Fino ai confini della Bergamasca per scoprire la bellezza unica del Passo San Marco
Da sempre amato da turisti, ciclisti e bikers, il celebre valico separa la provincia di Bergamo dalla Valtellina, toccando al suo culmine i 1.992 metri di quota
di Angelo Corna
Per il Passo di San Marco non servono presentazioni. Da sempre amato da turisti, ciclisti e bikers, il celebre valico separa la provincia di Bergamo dalla Valtellina, toccando al suo culmine i 1.992 metri di quota.
Il panorama a sud abbraccia tutta la Valle Brembana fino alla pianura e nelle giornate più limpide è possibile scorgere perfino il profilo degli Appennini. A nord, la vista spazia lungo la Valle del Bitto per arrivare fino alla Valtellina, sovrastata dalle Alpi Retiche.
In prossimità del valico sorge la storica Casa Cantoniera, che un tempo ospitava i viandanti che percorrevano la Via Priula, mentre poco distante si trova il più moderno rifugio Passo San Marco 2000, meta ideale per appassionati della montagna sia in estate che in inverno. In questa stagione, entrambe le strutture sono facilmente raggiungibili in auto e sono la perfetta base di partenza per scoprire le bellezze della zona. E la loro storia.
Raggiunto il Passo, vari segnavia indicano le possibili direzioni, che in questo punto di confine non mancano. Il sentiero per il monte Verrobbio è per escursionisti esperti e sale con pendenza costante in direzione del vicino monte Cimetto, posto a metri 2.099. Fin da subito la Valtellina si mostra in tutta la sue bellezza, rivelando tra le nuvole le vette del Pizzo Badile e del Pizzo Cengalo, montagne simbolo della valle.
Il tracciato prosegue lungo la cresta della montagna per quasi un’ora, alternando continui sali e scendi a fil di cielo. Prestando la massima attenzione, soprattutto all’erba scivolosa, raggiungiamo il colletto che separa la cresta che diparte in direzione del Pizzo di Val Carnera (a destra) dal monte Verrobbio (a sinistra). Noi pieghiamo in direzione di quest’ultimo, attenti agli ultimi saliscendi, sempre a filo di cresta, che ci porteranno sulla vetta della nostra montagna, a metri 2.139.
L’escursione non è ancora finita: sotto di noi, circa 50 metri più in basso, ci attendono il Passo di Verrobbio, il lago omonimo e le sue trincee. Questi ultimi metri presentano tratti ripidi ed esposti, vanno affrontati con piede fermo e richiedono un minimo di esperienza alpinistica. È possibile, per chi non volesse affrontare quest’ultimo tratto, abbassarsi dal colletto precedentemente citato…