L'impresa

Moro e Tamara combattono nel gelo di Urdukas

Moro e Tamara combattono nel gelo di Urdukas
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Dal diario di Simone Moro si legge tutta la drammatica fatica dell'impresa sportiva, che in questi giorni sta portando avanti contro le intemperie, il freddo, la neve e il ghiaccio, per raggiungere la sua meta. Partito da Urdukas sta superando l'ostacolo del ghiacciaio del Gasherbrum insieme alla compagna di viaggio, nonché di vita, Tamara Lunger. Con loro ci sono Matteo Pavana e Matteo Zanga, fotografi della spedizione invernale a G1 e G2. l’obiettivo di Moro e Lunger è la salita del Gasherbrum e il concatenamento con il Gasherbrum II, completando così la prima traversata invernale di due ottomila in inverno. Ecco cosa ha scritto ieri: «Mattina freddissima a -31 ma con cielo limpido e dunque il successivo arrivo del sole ha fortunatamente reso più piacevoli le temperature. La giornata, la terza consecutiva di lavoro per altrettanti 10 km di movimento tra i crepacci e seracchi si è rivelata estenuante e quasi mortificante. Oggi ho spinto al massimo nella ricerca del passaggio finale che ci portasse finalmente al plateau sopra il ghiacciaio e la cascata di ghiaccio Siamo riusciti a rubare ancora qualche centinaio di metri attraversando ponti pericolanti di ghiaccio, saltando crepacci, consumando nervi e fegato pur di avanzare. Alla fine gli sforzi sembravano ripagati ma la sorpresa finale è arrivata. Ormai alla stessa altezza del Plateau un gigantesco e profondissimo crepaccio ci ha sbarrato la strada e la probabile gioia. Ho cercato il punto più stretto per valutare un eventuale salto ma la distanza era comunque troppa. Ho valutato 2,5 mt quel punto stretto, troppo per farlo in salita e con le racchette ai piedi. Abbiamo vagato per mezz’ora ala ricerca di un’alternativa ma non l’abbiamo trovata. Quel crepaccio taglia longitudinalmente tutto il ghiacciaio. Unica soluzione possibile una scaletta metallica di 3 metri che ricordo di aver visto al campo base vicino al campo militare a metà ghiacciaio Abruzzi. Siamo dunque tornati al Campo base e domani ci spariamo 8 ,5 km per andarcela a prendere e poi in spalla la porteremo con noi lungo tutto il tragitto tra crepacci e seracchi fino al grande e spero ultimo crepaccio finale. Speriamo sia sufficientemente lunga per attraversare l’abisso...».

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