In Sudafrica e Sudamerica

Alberi che crescono sottoterra è la meraviglia della savana

Alberi che crescono sottoterra è la meraviglia della savana
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Gli alberi crescono verso l’alto, espandono i loro rami e creano cupole di legno e foglie, gradito refrigerio durante la calura estiva e confortevole riparo durante le piogge autunnali. Questo lo sappiamo, non perché l’abbiamo studiato, ma perché ce lo dice l’esperienza di tutti giorni. Eppure, non tutto quello che non si vede non esiste: ci sono infatti alberi che crescono completamente sottoterra. In superficie spunta soltanto qualche ramoscello, qualche sparuta fogliolina, cosicché nulla lascerebbe presagire che, sotto ai nostri piedi, si estenda un intreccio nascosto di rami. Queste specie di piante “all’incontrario” sono quasi indistruttibili: alcune possono vivere per più di 10 mila anni.

Il loro habitat naturale è costituito dalle savane, ecosistemi che coprono quasi il 20 percento della superficie abitabile della Terra e che hanno cominciato a diffondersi rapidamente circa 8 milioni di anni fa, oppure, secondo alcuni studiosi, 6 milioni di anni prima della comparsa degli ominidi. Il clima è arido e ostacola la crescita degli alberi, benché durante la stagione delle piogge vi possa crescere più vegetazione rispetto a quella delle foreste. Oltre ad essere la casa dei grandi mammiferi (elefanti, rinoceronti, ippopotami, leoni), hanno anche ospitato i primi esseri umani. I ricercatori ritengono che la conformazione della savana, con i suoi spazi aperti e pianeggianti, abbia aiutato i nostri antenati a sviluppare la deambulazione su due gambe.

Questo particolare tipo di ambiente si sarebbe diffuso in seguito all’autocombustione della vegetazione, facilitata dalla secchezza del clima e delle alte temperature: basti pensare che due incendi in piena stagione delle piogge sono tutt’altro che infrequenti, in certe regioni dell’Africa. L’erba ricresce rapidamente e si espande occupando i luoghi in cui una volta sorgevano foreste. Gli alberi, però, hanno sviluppato delle tecniche di sopravvivenza. Alcuni di questi si sono dotati di cortecce tanto spesse da isolarli dalle fiamme. Grazie a questo stratagemma ignifugo, il tronco non viene danneggiato nemmeno quando l’albero viene raggiunto dall’incendio. Altri invece – e con questo torniamo all’oggetto della nostra attenzione -, hanno scelto di ritirarsi sottoterra. I loro rami possono raggiungere un’ampiezza di 10 metri, intrecciarsi con quelli di altri alberi e formare così un vero network ligneo. Che però non si vede.

 

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                                                                              [Geoxylic suffrutices]

 

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I germogli e le foglie visibili in superfice sono così sottili che ricrescono facilmente, anche dopo essere state divorate dal fuoco. La pianta non riceve nessun danno vitale e riesce a sopravvivere agevolmente. Fino a questo momento, i ricercatori hanno catalogato 200 specie, di cui almeno 30 si sono evolute indipendentemente le une dalle altre, sia in Sudafrica che in Sudamerica. Pare inoltre che il processo evolutivo sia incentivato (involontariamente) dal processo di deforestazione causato dall’uomo. Toby Pennington, del Royal Botanic Garden Edinburgh, avverte: «Gli alberi sotterranei si sono evoluti rapidamente, anche se questi “veloci” cambiamenti si misurano su una scala di centinaia di migliaia di anni come minimo. Ma la speranza che la rapida evoluzione ora preserverà le foreste che sono esposte al fuoco causato dall’uomo sarebbe mal riposta. Le piante non saranno mai in grado di evolversi così rapidamente da stare al passo con queste sfide indotte dall’uomo». E ha aggiunto: «Ci sono foreste che non si vedono. Ma le potresti vedere, se potessi dare un’occhiata sottoterra». Darwin direbbe che è evoluzione naturale; a noi sia concesso dire che c’è del meraviglioso poetico, nella realtà degli alberi a capofitto.

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