700 firme raccolte

Corso d'educazione sessuale a "La Traccia" di Calcinate, parte l'esposto: «Discriminatorio e antiscientifico»

Cittadini, associazioni e politici bergamaschi hanno scritto al provveditorato, all'ufficio scolastico regionale e per conoscenza al Ministero chiedendo di intervenire. Nel corso di metterebbero «sullo stesso piano omosessualità, bisessualità e pedofilia»

Corso d'educazione sessuale a "La Traccia" di Calcinate, parte l'esposto: «Discriminatorio e antiscientifico»
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Sono circa 700 le persone, tra cittadini, associazioni di promozione sociale e dei diritti umani, oltre a rappresentanti delle istituzioni locali, ad aver sottoscritto un esposto che sarà presentato al Provveditorato provinciale e all’Ufficio scolastico della Lombardia contro la scuola paritaria “La Traccia”, di Calcinate.

L’istituto, a detta dei firmatari, sarebbe colpevole di promuovere da oltre 10 anni nei confronti di centinaia di adolescenti un corso di educazione sessuale e all’affettività caratterizzato da «pregiudizi ideologici e religiosi», contribuendo così a rafforzare «gli stereotipi e il binarismo dei ruoli di genere».

Nel documento, che sarà inviato per conoscenza anche al ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, all’assessore regionale Fabrizio Sala, al presidente della provincia e sindaco di Calcinate Gianfranco Gafforelli e alle consigliere provinciali delegate alle pari opportunità Romina Russo e Roberta Ribon, si chiede che l’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo, nella persona della dirigente Patrizia Graziani, attivi il prima possibile i controlli necessari sull’offerta educativa della scuola paritaria.

In particolare devono essere adottate «tutte le misure idonee ad assicurare la tempestiva sostituzione dell’attuale insegnamento dell’educazione all’affettività offerto dalla scuola di carattere antiscientifico e discriminatorio con un insegnamento condotto da personale qualificato e rispettoso delle pari opportunità tra uomini e donne, nonché dell’identità sessuale degli adolescenti Lgbti, in ossequio ai princìpi della Carta costituzionale».

La petizione online

L’azione di associazioni e istituzioni contro il corso discriminatorio non si è però fermata alla volontà di presentare l’esposto. Sulla piattaforma Change.org è stata infatti promossa un’ulteriore sottoscrizione (QUI il link) a sostegno dell’esposto e «a tutela della dignità e dell’identità sessuale degli adolescenti».

Nell’appello si sottolinea come nel corso si demonizzino «la pornografia, l’autoerotismo e le fantasie sessuali – si legge nel testo della petizione online - si mettono sullo stesso piano omosessualità, bisessualità e pedofilia; si afferma che l’omosessualità sarebbe un “disturbo psicologico”, un "vizio" simile all’alcolismo, derivante dal sentirsi dei “maschi falliti” o delle “femmine mancate”; si sostiene che possa essere curata con le terapie riparative ricorrendo ad uno psicologo; asserisce che i genitori omosessuali hanno una maggiore propensione a compiere atti di pedofilia sui propri figli».

Tre anni di segnalazioni

Non è la prima volta che “La Traccia” balza agli onori delle cronache per il corso d’educazione sessuale promosso a scuola. Già a novembre del 2018, a seguito di alcune segnalazioni, giornalisti di testate nazionali e locali provarono a mettersi in contatto con l’istituto e con il professore cui è affidato il corso, Armando Baldissin, ottenendo come unica risposta il silenzio di entrambi i soggetti.

A febbraio 2021, a fronte della permanenza nel suo ruolo dell’insegnante affidatario del corso, i firmatari dell’esposto «hanno provato a interloquire nuovamente con la scuola – si legge nel documento -, che, tuttavia, anche in questa occasione, dopo aver assicurato l’organizzazione di un incontro con il rettore o con il coordinatore didattico, è rimasta silente».

«Insegnare a ragazzi di 14 anni che l’omosessualità è un dis-orientamento sessuale, una malformazione psicologica, un vizio simile all’alcolismo che può essere curato mediante apposite terapie, costituisce un’attività al contempo antiscientifica, contraria ai princìpi costituzionali e alla legislazione positiva dello Stato italiano, altamente lesiva della dignità e dell’identità personale e sessuale degli adolescenti e pericolosa per il loro sviluppo ed equilibrio psicologico – evidenzia l’esposto -. Il tasso di suicidi e di gesti autolesionistici tra ragazze e ragazzi Lgbti, già particolarmente elevato per via dello stigma sociale, rischia di aggravarsi in conseguenza di condotte incoscienti e sconsiderate come quelle della dirigenza della scuola La Traccia».

La difesa del Popolo della Famiglia

A sostegno della scuola d’ispirazione cattolica il Popolo della Famiglia della provincia di Bergamo, che definendo vile l’esposto ha sottolineato la volontà di «colpire la libertà di pensiero e di scelta educativa della scuola La Traccia e degli istituti paritari, secondo i principi del pensiero unico, che vuole libertà per se stesso e censura per le strutture private che esprimono libertà di pensiero e pluralità educativa».

«L’Istituto – scrivono in un comunicato -, nel segno della tolleranza e dell’accettazione di tutti, ha operato ad alti livelli culturali nel corso di decenni, formando migliaia di allievi in un clima operoso e libero secondo i valori cristiani, ottenendo sempre ampio consenso al suo progetto educativo equilibrato e tollerante».
L’attacco, secondo il Popolo della Famiglia, giungerebbe poi in un momento particolarmente delicato dell’anno scolastico. «Segno dell’incapacità da parte di chi ha redatto l’esposto di saper cogliere le situazioni reali della vita educativa e le sue attuali difficoltà. Probabilmente si tratta di un attacco strumentale per scoraggiare la frequenza e l’iscrizione a “La Traccia”, per costringere i docenti a piegarsi alle lobby Lgbt e far fuggire chi finanzia la scuola privata. La censura preventiva e l’essere colpiti alle spalle sono il preoccupante segnale del degrado democratico in cui versano la cultura e la scuola italiane».

Il contro appello lanciato a cittadini, partiti e associazioni dal Popolo della Famiglia è di «sostenere “La Traccia”, affinché si ripristini il clima di libertà educativa e di espressione contro l’intolleranza mostrata verso chi è portatore di valori e principi di ispirazione cristiana».

 

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