Ciao Mondo, 1.150 panchine senza perdere mai il sorriso

Ciao Mondo, 1.150 panchine senza perdere mai il sorriso
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La scomparsa di Emiliano Mondonico tocca in modo pesante tutto il calcio italiano. Il tecnico di Rivolta d’Adda si è seduto in panchina oltre 1.150 volte un po’ in tutte le categorie e Bergamo lo ricorderà per sempre come l’uomo che ha guidato l’Atalanta in una delle avventure più incredibili di tutta la sua storia. Sempre sorridente e disponibile, l’ex mister nerazzurro ha lavorato in Bergamasca anche per l’Albinoleffe ed è stato proprio quando era alla guida dei seriani che un brutto sarcoma lo colpì costringendolo ad una battaglia, purtroppo persa, durata sette lunghi anni.

 

 

L’esperienza bergamasca del Mondo. L’arrivo a Bergamo di Emiliano Mondonico avvenne nell’estate del 1987. Dopo le esperienze con Cremonese (Primavera e prima squadra) e Como, il tecnico di Rivolta d’Adda venne chiamato per guidare la Dea in Serie B e quella sua prima stagione resta qualcosa di memorabile. Oltre alla conquista della promozione in A, l’Atalanta di Mondonico venne trascinata da Stromberg, Prandelli e tutti gli altri in una cavalcata europea da togliere il fiato, fermata solo dal Malines nella semifinale di Coppa delle Coppe. Quella sera del 20 aprile 1988, il calcio italiano si fermò ad osservare la piccola grande Dea che allo stadio di Bergamo, davanti a tribune gremite in ogni ordine di posto, mancò la storica qualificazione alla finale di Strasburgo contro l’Ajax perdendo in casa per 2-1 (stesso risultato dell’andata in Belgio), ma regalando grandi emozioni essendo rimasta l’unica squadra italiana in corsa nelle Coppe pur giocando in B. Oltre a quella esperienza a fine anni ’80 (tre stagioni con un’altra partecipazione alla Coppa Uefa), il tecnico di Rivolta ritornò all'ombra di Città Alta per guidare i nerazzurri anche nel 1994, riuscendo nella seconda promozione dalla B alla A e arrivando pure alla finale di Coppa Italia del 1996. Dopo entrambe le esperienze nerazzurre, il Mondo allenò il Torino (dal '90 al '94 e dal '98 al 2000), altra società a cui era rimasto molto legato.

 

 

Il suo modo di intendere il calcio. L’unica amarezza del Mondonico atalantino è stata la retrocessione del 1998, una macchia che non cancella annate davvero esaltanti in cui i tifosi e gli addetti ai lavori hanno imparato a conoscere la sua disponibilità e la sua grande abilità nella gestione del gruppo e nella lettura delle partite. Il suo lavoro con i giocatori è sempre stato importante: riusciva a motivare tutti e, dal punto di vista tattico, le sue squadre erano sempre ben preparate. Dalla panchina, a più riprese, Mondonico è riuscito negli anni a far svoltare le partite grazie a intuizioni geniali che spesso mandavano in tilt gli avversari. Mondonico ha ottenuto vittorie importanti (i due successi in casa della Juventus in due campionati consecutivi con i gol di Evair e Caniggia sono solo gli episodi più facili da ricordare) e si è sempre posto con grande schiettezza nell'ambiente del calcio. A Bergamo e in tutte le piazze dove ha lavorato ha cercato di dare il suo importante contributo per la causa. Memorabile anche l’avventura con l’Albinoleffe, chiusa con la salvezza in seconda serie ottenuta nel 2011 contro il Piacenza mentre già lottava contro il male che, sette anni dopo, l’ha strappato ai suoi cari e a tutto il mondo del calcio.

 

 

L’ultima apparizione allo stadio di Bergamo. L’ultima apparizione del Mondo a Bergamo è avvenuta lo scorso 4 febbraio, inviato speciale della trasmissione Rai Quelli che il Calcio, quando il mister di Rivolta commentò la gara vinta dalla Dea (1-0, gol di Mancini) seduto a fianco della moglie del portiere del Chievo Sorrentino. La figlia Clara, presente poche file più in basso, lo aveva accompagnato come sempre nelle sue uscite pubbliche e quello stesso giorno alcuni tifosi dissero a padre e figlia: «Dovete venire più spesso a trovarci», incrociando il loro sorriso. Nel 1997 c’era lui al timone della Dea quando Inzaghi e compagni vissero la tragedia di Federico Pisani. Mondonico affrontò quei giorni difficili con il solito spirito combattivo che lo ha sempre contraddistinto, anche nella sua battaglia contro il cancro. Questa mattina (29 marzo 2018), appena è iniziata a circolare la notizia della morte di Mondonico, anche i tifosi della Curva Nord hanno esternato tutto il loro dolore affidando al profilo Facebook Sostieni la Curva poche righe dense d’emozione. «Abbiamo il cuore a pezzi, ci ha lasciato il nostro grande Emiliano. Hai scritto pagine storiche e indelebili nella nostra Storia, legando per sempre il tuo nome a questi colori, a questa città. Hai conquistato tutti, con la tua semplicità e il tuo modo di fare da "pane e salame", hai affrontato questo brutto male sempre con il sorriso e con serenità. Ci mancherai tanto, non potremo mai dimenticarti. Un abbraccio a Clara ed alla tua Famiglia. Ciao grande Mondo».

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