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Simone Moro rinuncia (di nuovo) alla scalata invernale del Manaslu: condizioni meteo avverse

Il grande alpinista ha deciso di lasciare la spedizione, facendo prevalere «la testa sul cuore»

Simone Moro rinuncia (di nuovo) alla scalata invernale del Manaslu: condizioni meteo avverse
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«Le condizioni della montagna e meteorologiche anche quest’anno mi inducono a rinunciare. I miei limiti e le mie capacità sono altamente inferiori a quelle della Montagna che ho incontrato in questi tre inverni. L’accettazione di questo mi ha permesso fino ad oggi di sopravvivere ai miei sogni e far prevalere la testa al cuore».

Così oggi (22 febbraio), sui social, l'alpinista bergamasco Simone Moro ha annunciato il suo «arrivederci» al monte Manaslu, l'ottava cima del mondo, a causa delle condizioni meteorologiche avverse.

Moro era membro della spedizione di Alex Txicon, composta in tutto da sette persone. Il gruppo aveva aperto un nuovo percorso per la cima della montagna, tuttavia le condizioni del territorio e soprattutto quelle del tempo hanno indotto l'alpinista bergamasco a rinunciare alla scalata per evitare incidenti.

«Karl Gabl è stato il mio, il nostro compagno silenzioso di cordata. Oltre al suo bollettino, anche altri meteorologi sono stati contattati e quasi sempre le previsioni hanno coinciso. L’uomo è imperfetto e vulnerabile e io sono il primo ad esserlo. Ricevuto l’ultimo bollettino da Gabl, che prevede venti fortissimi oltre 175 km/h fino a inizio marzo, ho deciso di continuare a dargli fiducia e preferire la rinuncia a una stoica resistenza oltre il mese di febbraio. L’inverno finisce il 20 marzo, lo confermo, il permesso che abbiamo però scade il 28 febbraio. Si può chiedere un’estensione e forse è ciò che Alex e i suoi compagni stanno valutando nonostante impegni professionali e famigliari. Ci ho pensato anche io, ma ho riflettuto sui segnali che il destino e le vicende tragiche di questo 2021 mi ha mandato».

Moro aveva dovuto già rinunciare ad altre due spedizioni sul Manaslu, rispettivamente nel 2015 e nel 2019, sempre per le stesse motivazioni, ma anche questa volta ha ritenuto necessario far prevalere la prudenza sulla voglia di superare una sfida molto difficile. Ciò anche in ragione del fatto che l'anno si è aperto con diversi incidenti che hanno visto coinvolti colleghi. Il professionista ha quindi colto questi come dei segnali che invitavano al rispetto dei propri limiti e della montagna, un luogo che non va mai sottovalutato per i numerosi pericoli e insidie che può presentare.

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