I dati AlmaLaurea

Laureati all'Università di Bergamo, poco più della metà ha un lavoro che c'entra con gli studi

La maggior parte dei lavoratori dipendenti sono appannaggio di società private nel settore dei servizi. Pochi gli autonomi, ma crescono negli anni. Nel settore scientifico i giovani più pagati

Laureati all'Università di Bergamo, poco più della metà ha un lavoro che c'entra con gli studi
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La maggior parte dei laureati dell'Università di Bergamo trova lavoro a distanza di un anno, ma molti hanno un'occupazione che c'entra poco con quello che hanno studiato. Quelli che guadagnano di più sono impiegati nel settore scientifico, la maggior parte sono lavoratori dipendenti nel settore privato, mentre pochi sono gli autonomi.

I dati arrivano dal rapporto 2022 di AlmaLaurea, che effettua le rilevazioni anche per il nostro Ateneo. L’indagine ha riguardato complessivamente 6.619 laureati dell'Università di Bergamo di primo e secondo livello, usciti nel 2022, e intervistati a un anno dal titolo, ma anche i laureati di secondo livello usciti nel 2018 e intervistati dopo cinque anni.

Occupati e disoccupati

Il tasso di occupazione (attività retribuita di lavoro o formazione) tra i laureati triennali, a un anno dal titolo, è dell’80,5 per cento, mentre quello di disoccupazione (calcolato sugli inseriti nel mercato del lavoro) è pari al 5,6 per cento. la retribuzione mensile netta corrisponde a 1.266 euro.

Gli occupati dopo la laurea triennale nel 2022, dati AlmaLaurea

A un anno dal conseguimento del titolo, il tasso di occupazione per i laureati di secondo livello è pari all’81,1 per cento. Nello specifico, tra i laureati in area artistica, letteraria ed educazione si ha un tasso di occupazione pari al 77,3 per cento; in quella economica, giuridica e sociale 79,3 per cento e Stem (materie scientifiche e tecnologiche) 92,2 per cento. Il tasso di disoccupazione, calcolato sulle forze di lavoro, è pari al 7,9 per cento.

Il tasso di occupazione dei laureati di secondo livello del 2018, intervistati a cinque anni dal conseguimento del titolo, è invece pari al 91,1 per cento, mentre il tasso di disoccupazione è pari al 3 per cento.

Lavoro dipendente o autonomo

Tra i laureati di secondo livello, a un anno dal conseguimento il 40,6 per cento degli occupati può contare su un contratto alle dipendenze a tempo indeterminato, mentre il 25,8 per cento su un contratto alle dipendenze a tempo determinato. Il 4,8 per cento svolge un’attività in proprio e il lavoro part-time coinvolge il 13 per cento degli occupati.

A cinque anni dalla laurea, gli occupati assunti con contratto a tempo indeterminato passano al 67,1 per cento, mentre gli occupati con un contratto a tempo determinato sono il 13,8 per cento. Svolge un’attività in proprio il 15 per cento. Il lavoro part-time coinvolge il 5,6 per cento degli occupati.

Le retribuzioni

La retribuzione per i laureati di secondo livello, a un anno dal conseguimento del titolo, è in media di 1.458 euro mensili netti (1.455 euro per i magistrali biennali e 1.486 euro per i magistrali a ciclo unico). Osservando i dati disaggregati per area disciplinare emerge che: tra i laureati in area artistica, letteraria ed educazione, la retribuzione media si attesta a 1.324 euro; Economica, giuridica e sociale 1.424 euro e Stem 1.721 euro. Per quanto riguarda i laureati di secondo livello del 2018, le retribuzioni arrivano in media a 1.757 euro mensili netti.

Utilità del titolo

Tra i laureati triennali, il 52,7 per cento degli occupati considera il titolo molto efficace o efficace per il lavoro svolto. Questo, d'altra parte, implica che il restante 47,3 per cento, pur avendo un mestiere, impieghi parzialmente o in misura minore quanto appreso nel suo percorso. Per quanto riguarda i laureati di secondo livello, a un anno dal conseguimento il 52,8 per cento dichiara di utilizzare in misura elevata, nel proprio lavoro, le competenze acquisite durante il percorso di studi, una cifra che aumenta tra i laureati di secondo livello del 2018, con un 60,3 per cento che dichiara di utilizzare in modo significativo le competenze imparate in Ateneo.

Impiego per settore

Tra i laureati di secondo livello nel 2018, il 77,9 per cento è inserito nel settore privato, mentre il 17,9 per cento nel pubblico ed il 4,3 per cento nel non-profit. L’ambito dei servizi assorbe il 74,1 per cento, mentre l’industria accoglie il 25,6 per cento degli occupati ed è dello 0,3 per cento la quota di chi lavora nel settore dell’agricoltura.

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