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Poche i laureati in materie tecniche e scientifiche. E le donne sono solo un terzo

L’Università di Bergamo insieme alle imprese per sensibilizzare studentesse e studenti delle scuole superiori alla scelta dei percorsi “Stem”

Poche i laureati in materie tecniche e scientifiche. E le donne sono solo un terzo
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Perché scegliere un percorso di studio universitario tecnico-scientifico? Quali opportunità offre per la propria crescita personale e professionale? Perché ancora troppe poche ragazze lo scelgono? Sono queste le domande alle quali si è cercato di rispondere durante la mattinata di incontri, analisi e riflessioni che si è tenuta quest’oggi, venerdì 10 febbraio, nell’Aula Magna di Sant’Agostino in Città Alta a partire dalle testimonianze delle studentesse, delle laureate e dei laureati dell’Università degli Studi di Bergamo.

Obiettivo di “UniBgirls & Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics)”, che si inserisce all’interno delle celebrazioni della Giornata Internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza (11 febbraio), è stato quello di avvicinare le ragazze ai percorsi di studio universitari tecnico-scientifici e contribuire a scardinare alcuni pregiudizi e stereotipi di genere che ancora le condizionano nella scelta del percorso di studi.

Presenti all’evento oltre 250 studentesse e studenti provenienti dagli istituti tecnici e licei di Bergamo e Provincia: Quarenghi, Paleocapa, Marconi, Natta, Mascheroni, Falcone e Amaldi. Ad accoglierli il rettore Sergio Cavalieri, la prorettrice al welfare e allo sviluppo sostenibile Annalisa Cristini, la direttrice del Dipartimento di Ingegneria e Scienze Applicate Giovanna Barigozzi e la delegata dal rettore ai rapporti con le scuole, orientamento in ingresso e in itinere Federica Origo.

«L'immagine dell'ingegnere che lavora da solo davanti al suo computer – spiega la professoressa Origo - è uno stereotipo ormai superato. Oggi, più che mai, le aziende hanno bisogno di competenze sempre più articolate: oltre alle competenze più strettamente tecniche e scientifiche (incluse le competenze digitali e le nuove competenze per la transizione ecologica), contano moltissimo le cosiddette soft skills, come le capacità comunicative o saper lavorare in team. Questo apre tante opportunità interessanti di lavoro e carriera per le ragazze che vogliono intraprendere un percorso di studi in ambito Stem

Le discipline Stem sono sempre più importanti per affrontare le grandi sfide che il mondo sta attraversando, ma in questi campi mancano figure professionali e, in Italia come nella maggior parte dei Paesi, le donne sono decisamente sottorappresentate.

Solo il 24,9% dei laureati (25-34enni) ha una laurea Stem in Italia (Dati 2020, Rapporto Istat) e gli uomini sono il doppio delle donne: fra gli uomini ha una laurea Stem un laureato su tre (36,8%), fra le donne una laureata su sei (17%). I dati sulle immatricolazioni ci dicono che la presenza femminile nei percorsi Stem tende ad aumentare, ma il gender gap non diminuisce: nell’a.a. 2020/2021 le donne immatricolate in percorsi Stem sono il 21%, mentre gli uomini sono sempre il doppio, il 42% (Rapporto AlmaLaurea).

Le analisi di Invalsi, esposte dalle Patrizia Giannantoni e Patrizia Falzetti, hanno cercato di mettere in luce i fattori che influenzano la scelta di un percorso Stem, confermando l’esistenza di una serie di condizionamenti che si concretizzano fin dalla primissima età e assegnano alle ragazze ruoli e abilità (presunte) differenti.

Contano nella scelta le competenze in matematica, ma anche fra chi ha livelli di competenza elevata si registra un gender gap significativo: sceglie un percorso Stem il 33,7% delle ragazze contro il 56,6% dei ragazzi.

È più frequente la scelta di una laurea Stem fra chi frequenta un liceo, con un divario nazionale del 20% circa fra ragazze (42,6%) e ragazzi (54,6%). Il gender gap raggiunge picchi del 70% invece fra chi frequenta un istituto tecnico. Ma le analisi confermano che pesa innanzitutto il background culturale, che influisce sulla fiducia di una ragazza di perseguire una carriera scientifica universitaria: le ragazze con genitori con livello di istruzione più alto (soprattutto la madre) sono più propense a proseguire su percorsi Stem, dato che non si riscontra invece nei ragazzi. Importante anche il ruolo degli insegnanti, che possono avere funzione di “rinforzo” per la scelta di percorsi in controtendenza rispetto alle aspettative sociali.

Preziosi per aiutare ragazze e ragazzi a fare scelte più consapevoli che valorizzino il loro talento sono strumenti come Wanter, la piattaforma di Valore D, Associazione di imprese attiva nella promozione dell’equilibrio di genere, nata per orientare ragazzi, genitori e insegnanti fra le professioni di oggi e di domani.

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