Petrucci, dove sei?

Basket, la dura lettera del presidente di BluOrobica al numero uno della Federazione

Basket, la dura lettera del presidente di BluOrobica al numero uno della Federazione
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È una lettera piuttosto forte quella che Paolo Andreini, presidente della società di basket bergamasca BluOrobica, ha inviato in questi giorni al presidente della Federazione italiana pallacanestro, Gianni Petrucci. Andreini muove critiche al presidente e alla federazione prendendo spunto dall’emergenza coronavirus per allargare le osservazioni alla normale gestione federale. Andreini afferma che si aspettava delle linee guida sulla conclusione amministrativa della stagioneconclusione amministrativa della stagione, su tesseramenti, criteri futuri per il proseguimento dell’attività, un’attenzione al mondo giovanile che, secondo quanto afferma Andreini, sembra molto carente anche in tempi ordinari. Ecco la lettera.

Egregio Presidente Federale,
rilevo una nettai inversione di tendenza fra le prolisse esposizioni in tempo di pace e lo scarno comunicato in tempo di guerra.
Rilevo anche una totale diminuzione tra il suo presenzialismo agli eventi mediatico/mondani e la totale assenza nei momenti di crisi.
Quello che si sarebbero aspettati tutti gli appassionati e gli addetti ai lavori era qualcosa di più della semplice ratifica di una situazione che ormai anche i bambini avevano capito, perché le sembrerà incredibile ma prima che presidenti, dirigenti, allenatori o giocatori siamo genitori e in palestra i ragazzi prima di dircelo lei se mandarceli se permette lo decidiamo noi.
Quello che ci saremmo aspettati da un Presidente Federale sarebbero state delle linee guida sulla conclusione amministrativa della stagione, sull'esito dei tesseramenti, sui criteri futuri. Perché un futuro ci sarà, non importa se nelle grandi arene o sui campetti di quartiere; perché la passione che muove un movimento in cui il 95 per cento sono volontari non si fermerà mai.
Potrà arginarla solo l’immobilismo di una Federazione che già in tempo di pace decide le formule dei campionati durante il loro svolgimento, programma le attività delle nazionali incurante delle programmazioni scolastiche e delle società, e lascia la politica giovanile nelle mani dei procuratori.
Adesso servirebbe un po’ di coraggio, magari per una volta avulso dalle dinamiche politiche rielettive, indirizzato esclusivamente alla salvaguardia di un movimento che non è quello che lei frequenta abitualmente ma quello delle palestre brutte e vecchie nelle quali però ogni anno sbocciano passioni nuove.
Provate in tempi molto brevi a diramare delle linee guida sulla prossima stagione, sulla riorganizzazione delle annate (magari evitando di consultarvi coi procuratori e magari facendolo con le società di base), sulle libere iscrizioni ai campionati e magari, e sottolineo magari!, progettando una stagione nella quale dare fondo alle vostre risorse economiche non già per prestigiose partecipazioni delle nazionali giovanili a stages a 5 stelle o a tournée infinite ma per limitare al minimo i costi per le società o magari per pagare i parametri alle società a credito non a maggio ma magari a novembre.
Perché tra l’altro siamo un pochino stanchi di sentirci dire che i nostri atleti migliorano solo nei raduni delle nazionali facendo mesi di blocchi al servizio della star designata di turno.
Queste sarebbero le azioni che un movimento si aspetterebbe dai propri vertici in questi momenti, mentre invece arriveranno le invettive per il modo irrispettoso con il quale le cose vengono dette.
La Federazione è al servizio delle società, non il contrario; e se le società chiedono regole certe e veloci è preciso dovere della Federazione rispondere.
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