Caro Pesic, tocca a te rompere la maledizione del 9 nerazzurro

Caro Pesic, tocca a te rompere la maledizione del 9 nerazzurro
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Ma lo sapete che da quando ci sono le maglie personalizzate, quindi con nome e numero per ogni calciatore, solo Filippo Inzaghi nella Serie A 1996/1997 ha pienamente onorato il numero 9 nerazzurro che nell’immaginario collettivo tocca al bomber per eccellenza? L’Atalanta ha deciso per la stagione appena iniziata di assegnare la maglia numero 9 al neo arrivato Aleksandar Pesic, il classe 1992 serbo ex Tolosa e tutti speriamo che possa davvero essere un grande colpo. La storia della casacca che indossa, tuttavia, è incredibile.

In Serie A sono stati introdotte le personalizzazioni di maglia con nome e numero nel campionato 1995/1996, dunque quella che inizia sarà la 21esima stagione in cui i tifosi potranno ammirare i propri beniamini sempre con la stessa maglietta. Il numero 9, quello che un tempo si affidava a chi faceva sempre gol, è passato sulle spalle di ben 20 giocatori diversi dell'Atalanta in 21 stagioni, ma sono state pochissime le gioie e tantissimi i dolori.

 

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Il primo fu Montero, il migliore Inzaghi. In attesa dei gol del 10 (Gomez) e del 43 (Paloschi), proviamo a ricordare con nome e dati statistici tutti quelli che hanno giocato per la Dea con il numero 9 nelle ultime stagioni. Un po' a sorpresa, si scopre che il primo 9 nerazzurro fu Montero (1995/1996, difensore, 23 presenze e 0 gol), ma la scelta venne fatta più per progressione di rosa che per convinta assegnazione. L’anno successivo, invece, Inzaghi fece il botto (attaccante, 33 presenze e 24 gol) e conquistò il titolo di capocannoniere. Da quel momento in avanti, però, sembra essere caduta una maledizione su quella maglietta. Lucarelli (1997/1998, attaccante, 26 presenze e 5 gol) restò a lungo il più prolifico in A con la Dea indossando quel numero, ma non risultò mai decisivo per la salvezza; nel campionato di B 1998/1999, Dunderski (centrocampista, 7 presenze e 0 gol) si è distinto per altre doti e nemmeno nel campionato successivo che valse la promozione (1999/2000) l’Atalanta trovò un bomber degnò di quella maglia: il numero 9 toccò a Banchelli (attaccante) che nella prima parte di campionato (poi venne ceduto) collezionò un doppio 0 sia come presenze che come gol.

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I primi 2000 con Rossini, Saudati, Gautieri e Budan. I Vava-boys dei primi anni 2000 regalarono ai tifosi atalantini tante gioie. Una di queste era legata al coronamento del sogno di un ragazzo cresciuto nel vivaio che arrivò in prima squadra e riuscì ad indossare la “numero 9 dell’Atalanta” per ben 3 anni: Fausto Rossini, ariete dalle caviglia d’argilla. È stato l’unico (fino ad oggi) nella storia atalantina ad indossare quella casacca per 3 stagioni consecutive con uno score complessivo di 62 presenze e 7 gol nei campionati 2000/2001, 2001/2002 e 2002/2003. Tra il 2003/2004 e il 2005/2006 la Dea disputò 3 stagioni con alterne fortune tra B e A e la maglia numero 9 cambiò sempre proprietario, con risultati disastrosi. Saudati (attaccante, 19 presenze e 6 gol in B), Gautieri (centrocampista, 13 presenze e 2 gol in A) e Budan (attaccante, 8 presenze e 0 gol in B) raggranellarono la miseria di 8 gol in 3 stagioni e nonostante l’ultima promozione in A, ben presto Colantuono (mister del momento) decise di affidare la casacca del bomber ad un nuovo giocatore.

 

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Zampagna, poi il nulla cosmico in multiproprietà. In un campionato e mezzo con Colantuono prima e Del Neri poi, Riccardo Zampagna (attaccante) da Terni infilò 14 reti in 38 partite regalando tante gemme da spellarsi le mani. Purtroppo il suo carattere fumantino ed un amore mai sbocciato con il mister di Aquileia portò a un doro scontro durante un allenamento del 2008 e la società decise di cederlo. Al suo posto arrivò Paolucci, che non riuscì mai a centrare la porta in 10 partite. Cissè (attaccante, nessuna presenza) e Plasmati (attaccante, 25 presenze e 5 gol) furono gli attaccanti del campionato 2008/2009; nella stagione successiva sulla panchina orobica si alternarono Gregucci, Conte, Bonacina e Mutti, ma né Acquafresca (attaccante, 12 presenze e 1 gol) né Amoruso (attaccante, 15 presenze e 1 gol) riuscirono a dare un contributo importante per evitare la retrocessione di fine stagione.

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Con i Percassi nessun “9” da urlo. Con la proprietà Percassi, l’Atalanta non ha mai avuto un numero “9” da applausi. Semmai un 19, Denis. Nelle prime due stagioni, quelle della Serie B 2010/2011 e la prima in A con i 6 punti di penalizzazione (2011/2012), l’Atalanta non ha assegnato a nessuno la casacca del centravanti; successivamente è toccato a Troisi (attaccante, 6 presenze e 0 gol), Ardemagni (attaccante, 0 presenze e 0 gol), Betancourt (3 presenze e 0 gol), Bianchi (attaccante, 21 presenze e 0 gol) e Boakye (attaccante, 0 presenze e 0 gol) dividersi la maglia numero 9, dal 2012/2013 all’anno scorso. Statisticamente parlando, dopo Inzaghi (24 gol) nessuno dei giocatori che ha indossato quella maglia è più riuscito a fare nulla di nemmeno equiparabile al bomber attualmente alla guida del Venezia. Ma c’è di più: sommando tutti i gol dei 19 “indossatori” del numero 9 degli ultimi 20 anni, il totale dei gol realizzati in campionato tra A e B si ferma a 23.

 

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Prima era il 27, poi è stato il 19 e adesso tocca al 10 e al 43 (oltre al 51). Sembrano numeri a caso buttati sul tavolo in chiusura di pezzo ma, badate bene, non vogliamo confondere nessuno. Parliamo delle maglie dei giocatori più prolifici della storia (Doni il 27, Denis il 19) e di quelli che adesso avranno il compito di far volare l’Atalanta (Gomez il 10, Paloschi il 43 e Pinilla il 51). In attesa del responso del campo facciamo il nostro in bocca al lupo ad Aleksandar Pesic (nuovo numero 9), a cui auguriamo di dimenticarsi il numero che porta sulle spalle, perché se ci pensasse troppo magari gli sale lo sconforto.

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