L'escursione consigliata

Alla scoperta dei laghi di Cardeto, per vedere la primavera che colora le montagne

Questi specchi d’acqua di origine naturale trovano vita grazie alle acque di fusione provenienti dai vicini monti Grabiasca e Madonnino. Sono un tesoro incastonato nella media Val Seriana

Alla scoperta dei laghi di Cardeto, per vedere la primavera che colora le montagne
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di Angelo Corna

La primavera, seppur con qualche settimana di ritardo, è sbocciata sulle montagne bergamasche. L’inverno lascia il posto alle fioriture tipiche di questa stagione, regalandoci verdi crinali e paesaggi dai mille colori; bellezze uniche che caratterizzano le Orobie.

I laghi di Cardeto sono un piccolo tesoro incastonato nella media Val Seriana: questi specchi d’acqua di origine naturale trovano vita grazie alle acque di fusione provenienti dai vicini monti Grabiasca e Madonnino. Oggi riposano ancora ricoperti dall’ultima neve, abbracciati dalle tante fioriture di crocus che punteggiano la valle. Un caleidoscopio di colori destinato a scomparire in poche settimane. Scopriamolo insieme, passo dopo passo.

1 - Partenza da Ripa Bassa
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3 - Fioriture
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6 - Il monte CaBianca
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8 - Bivio per il giro dei laghi
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10 - Baita bassa di Cardeto
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12 - Rifugio Flavio Rodigari
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13 - Lago basso ancora congelato
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14 - Panorama
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Il sentiero trova partenza dalla frazione Ripa di Gromo. Possiamo posteggiare l’auto accanto alla chiesa di Ripa Bassa, oppure proseguire per circa un chilometro fino alla frazione di Ripa Alta. In questo caso, i posti auto sono limitati e nel week-end la possibilità di parcheggio è scarsa. L’escursione, marchiata dal segnavia Cai 233, è fin da subito caratterizzata da ampi panorami e verdi crinali: il sentiero, in questo primo tratto mulattiera, sale con pendenza costante e, lasciandosi alle spalle le abitazioni, si inerpica nel bosco di pini e faggi.

Bellissime baite ristrutturate e piccoli rivoli d’acqua ci porteranno, dopo circa un’ora di piacevole cammino, ai piedi di Baita Nedulo, posta a 1.455 metri di altitudine. Il sentiero abbandona il bosco e ci offre un ampio panorama sulle alte vette delle Orobie: dal Pizzo del Diavolo al Redorta fino ai vicini monti Grabiasca e Vigna Soliva. La mulattiera diventa sentiero e un piccolo ometto di pietre ci invita a piegare a destra: compaiono le ultime macchie di neve e le prime fioriture primaverili. Oltrepassiamo il bivio che sale da Gromo San Marino e raggiungiamo una grossa pietra che riporta le indicazioni per i sentieri presenti nella zona.

Neve, rivoli d’acqua e riflessi dipingono questa piccola ma suggestiva conca. A seconda del nostro allenamento, abbiamo diverse possibilità: i meno allenati possono fermarsi sulle rive del lago basso, posto a pochi minuti di cammino. Sarà comunque difficile restare delusi: migliaia di crocus formano uno dei tappeti più colorati e suggestivi che le Orobie ci possano regalare…

L’articolo completo, con i percorsi e le bellezze della zona, lo potete leggere sul PrimaBergamo in edicola da venerdì 14 maggio

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