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Bergamospia (si dice, non si dice) La doppia zeta della Parodi

Bergamospia (si dice, non si dice) La doppia zeta della Parodi
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta. 

 

Cristina Parodi “cinguetta” e stecca
“Donizzetti” con due zeta, per due volte

   


Donizzetti, con due zeta. Cristina Parodi “cinguetta” su Twitter e stecca clamorosamente sul cognome del compositore. Presa dall'entusiasmo della “Donizetti night”, mette la doppia dove non c'è mai stata. «È la notte di Donizzetti e si sentono arie in tutta Città Alta». Un refuso? Possibile, capita anche ai migliori giornalisti. Qualche dubbio viene, però, visto che la prima cittadina concede il bis un'ora dopo, quando twitta per la seconda volta: «Commovente partecipazione alla serata dedicata al grande Gaetano Donizzetti». Di nuovo. Spiace fare i maestrini, ma per la moglie del sindaco di Bergamo l'errore è davvero da matita rossa. Anche perché commesso due volte di fila. Repetita non iuvant.

 

Chef Cannavacciuolo piomba a Bergamo
tra i suoi incubi spuntano i casoncelli

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Antonino Cannavacciuolo sbarca a Bergamo per la nuova puntata di “Cucine da incubo”. A turbare i sonni dello chef star, stavolta è “Il Borgo” di via San Lazzaro. L'episodio, registrato nell'inverno scorso, andrà in onda stasera su Fox Life (Sky, canale 114) alle 21. Il copione è quello di sempre: l'imponente Cannavacciuolo piomba nel ristorante che ha chiesto il suo aiuto per rilanciare l'attività. Il barbuto chef vede, assaggia, si infuria e distribuisce bruschi consigli per imparare a cucinare come si deve. Sarà curioso vedere come se la cava – lui che è grande interprete del piatto di mare di tradizione meridionale – nel confronto con le robuste specialità bergamasche. Chissà che alla fine non sia proprio un bel piatto di casoncelli a scacciare i suoi incubi.

 

I soldati di Gheddafi spuntano nella Bassa...

Truppe-libiche-Getty-AFP

Avevamo le truppe di Gheddafi in casa e non lo sapevamo. L'Eco di Bergamo realizza un bel servizio sulla fonderia Metal di Urgnano e salta fuori che nel piazzale è allineato un plotone di soldati di bronzo del fu Colonnello. Tutti diversi l'uno dall'altro, in plastica posa guerresca. Scolpiti e arruolati su ordine di uno dei figli di Gheddafi, dovevano essere un omaggio al padre per il 40° del suo regime. È andata come è andata e i soldati sono rimasti lì, abbandonati al loro destino come un'armata sconfitta. La Metal, per fortuna, fa parlare di sé anche per molto altro. Riproduce una antica lega metallica che desta l'interesse del Louvre, incuriosisce i giapponesi con il suo procedimento di fusione. Siamo al centro del mondo e non ce ne rendiamo conto.

 

Ma quali alpini nelle strade e soldati sui treni:
Torre Boldone si sente sicura con i suoi Navy Seals

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L'onorevole bergamasco Gregorio Fontana vuole riportare gli alpini nelle strade, il governatore Roberto Maroni pretende di schierare i soldati sui treni lombardi. Poi ti accorgi che per tenere alla larga le brutte persone non ci vuole mica l'esercito. Basta un manipolo di volontari, in questo caso quelli di Torre Boldone, per riportare un po' di sicurezza sul territorio. Secondo il sindaco, il vulcanico Claudio Sessa, «i furti in casa sono diminuiti del 90%». Merito, dice, dei pattugliamenti (non chiamatele ronde) dei cittadini, che hanno scelto un corredo decisamente hi-tech per vegliare nel buio: visori notturni e torce a infrarossi. Poveri ladri, c'è da capirli. Vero è che i volontari sono disarmati, ma così conciati fanno più paura dei Navy Seals. Meglio evitare incontri ravvicinati.

 

Piazza Dante, c'è una Domus da spostare
(meglio due tavolini vuoti che uno pieno)

Domus

Che fine farà la Domus di piazza Dante? Utilizzata per incontri e convegni, ma anche adibita in parte a ristoro che propone cibi e vini del territorio, lo “scatolone” sarà donato al Comune alla fine del periodo Expo. Gori sarà libero di riempirlo con i contenuti che vorrà, tenendolo dov'è, oppure spostandolo. Danilo Minuti e Davide De Rosa, consiglieri della Lista Tentorio, vogliono sapere che fine farà. Quindi interpellano sul tema il sindaco, che tra le altre cose è anche assessore al commercio, facendogli notare che in zona ci sono «attività commerciali stabili che sostengono elevati costi». Insomma, tra le righe si legge una preoccupazione: la Domus potrebbe continuare a fare concorrenza ai bar vicini. Non sia mai. Concetto già sentito settimana scorsa, scandito da alcuni esercenti per censurare l'apertura del chiosco estivo nella stessa piazza. Riassumiamo. Se uno si siede al tuo tavolo, non si siede al mio. Pazienza se poi passa un altro e, vedendo che non c'è posto, si accomoda in quello vicino. Piuttosto che vedere pieno il tuo, preferisco resti vuoto anche il mio.

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