Settimana corta al liceo Weil di Treviglio, alcuni genitori s'oppongono e presentano ricorso
Per i critici l'approvazione avrebbe seguito un iter non corretto e avrebbe conseguenze su concentrazione e tempo per lo studio

Esplode la protesta dei genitori degli studenti che frequentano il liceo Weil di Treviglio. L'istituto ha infatti deciso di adottare la settimana corta a partire dall'anno scolastico 2024/2025. Una modifica che, a quanto pare, non piace alle famiglie. A riportare la vicenda sono i colleghi di PrimaTreviglio.
I nuovi orari
La delibera del Consiglio d'istituto del liceo Weil è dello scorso 18 gennaio ed è stata approvata a maggioranza, con sei voti contro quattro. Due gli assenti alla votazione, tra cui la dirigente Sabrina Schiavone. Il provvedimento prevede lo stesso numero di ore spalmate però su cinque giorni, dal lunedì al venerdì. Questo vuol dire che gli studenti, ogni giorno, dovranno restare più tempo sui banchi a scuola, con inizio per tutti alle 7.55.
Per quanto riguarda l'indirizzo Artistico, l'uscita sarà per quattro giorni alle 14.35 e un giorno alle 13.45. Chi frequenta gli indirizzi Classico e Linguistico, invece, al biennio l'uscita sarà per tre giorni a settimana alle 12.45 e per i restanti due alle 13.45, mentre al triennio usciranno tutti i giorni alle 13.45. Tranne, per il Classico, un giorno alle 14.35.
I motivi della protesta
Una proposta che non ha mancato di sollevare proteste da parte di tanti genitori, i quali si sono rivolti a una legale, che è anche madre di una studentessa del liceo, per chiedere l'annullamento della delibera. Il reclamo, molto articolato, parte dal fatto che - secondo loro - per la deliberazione il dirigente scolastico non avrebbe coinvolto il Collegio docenti e che l'unica motivazione sarebbe la collocazione geografica del territorio trevigliese e l’alta pendolarità degli studenti. Una motivazione che viene ritenuta troppo generica.
Nel mirino di chi protesta, anche lo scarso coinvolgimento delle famiglie e degli studenti: viene citato un sondaggio conoscitivo dell'anno scolastico 2022/2023, con invito a votare tra il 29 aprile e il 2 maggio 2023, per i critici però poco pubblicizzato. A confermarlo ci sarebbero i numeri: su 1.400 aventi diritto al voto, hanno espresso preferenza solo in 339, ovvero meno del 25 per cento. Il ricorso contesta inoltre il fatto che poteva votare un solo genitore.
Quanto agli studenti, sarebbero stati interpellati solo lo scorso dicembre, con un sondaggio informale e senza un precedente confronto in assemblea o nei gruppi classe. Inoltre, agli studenti delle classi prime non sarebbe stato permesso di votare.
Chiesto l'annullamento
La nuova organizzazione, secondo quanto riportato nel ricorso, rischierebbe di avere risvolti negativi sugli studenti, perché renderebbe difficoltoso mantenere un livello minimo di attenzione per l’intera mattinata, si consumerebbe a metà pomeriggio il pasto vero e proprio, e quelli che abitano più lontano rientrerebbero a casa molto tardi, con meno tempo per lo studio e le attività libere.
Si chiede quindi l’annullamento del provvedimento e la revoca in autotutela e che, in caso di una nuova riunione del Consiglio d’Istituto per il calendario scolastico, ciò avvenga coinvolgendo prima gli organismi rappresentativi, rendendo disponibili tutte le informazioni per decidere.