Un bel giro ad anello sul monte Tisa, tra storia e leggende (senza dimenticare i panorami)
È una modesta vetta dimenticata, posta nel borgo di Cavlera e facilmente raggiungibile con una bella escursione
di Angelo Corna
Il monte Tisa è una modesta vetta dimenticata, posta nel borgo di Cavlera e facilmente raggiungibile con un appagante giro ad anello che vede come sfondo la bellezza della media Val Seriana. Il tracciato che ci porterà alla sua conquista si snoda tra storia e leggenda, quest’ultima dettata fin da subito dal Santuario di San Patrizio e dalle tante tribuline presenti che caratterizzano il percorso. Tra baite e cocuzzoli, leggende e panorami, possiamo dunque riscoprire questa docile montagna.
La nostra gita di snoda a partire dal paese di Vertova, borgo famoso per le cascate cristalline che durante la stagione estiva attirano centinaia di visitatori. Noi posteggiamo l’auto nel centro del paese, più precisamente in piazza Vittorio Veneto, dove il segnavia Cai 518 segna la partenza della nostra passeggiata. Il sentiero imbocca via Brini e sale lungo una ripida scalinata, continuando successivamente lungo via Moracchio. La bandiera bianco-rossa ci invita a piegare a sinistra e, in leggera ascesa, raggiungiamo via San Patrizio. Davanti a noi si presenta la prima santella della giornata: la Tribulina del Merel.
Proseguiamo lungo la mulattiera che sale in direzione del santuario, balcone panoramico sulla media Val Seriana; raggiunto quest’ultimo, possiamo concederci qualche minuto anche per riempire le borracce e assaporare la fresca acqua che sgorga dalla fontana adiacente alla struttura.
Lasciamo il santuario e continuiamo, ricalcando la strada che in parte taglia i tornanti e risale in direzione delle case di Bondo. Poco prima di raggiungere il paese ritroviamo il segnavia, che in prossimità di una tribulina prosegue alla nostra sinistra. Questo tratto del tracciato è conosciuto come Sentiero Honio e prende il nome dalla storica confederazione fra i paesi di Colzate, Vertova e Fiorano al Serio, risalente al XIII secolo. Noi continuiamo alternando tratti di bosco ad antiche mulattiere, oggi utilizzate per raggiungere i bellissimi borghi che, in lontananza, fanno capolino durante l’escursione…