Progetto di rilancio

Tramonta l'ipotesi cordata per salvare il Volley Bergamo. Bolis, Rovetta e Veneziani: «Non molliamo»

Paolo Bolis, Stefano Rovetta e Andrea Veneziani, pur esprimendo rammarico per la modalità con cui Ballarin ha comunicato la scelta di sfilarsi dall'idea, garantiscono il massimo impegno per tentare di salvare la squadra

Tramonta l'ipotesi cordata per salvare il Volley Bergamo. Bolis, Rovetta e Veneziani: «Non molliamo»
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«Le forze in campo stanno continuando a lavorare alacremente e senza sosta su un progetto di struttura in grado di garantire un futuro ad una delle realtà del volley femminile di riferimento per l'intero movimento pallavolistico italiano ed europeo». È il commento di Paolo Bolis, Stefano Rovetta e Andrea Veneziani dopo che dalle colonne di Corriere Bergamo è trapelata la notizia che Matteo Ballarin si sfila dalla cordata che puntava a rilanciare la squadra cittadina di pallavolo femminile.

Ballarin, socio di maggioranza relativa della BB14 (della quale detiene il 45% delle quote), aveva dichiarato di essere pronto a investire 450 mila euro in due anni per ricostruire una realtà sportiva di alto livello; proposta che però non ha visto grandi adesioni nell’ambiente bergamasco.

Tuttavia, secondo Bolis, Rovetta e Veneziani, imprenditori (non solo orobici) sarebbero al lavoro per concretizzare un'operazione che al momento appare impegnativa sotto il profilo economico. «Le improvvise decisioni e notizie apprese oggi (venerdì 16 aprile) a mezzo stampa da parte del signor Andrea Ballarin – commentano i tre promotori del progetto -, colgono in contropiede e complicano seriamente i piani, anche perché Ballarin avrebbe rappresentato una parte assai rilevante del progettato budget».

«Nonostante il vivo rammarico per le modalità e per il tempismo della scelta – concludono -, coloro che si stanno adoperando per salvare la squadra di volley femminile bergamasco nella massima serie, proseguiranno nei loro sforzi confidando nella rete imprenditoriale bergamasca che sta mostrando concretamente di crederci e di avere a cuore 30 anni di storia, non nelle parole, ma nei fatti».

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