1.400 chilometri in foto e video

Minuto 93', fischio finale e 5-0 fissato sul tabellino. I ragazzi di Gasperini vanno sotto la Curva, grande saluto come già visto tante altre volte. Poi, però, il dettaglio che rende magica una domenica pomeriggio in Ciociaria al seguito della Dea: gruppo a mani alzate, tifosi a mani alzate e un coro che parte potente. Ritmato, sentito e partecipato. «Bergamo, Bergamo, noi cantiamo tutti insieme Bergamo». A 700 km da casa, come se si giocasse allo stadio di viale Giulio Cesare. La sfida giocata allo Stirpe è spiegata tutta qui, non ci sono molti dettagli da aggiungere: quando un’emozione la vedi e la senti in questo modo, è giusto lasciare che ognuno la viva a modo suo.
L’arrivo a Frosinone: notte in viaggio per i bus. L’avvicinamento allo stadio di Frosinone, fatta eccezione per i più comodi che hanno viaggiato in treno fino a Roma e poi con macchina a noleggio verso la Ciociaria, è trascorsa in bus per molti altri tifosi, che hanno stipato ben otto torpedoni. La Curva Nord ha raccolto iscrizioni per riempire sei mezzi, Chei de la Coriera e Club Amici hanno aggiunto un mezzo a testa e tutti si sono diretti (comprese auto private e van da nove persone) verso lo stadio Benito Stirpe. Durante il viaggio di andata ci sono state alcune soste interessanti anche dal punto di vista culinario: "Chei de la Coriera" si sono attrezzati con generi di conforto sia per la colazione che per lo spuntino prepartita, mentre i ragazzi della Curva hanno puntato dritti allo stadio arrivando in zona settore ospiti verso le 11.45. L’impianto si trova in una zona periferica della città di Frosinone, giornalisti locali raccontano di uno stadio costruito praticamente da zero e il risultato, nonostante il largo uso di elementi metallici, non è affatto male.













Primo tempo: Var scassato e Dea in palla. La partita inizia con qualche minuto di ritardo per problemi tecnici al Var, al 42’ lo speaker annuncia addirittura che gli ultimi minuti della prima frazione si giocano senza nessun supporto tecnologico e qualcuno in tribuna sottolinea come sarebbe quello, allora, il momento migliore per colpire. La verità è che, a parte qualche fumogeno acceso in tribuna Nord, le emozioni per i ciociari sono tutte negative, con l’Atalanta che segna due gol (Mancini e Zapata) nonostante una prestazione non entusiasmante e un ritmo da partitella del giovedì. L’impressione, in campo come in curva ospiti, è che ci siano anni luce di differenza tra nerazzurri e gialloblù; Ilicic e Gomez girano molto al largo e quindi dentro l’area si vedono spesso le iniziative di Zapata e dei difensori in proiezione offensiva, con Pasalic (incredibile) mattatore della prima frazione. Quando Chiffi di Padova manda tutti a prendere qualcosa di caldo, i bergamaschi al seguito iniziano un quarto d’ora di spettacolo assoluto con un coro che non finisce mai e una voglia fisica, quasi carnale, di restare attaccati alla partita, ai giocatori e al campo che stupisce solo chi non li conosce.
























Secondo tempo, mareggiata colombiana allo Stirpe. Dopo il riposo, probabilmente anche grazie alle sollecitazioni del mister, la Dea accelera subito e arriva il 3-0 firmato ancora dal colombiano ma su assist di Djmisiti (avete capito? Lo stopper che serve l’assist), prima che Hateboer e Pessina servano allo stesso numero 91 nerazzurro palloni che vanno solo spinti in rete per la gioia del piccolo Zapata di famiglia che, ancora una volta, vede il papà tornare a casa con un pallone. Fino alla fine, i tifosi atalantini continuano a cantare mentre quelli di casa un po’ si abbacchiano. E se per gli annali sono importanti sia l’esordio di Kulusevski (classe 2000) che di Reca (nazionale polacco), è impressionante registrare come Zapata cannibalizzi una partita confermandosi cecchino infallibile: su 10 tiri tentati, 8.1 finiscono alle spalle del portiere avversario. Ilicic e Sportiello negli ultimi minuti innescano un duello che vede uscire vincitore il portiere ex di giornata, ma il numero 72 è comunque soddisfatto per una vittoria da applausi e per una festa finale degna di questo nome.
Il rientro: gli ultimi arrivi a Bergamo alla 1.15. I più fortunati, dopo la partita e la conferenza di Gasperini salgono sullo stesso aereo dell’Alitalia che prende la squadra alle 18 e alle 19.45 sono a casa; i bus e le auto si rimettono subito in viaggio verso Bergamo con tutti i viadotti tra Frosinone e Roma presidiati dalle forze dell’ordine per evitare brutte sorprese dai laziali in movimento verso Napoli, ma nel complesso chi si merita davvero grandi applausi è il gruppo di amici che chiude con 18-19 ore di bus ben 1.400 km di trasferta in giornata senza grandi soste.
"Chei de la Coriera" decidono di fermarsi a Sassomarconi per la cena e grazie anche alla presenza di una fisarmonica partono presto cori e applausi da stadio. Sul campo la Dea ha ottenuto un’altra straripante vittoria ma quello che è più bello da sottolineare sono le tante piccole e grandi cartoline che arrivano dal viaggio di chi in tv, l’Atalanta, proprio non la sa guardare. Adesso arrivano due partite interne (quella con la Roma si gioca oltre un mese dopo Atalanta-Juventus 2-2) e in pochi giorni ci sarà la nuova sfida ai bianconeri per la Coppa Italia. Stiamo sognando, ma nessuno abbia fretta: i momenti esaltati vanno vissuti piano piano, senza lasciare nemmeno un briciolo di emozione per terra.