi contro la superficie della radice dei denti e di tutte quelle suture che non servono. L’ultima fase è quella legata al bilanciamento occlusale: sarà compito del medico trovare un equilibrio, per fare in modo di accertarsi che non ci sia un trauma eccessivo su uno dei vari denti.

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