L'escursione consigliata

Il rifugio Mario Merelli al Coca, un'ascesa che non fa sconti ma che regala meraviglie

Questa capanna si trova all'ingresso della Conca dei Giganti, a guardia delle vette più alte e maestose delle Orobie

Il rifugio Mario Merelli al Coca, un'ascesa che non fa sconti ma che regala meraviglie
Pubblicato:

di Angelo Corna

Il rifugio Mario Merelli al Coca si trova all'ingresso della Conca dei Giganti, a guardia delle vette più alte e maestose delle Orobie: il Pizzo Coca, il Pizzo Redorta e la Punta di Scais. Posto a 1.891 metri di quota, su uno sperone roccioso a picco sul sottostante paese di Valbondione, da oltre cent’anni è un punto di riferimento per alpinisti ed escursionisti.

L’ascesa a questo baluardo orobico non fa sconti ed è lasciata ai più esperti. La fatica viene ripagata da uno dei panorami più belli e affascinati delle nostre montagne.

1 - Sul Percorso
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4 - Il rifugio
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Il percorso classico si snoda a monte dell’abitato di Valbondione. Marchiato dal segnavia Cai 301, sale fin da subito ripido nel bosco, compiendo degli ampi zig-zag. Dopo mezz’ora di cammino ignoriamo la deviazione per Maslana e proseguiamo fino a raggiungere i 1.600 metri di quota. Ora il panorama si apre alle montagne della zona, gli alberi lasciano posto a prati e rocce. Dei ripidi gradoni in cemento e catene di sicurezza caratterizzano questo tratto: si sale quindi con attenzione per raggiungere il piccolo invaso Enel, posto poco sotto al rifugio. Si attraversa con un ponticello il torrente e, con un ultimo sforzo, ecco raggiunta la nostra meta.

Il rifugio, tappa intermedia del Sentiero delle Orobie, è anche raggiungibile dal rifugio Baroni al Brunone seguendo il segnavia Cai 302 (circa 5 ore e 30 di cammino) e dal rifugio Curò lungo il segnavia Cai 303 (3 ore e 30 di cammino).

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8 - Il Lago di Coca
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9 - Il Pizzo Coca visto da Valbondione
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La Capanna fu originariamente costruita nel 1919 dal Cai di Bergamo su progetto dell’ingegnere Luigi Albani per ricordare i soci morti durante la prima guerra mondiale. La struttura consisteva in un solo locale, adibito sia a cucina che a dormitorio. Nel 1957, su progetto dell'architetto Berti Angelina, venne considerevolmente ampliato, donandogli l'aspetto odierno e dotandolo di alimentazione autonoma tramite una turbina idroelettrica.

Il 30 settembre 2012 il Club Alpino Bergamasco ha intitolato il rifugio a Mario Merelli, alpinista di Lizzola deceduto durante un'ascensione alla Punta di Scais il 18 gennaio 2012. Oggi la struttura è gestita dalla famiglia Rodigari

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