Cabezas e l’altro ecuadoriano Che cosa si dice di loro laggiù

Sangolqui è una cittadina di 75mila abitanti situata nel centro nord dell’Ecuador. Da lì, a circa 9.900 chilometri di distanza da Bergamo, arriverà molto presto in Italia il nuovo acquisto dell’Atalanta, Bryan Cabezas. Attaccante esterno classe 1997, di lui non si sapeva quasi nulla prima di qualche giorno fa. Sulle sue tracce i dirigenti nerazzurri si sono mossi con grande rapidità chiudendo un’operazione di prospettiva che ha il solito, grande fascino del calcio sudamericano.
Nel tempo di Youtube, i video con le giocate di Cabezas sono già arrivati a Bergamo e incuriosiscono molto, ma per capire qualcosa in più di questo giocatore e dell’altro giovanissimo di cui si parla per la Dea - Renny Jaramillo, classe 1998 - abbiamo contattato Alessandro Leon Micheli, giornalista e pubblicitario che vive a Quito. Grande appassionato di calcio, a lui abbiamo chiesto qualche informazione in più sui due calciatori in arrivo a Bergamo. Dopo aver contattato il dirigente della società dell’Independiente, Santiamo Morales, e Pablo Jaramillo dell’ufficio stampa, il collega di Quito ci ha detto cose interessanti sulla nuova freccia mancina dei nerazzurri.
Bryan Cabezas (classe 1997) e Renny Jaramillo (classe 1998) sono ormai due giocatori dell’Atalanta: quando arriveranno a Bergamo?
«L’accordo con Cabezas è già fatto, il giocatore aspetta soltanto il suo visto per partire e presto sarà in Italia. La situazione di Renny Jaramillo invece, sembra non essere ancora decisa del tutto. Dalla società dell’Independiente fanno sapere che ci sono ancora delle trattative e in caso di chiusura il ragazzo arriverebbe a Bergamo per giocare con la Primavera. Ha già compiuto 18 anni, ma sembra che la società orobica debba sistemare i posti a disposizione per gli stranieri extracomunitari. Stiamo a vedere che succede nei prossimi giorni».
Che giocatore è Bryan Cabezas?
«Senza dubbio è un calciatore con grandi qualità, dovete sapere che l’Independiente del Valle e una squadra abbastanza piccola dell’Ecuador, nuova per il campionato di massima serie e con giocatori molto giovani. Cabezas è stato fondamentale per arrivare così lontano, fino alla finale della Copa Libertadores 2016 e si è trattato della prima volta nella storia del club. Ha fatto gol e assist importanti nella manifestazione sudamericana ed è stato scelto come migliore in campo contro il Boca Juniors nella semifinale di andata. Le sue migliori caratteristiche sono la velocità, i cross di sinistra alla ricerca degli attaccanti e la visione di gioco. Partecipa molto al gioco di squadra, in fase difensiva aiuta sempre e quando riparte cerca spesso l’uno contro uno sia contro gli avversari che il portiere».
Nella Libertadores abbiamo visto il meglio di Cabezas?
«Sicuramente la Libertadores è stato il massimo che si è visto finnora di Cabezas, ma lui è ancora un ragazzo con tantissimi margini di miglioramento. Qui sono tutti sicuri che farà molto bene in Italia. Quando ha parlato con i dirigenti, subito dopo la chiusura dell’operazione, mi sono sembrati tutti entusiasti. Il ragazzo è convinto, crede che questa sia per lui una grande opportunità e che le sue caratteristiche gli permetteranno di imporsi anche in Italia. È un giocatore che può crescere ed essere molto utile per l’Atalanta».
Di Jaramillo invece cosa può dirci?
«Ha caratteristiche diverse dal compagno, è un centrocampista difensivo che può partecipare al gioco in diversi modi. È mancino, la sua principale caratteristica è quella di recuperare palla, ma ha un buon piede e può anche gestire la manovra di attacco. È giovane, comunque parliamo di un giovane promettente. Ha studiato ed è cresciuto nella scuola dell’Independiente quindi è un ragazzo di grandi valori. Lo stesso discroso vale anche per Cabezas».
In Ecuador cosa si dice di questi due ragazzi ed in particolare di Cabezas?
«Dopo la grande stagione di Cabezas, tutto l’Ecuador crede nelle sue qualità. Non ha avuto ancora la possibilità di giocare in nazionale, ma tutti pensiamo che crescerà molto in Italia e il suo stile di gioco stupirà. L’Independiente del Valle, squadra nuova in Serie A, in tutto il paese è seguita con simpatia perchè ha dimostrato di avere un cuore grande».
Ce lo spieghi meglio...
«Alcuni mesi fa l’Ecuador è stato colpito da un terremoto che ha causato molti morti e distruzione nella costa del Paese. La società dell’Independiente ha deciso di donare tutti i soldi guadagnati dalla vendita di biglietti nelle partite degli ottavi di finali (contro River Plate–Argentina), quarti di finali (contro PUMAS–Messico), semifinale (contro Boca Juniors–Argentina) e finale (contro Atlético Nacional–Colombia) per aiutare le popolazioni terremotate. Questo gesto, esempio di generosità e speranza, l’ha fatta diventare una squadra simpatica e seguita da tutti in Ecuador, e quindi quando i suoi giovanni riescono ad andare in un campioanto di grande qualità come la Serie A italiana, tutti quanti sono felici e desiderano il meglio per loro».
Una una società modello...
«Dentro la società sono tutti contenti di questa operazione. È un club che fa le cose per bene, lavora con onestà cercando sempre di pensare al futuro dei suoi giovani: vedere un proprio ragazzo approdare alla serie A italiana è motivo di grande orgoglio. È la terza volta che un giocatore dell’Ecuador arriva nel massimo campionato italiano. Nell 1999, Jaime Iván Caviedes, è stato l’ultimo a giocare in Italia (nell Perugia), poi un paio di anni fa provò José Cevallo, nella Juventus, senza però riuscire ad esordire».
Ma dell’Atalanta, in Ecuador, cosa si conosce?
«Sono sincero, non è una delle squadre piu seguite, anche se certamente si conosce. Qui in Ecuador ci sono tifosi appassionati di Milan, Inter e Juventus, soprattutto per la popolarità di queste squadre. Ma a Bergamo potete star sicuri che con l’arrivo di Cabezas all’Atalanta, anche qui inizieranno a circolare i primi tifosi atalantini e la vostra maglia si vedrà spesso in giro. Già oggi sono tanti i giocatori atalantini conosciuti, probabilmente il piu famoso è stato Denis mentre tra gli altri posso parlare di Carmona, Pinilla, Diamanti, Gomez ed Estigarribia».