Settore metalmeccanico

Welfare aziendale metalmeccanici: le sue peculiarità

Welfare aziendale metalmeccanici: le sue peculiarità
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Il welfare aziendale dei metalmeccanici è ben normato dai contratti sindacali. Ai lavoratori di questo settore vengono riconosciuti alcuni benefit, mentre ai datori di lavoro è assegnato l’obbligo di provvedere all’erogazione dei medesimi. Tuttavia, il welfare non va inteso solo come un onere, ma anche e soprattutto come un'opportunità per inquadrare la gestione delle risorse umane in una prospettiva di crescita dell’azienda.

Ne parliamo qui, offrendo un approfondimento del welfare aziendale dei metalmeccanici, elencando i rischi cui il datore di lavoro va incontro in caso di welfare aziendale metalmeccanici non erogato e riflettendo sul ruolo che il welfare gioca nella crescita aziendale. Infine, introdurremo Riccardo Zanon, un professionista che assiste le aziende nella gestione del capitale umano, nel rispetto degli obblighi nei confronti dei dipendenti e altro ancora.

In cosa consiste il welfare aziendale dei metalmeccanici

Il contratto nazionale dei metalmeccanici disciplina in modo abbastanza semplice, ma anche severo, il welfare aziendale metalmeccanici. Di base, impone l’erogazione di un benefit pari a 200 euro all’anno. Questo denaro può essere erogato in varie forme, dal banale inserimento in busta paga al rilascio di buoni spesa.

Tale strumento di welfare è riservato a specifiche categorie di dipendenti. Ovvero:

  • Ai lavoratori con contratto a tempo indeterminato, purché siano stati assunti non più tardi del 1° giugno dell’anno solare di riferimento, e abbiano superato l’eventuale periodo di prova.
  • Ai lavoratori con contratto a tempo determinato, purché abbiano svolto attività lavorativa per almeno tre mesi nel corso dell’anno solare, non necessariamente consecutivi.
  • I lavoratori con contratto di apprendistato.

Il welfare aziendale metalmeccanici si estende anche a due ambiti completamente diversi.

  • Previdenza integrativa. Qualora il lavoratore decidesse di iscriversi a Cometa, ovvero il fondo di previdenza integrativa del settore, il datore è chiamato a versare un contributo previdenziale aggiuntivo pari al 2,2% dei minimi contrattuali.
  • Assistenza sanitaria. Relativamente ai metalmeccanici, fa riferimento il fondo Metasalute. La contribuzione al medesimo è totale appannaggio del datore di lavoro.

Un supporto per rispettare le normative

Il welfare aziendale metalmeccanici costituisce un obbligo formale in capo dal datore di lavoro. Dunque, coloro che non rispettano tale obbligo si macchiano di inadempimento contrattuale, con tutto ciò che ne consegue in termini legali. Il vero danno, tuttavia, non è di natura economico, bensì molto più grave.

Sto parlando del danno all’immagine. Al giorno d’oggi, checché se ne dica in giro, trovare lavoratori sufficientemente qualificati è difficile. Tenerseli, poi, lo è ancora di più. Dunque, il mancato rispetto del welfare, e dunque la dimostrazione di lassismo o peggio malafede circa un tema dal così elevato valore simbolico, rende l’azienda meno attrattiva sul mercato del lavoro, fino all’isolamento completo.

Si tratta di una evenienza tutt’altro che rara. I meccanismi che regolano il welfare aziendale metalmeccanici sono poco intuitivi, dunque può capitare che il datore di lavoro manchi l'erogazione per puro e semplice errore.

Da qui, l’importanza di farsi seguire non già da un banale stuolo di contabili, ma da un professionista specializzato nella consulenza del lavoro, e che abbia dalla sua un background solido per quel che concerne la gestione del capitale umano.

Un professionista come Riccardo Zanon, che ha fatto di questi temi il suo cavallo di battaglia.

L’importanza del welfare aziendale

Riccardo Zanon eroga i servizi “classici” del consulente del lavoro, quindi assiste all'elaborazione della busta paga, nel rispetto degli obblighi fiscali, nel rispetto delle scadenze contributive etc.

Tuttavia, fa anche molto di più. Si pone come il punto di riferimento per la gestione del capitale umano, intende quest’ultima come un’arma in mano alle aziende per crescere, per attirare competenze e basare su di esse un percorso di sviluppo.

Tra le risorse che Riccardo Zanon mette in campo vi è la ricerca di soluzioni di welfare aziendale personalizzate. Soluzioni che da un lato impattano il meno possibile dal punto di vista economico, ma dall’altro contribuiscono a migliorare l’ambiente aziendale, e possano rivelarsi una fonte di attrattività per i lavoratori migliori.

Il suo progetto prende il nome di “Imprenditore sereno”. Un nome che richiama a quello che è uno dei punti di forza di Riccardo Zanon: la capacità di liberare i datori di lavoro dalle ansie connesse alla gestione del capitale umano, sotto il profilo meramente relazionale e burocratico. In definitiva, Riccardo Zanon è l’alleato per gli imprenditori che vogliono crescere, e farlo in modo solido, sostenibile, etico.

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