Bergamospia (si dice, non si dice) 3 bergamaschi alla scuola di Renzi
Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.
«Adesso i miei sogni stanno bene»
Chi sono i profughi che arrivano in Bergamasca? Non lo sappiamo. Hanno provato a spiegarcelo loro. Domenica scorsa, durante la festa per la Giornata del Migrante a Cenate Sotto, i cinque richiedenti asilo ospitati da don Enrico D'Ambrosio hanno preso la parola per ringraziare e raccontare. «Dalla Costa D’Avorio (Daloa), sono partito per il Burkina Faso - ha ricordato Tuo Zonlehoua - ma qui mi sono ammalato e sono stato ricoverato in ospedale dove mi hanno operato alla pancia. Poi mi sono diretto verso il Niger. In Libia per tre mesi sono stato messo in prigione perché non avevo i soldi per pagare i soldati; dalla prigione sono riuscito a fuggire a Tripoli e da qui sono arrivato in Italia il 9 giugno 2015. Io ringrazio l’Italia per l’accoglienza calorosa. Ringraziamo chi è capace di un’accoglienza così calorosa. Ancora di più perché noi abbiamo attraversato molti paesi; per il colore della nostra pelle siamo stati rifiutati da alcuni. In Italia e precisamente a Cenate Sotto ci hanno preso come i loro figli e come i loro piccoli fratelli».
«Quando nel 2011 mio papà è stato ucciso durante le elezioni – ha aggiunto il connazionale Lassine Bamba - sono scappato in Libia. Qui ho lavorato dal 2012 al 2015 come muratore. La persona dove lavoravo non mi ha pagato, ma conoscendo i libici ci ha condotti direttamente sulla riva del mare. Tanti uomini erano seduti per terra. I libici avevano le armi puntate. "Devi lasciare il Paese, devi morire per forza sulla barca", dicevano. Il giorno dopo gli italiani sono venuti a salvarci sull’acqua. Un mio amico mi ha trovato su Facebook, ha chiamato mia moglie e i miei figli. Gli ha detto: ho ritrovato il papà! Io non ho mai visto il mio secondo figlio Chaca, solo su Facebook. Qui, adesso, sono tranquillo nella testa, i miei sogni stanno bene».
Democrazia in casa Trussardi, lo dice la Hunziker
Michelle Hunziker si confida sul numero di Oggi in edicola: «Io quasi quarantenne? Ma se ho un età biologica di 15 anni!». La signora Trussardi, che compirà 39 anni il 24 gennaio e dal 25 tornerà a dirigere Striscia, compare in un servizio fotografico realizzato dalla figlia Aurora (avuta da Eros Ramazzotti). Tra le due c'è un legame molto intenso. «Ho sempre sperato di diventare nonna prestissimo. Anzi, di più. Sarebbe bello, tra due o tre anni, restare incinte insieme. Bel colpo di scena, eh? Veder crescere insieme il nipote e lo zio». Quanto al rapporto con il marito Tomaso, la Hunziker rivela che in casa Trussardi vige la completa democrazia: «Siamo veramente alla pari. Da noi tutto è condiviso, discusso. Se lui un giorno deve lavorare dalle 5 del mattino alle 22, sono io che lo accolgo a casa con una bella cena. Ma se sono fuori, sarà lui ad accogliermi con le bimbe già “bagnettate” e pronte per la nanna».
Cyberbullismo, cresce l'allarme
Allarme in rete per l'uso che ne fanno giovani e giovanissimi. Cyberbullismo e non solo: affiora anche una pericolosa deriva esibizionista. Secondo il Corriere Bergamo, nel 2015 la questura ha raccolto 80 denunce. Molte riguardano scritte moleste e offensive vergate sul grande muro dei social, altre fanno emergere i casi (crescenti) di ragazzine che si lasciano fotografare svestite e poi abbandonano lo scatto alla mercé di chiunque, lasciando che rimbalzi di smartphone in smartphone. Capita anche alle elementari. Ma le 80 denunce sono solo la punta dell'iceberg. Molti genitori preferiscono evitare di rivolgersi alle forze dell'ordine, per vergogna o perché aggiustano le cose senza troppi clamori. Ma anche perché, spesso, considerano questi comportamenti semplici “ragazzate”. «Salvo poi disperarsi quando accade qualcosa di grave», sottolinea Marilisa Zappella, presidente del Comitato dei genitori.
Tre bergamaschi alla scuola di Renzi
Piccoli Renzi crescono. Ci saranno anche tre giovani bergamaschi alla scuola di politica del Pd voluta dal premier. I tre eletti sono la ventenne Elisa Biffi (già da tre anni nel partito), Niccolò Carretta (enfant prodige sbocciato nel laboratorio di Gori) e Clara Colombo (segretaria dei giovani Pd). L'Eco scrive che il supercorso inizierà il 6 febbraio: 5 weekend “full immersion” per 300 under 35 di tutta Italia, ovvero la classe politica di domani. In cattedra si alterneranno relatori “qualificati”, persino qualche ministro e, magari, addirittura il premier.