L'ultima partita

Bergamo, requiem per un Palazzetto dello Sport coperto di gloria

L'addio all'impianto sportivo di via Cesare Battisti mette tristezza ai tifosi, ma ancor di più a quanti ci hanno giocato

Bergamo, requiem per un Palazzetto dello Sport coperto di gloria
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di Giordano Signorelli

Il Palasport non ci sarà più. E se persino a noi che l’abbiamo vissuto solamente in epoca recente lascia una buona dose di tristezza, figuratevi cosa può pensare chi ha giocato, allenato e vinto all’interno di quell’impianto. Oppure chi lo ha calcato in prima persona nella seconda metà degli Anni Sessanta - l’inaugurazione risale al 1965 - per poi continuare a frequentarlo fino a oggi in altre vesti. Pallavolo, basket, tennis, boxe e chi più ne ha, più ne metta.

In quasi sessant’anni di storia, sono stati moltissimi gli eventi di primo piano disputati all’interno di un impianto che ha ospitato tantissimi atleti diventati poi affermati campioni.

Chiunque ha giocato nel palazzetto di Bergamo, anche da avversario, possiede sempre un ricordo particolare, perché l’atmosfera è unica. Le tribune vicinissime al campo consentono agli atleti di percepire sempre il calore del pubblico - che superava le tremila presenze nelle grande occasioni e senza le limitazioni vigenti oggi -, viceversa sugli spalti si ha la percezione della concentrazione dei protagonisti per un inusuale scambio di emozioni.

Emozioni che, ad esempio, Stefano Lavarini ha vissuto su entrambe le sponde. Prima da “avversario” come assistente di Novara, che ai tempi battagliava con la Foppapedretti per i vertici, poi da “nostro condottiero”, prima come assistente di Davide Mazzanti nell’anno dello scudetto (2010-2011) poi come allenatore dal 2012 al 2017 e vincendo la Coppa Italia nel 2016, ultimo trofeo conquistato dal club bergamasco.

«Due immagini nella mente. La prima volta che sono entrato nel più grande tempio della pallavolo era l’anno 97-98, Foppa-Ravenna - racconta Lavarini -. Luciano Pedullà, di cui ero uno dei giovanissimi assistenti a Omegna, mi portò a vedere la mia prima partita di Serie A. Mi sembrava di essere al Colosseo nell’antica Roma ad ammirare i gladiatori (...)

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