accolto il ricorso

Didattica a distanza, il Tar lombardo contraddice Regione. Ora che succede?

Sull’effettivo ritorno in classe degli alunni delle superiori restano comunque molti interrogativi: la Lombardia da domani potrebbe essere zona rossa

Didattica a distanza, il Tar lombardo contraddice Regione. Ora che succede?
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Il Tar della Lombardia ha accolto il ricorso del comitato “A scuola!”, sospendendo l’ordinanza della Regione che aveva prorogato la didattica a distanza integrale per gli studenti delle scuole superiori (almeno) fino al 24 gennaio. «Un momento emozionante e storico  - commenta il comitato su Facebook -. Nessuno ci avrebbe creduto, tranne noi di "A scuola!" e i nostri avvocati. Stavolta il grazie è grande per loro, in particolare, e per tutti i genitori, studenti, insegnanti, presidi, sostenitori. Questo successo fa scuola».

Secondo il tribunale amministrativo, l’ordinanza denoterebbe contraddittorietà e irragionevolezza perché «per contenere gli assembramenti adotta misure incidenti sulla didattica in presenza, rispetto alla quale non evidenzia alcun peculiare pericolo di diffusione epidemiologica». Fondamentalmente, si colpirebbe la didattica in presenza non perché rappresenta un pericolo, bensì per evitare i rischi di assembramenti legati agli spostamenti degli studenti. In tal caso basterebbe mettere in campo controlli efficaci.

La notizia dell’accoglimento del ricorso è stata data nella serata di ieri, mercoledì 13 gennaio, e, di conseguenza, i ragazzi non sono tornati sui banchi scolastici già oggi visto il pochissimo tempo per organizzarsi. Sull’effettivo ritorno degli alunni in presenza nelle scuole superiori restano comunque molti interrogativi. Domani, infatti, sarà reso noto il monitoraggio del Ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità sull’evoluzione epidemiologica. Se la Lombardia dovesse entrare in zona rossa, la didattica in presenza per gli studenti delle scuole superiori sarebbe comunque negata dalle norme governative.

«Prendiamo atto della decisione del Tribunale amministrativo regionale - ha commentato il Pirellone - e ci riserviamo, dopo aver valutato nel dettaglio le motivazioni dello stesso, di proporre reclamo poiché i riferimenti normativi che hanno orientato il giudice del Tribunale, non tengono conto della possibilità delle Regioni di adottare misure più restrittive di quelle previste dai vari Dpcm». Regione aveva preso la decisione dopo aver considerato QUESTI dati.

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