c'è chi dice no

Coppa del Mondo di snowboardcross alla Fara, la petizione di Legambiente per fermarla

La manifestazione è in programma il 23 e 24 gennaio. La scelta di imbiancare con neve della Valmalenco la strada che da Porta Dipinta conduce alla Fara è stata definita «completamente fuori luogo, sia dal punto di vista logistico che etico»

Coppa del Mondo di snowboardcross alla Fara, la petizione di Legambiente per fermarla
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Per Legambiente la tappa di Coppa del Mondo di snowboardcross alla Fara non s’ha da fare, tanto che l’associazione ambientalista ha anche lanciato una petizione su Change.org per chiedere che l’evento venga annullato. La manifestazione, in programma il 23 e 24 gennaio, al momento prevede che la strada che da Porta Dipinta conduce alla Fara venga imbiancata con l'utilizzo di neve trasportata dalla Valmalenco. Una decisione che Legambiente ha definito «completamente fuori luogo, sia dal punto di vista logistico che etico».

«Organizzare una coppa del mondo di snowboard in un borgo medievale cittadino significa non aver capito nulla dell'emergenza climatica globale, della necessità di cambiare obiettivi, di come tutelare e valorizzare i territori – attacca Elena Ferrario, presidente di Legambiente Bergamo –. Il folle, perché è il caso di definirlo tale, progetto della Federazione Internazionale Sci, patrocinato dal Comune di Bergamo e dalla Regione, era stato reso noto già questa primavera, ma si sperava che sarebbe stato abbandonato cogliendone l'inopportunità, in particolare in questo momento. Gli ambientalisti vengono spesso tacciati di essere “quelli del no”, ma sembra invece che chi governa debba dire di sì a tutto pur di dare visibilità a un territorio. Ci chiediamo come sia possibile che nessuno dei decisori abbia avvertito quanto fosse priva di buonsenso questa proposta. È uno schiaffo in faccia a chi ha capito che il cambiamento è indispensabile».

L’evento sportivo non sarebbe altro che un progetto teso a stravolgere la normalità e il paesaggio, nel nome della promozione turistica e sportiva. Un controsenso, visto che l’assenza del pubblico a causa dell’emergenza sanitaria tutt’ora in corso non avrebbe alcuna ricaduta positiva sulla città. Inoltre, i dati sulle temperature nel mese di gennaio, dal 2005 a oggi, mostrano che le condizioni climatiche non sarebbero indicate per un evento simile. Solo in quattro anni il 23 gennaio si sono registrate minime inferiori allo zero, mai temperature medie sotto i 3 gradi.

Tuttavia, a destare la preoccupazione maggiore, è il gran numero di camion che dovranno percorrere più volte le strade di Città Alta per allestire la pista di discesa. «Con tutte le difficoltà che da anni stanno attraversando i territori montani e vivono ancor di più in questo anno difficile per l’ulteriore isolamento a cui sono stati costretti a causa della pandemia, si decide di organizzare una Coppa del Mondo in città», conclude amareggiata la presidente Ferrario.

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