Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

PNRR: che cos’è e tutto ciò che c’è da sapere

PNRR: che cos’è e tutto ciò che c’è da sapere
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Uno dei contesti di cui si parla maggiormente, dal punto di vista governativo, politico e burocratico italiano, ha a che fare con il PNRR. Si tratta del piano nazionale di ripresa e resilienza che è stato approvato in Italia a partire dal 2021, a seguito del difficile contesto del coronavirus e che, strutturandosi in sei missioni, è alla base del proposito di rilancio dell'economia italiana attraverso numerose macro aree che vengono prese in considerazione, relativamente a economia, transizione digitale, economia green, salute e tanto altro ancora. Di seguito, vogliamo offrire una panoramica generale relativamente all’applicazione e alla storia del PNRR ma, nel caso in cui tu voglia saperne di più a proposito delle missioni e delle diverse percentuali stanziate, visita il sito e-ius.it che ti offrirà una panoramica più attenta in tal senso; ecco tutto ciò che c'è da sapere a proposito del PNRR.

Il PNRR e l’idea di ripresa economica del paese dopo il Coronavirus

Al fine di considerare, nel dettaglio, tutto ciò che c'è da sapere a proposito del piano nazionale di ripresa e resilienza, è importante partire dalle origini, che riguardano, chiaramente, il difficile contesto del coronavirus e del lockdown in Italia, che hanno avuto delle ripercussioni assolutamente negative sull'economia e su numerose realtà lavorative e nel contesto nazionale. L'idea di ripresa, dunque, riguarda il rilancio dell'economia attraverso l'attuazione di un piano che, sulla base di numerose attività e propositi di cambiamento dal punto di vista economico e sociale, potrebbe essere in grado di cambiare definitivamente il tessuto economico e sociale italiano, servendosi di un importante supporto dell’Unione Europea.

Il PNRR., infatti, nasce dal piano di recovery fund o fondo per la ripresa da parte dell'Unione Europea, che ha stanziato 750 miliardi di euro da suddividere, ovviamente, tra tutte le realtà che fanno parte della comunità europea. I fondi destinati all'Italia sono 191,5 miliardi di euro, una cifra sicuramente maggiore rispetto al tanti altri paesi in virtù del fatto che l'Italia ha subito una delle ondate più negative e destabilizzanti, per l'economia locale, di coronavirus, essendo costretta al lockdown prima di tanti altri paesi. 70,5 dei 191 miliardi sono stati destinati a fondo perduto, attraverso numerose sovvenzioni, mentre il 63,5%, pari a 121 miliardi di euro, vanno restituiti dal momento che si strutturano sulla base di prestiti.

Le aree del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

A questo punto, è possibile scindere più nel dettaglio di quali siano le possibili attuazioni del piano nazionale di ripresa e resilienza. In particolar modo, quest'ultimo si divide in sei missioni: digitalizzazione, rivoluzione verde, infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione, inclusione e salute, a cui vengono dedicate percentuali differenti di fondi. Esempio, l'area che riguarda la rivoluzione verde e la transizione ecologica avere una destinazione del 31% delle risorse che giungono dall'Unione Europea, in virtù di una necessità assolutamente specifica di attuare un cambiamento, nella maggior parte delle infrastrutture italiane, per giungere verso un proposito di economia green, indipendentemente dai programmi politici di diversi esponenti ha detti ai lavori.

In generale, il PNRR si basa su quattro aree: obiettivi generali, riforme, e missioni, attuazione e monitoraggio, valutazione dell'impatto macroeconomico. Naturalmente, dovendo servirsi di fondi europei, il piano in questione si serve di una serie di obiettivi che sono condivisi con la comunità europea, a proposito della digitalizzazione e dell'innovazione che dovranno avvenire dal punto di vista lavorativo, oltre che relativamente a proposito di transizione ecologica e di inclusione sociale, soprattutto all'interno di realtà lavorative e sociali. Ancora, nello strutturarsi in maniera specifica, il PNRR comporta anche la nascita di numerose attività, infrastrutture e specifiche componenti lavorative che coinvolgono, in misura differente, regioni e comuni.

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