Cose di casa nostra

Bergamospia (si dice, non si dice) Chi è il guerriero accanto a Pinilla?

Bergamospia (si dice, non si dice) Chi è il guerriero accanto a Pinilla?
Pubblicato:
Aggiornato:

Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

 

Sui laghi bergamaschi la sicurezza è fai da te
Meglio fare il bagno un weekend sì e l'altro no

Endine_lago

Inizia la stagione balneare e si scopre che i laghi bergamaschi sono poco o per nulla sorvegliati. Sul Sebino – come spiega l'Eco -  vigilano le associazioni di volontari, ma solo tra sabato pomeriggio e domenica sera (esclusa la notte). Il soccorso medico, però, anche questo su base volontaria, funzionerà un weekend sì e l'altro no. Se uno non sa nuotare, è bene che prenda nota sul calendario. La sicurezza resta completamente fai da te sul lago d'Endine, completamente sguarnito di presidi e controlli. Nessuno si è preoccupato di organizzarli. Servirebbero fondi che, in tempi di spending review, non ci sono. I Comuni incassano l'Imu delle seconde case, ma non trovano i soldi per pagare il bagnino.

 

Toglietemi tutto, ma non il mio suv
I selvaggi della sosta restano in mutande

citta-alta-nuova-raffica-di-multesi-salvano-solo-i-motorini-video_8938c0c8-1815-11e5-bf3d-efbb94cf744a_998_397_big_story_detail

I selvaggi della sosta danno l'assalto alle Mura. Passi per qualche motorino fuori posto, ma non è accettabile vedere auto parcheggiate ovunque. Sabato sera un macchinone era stato lasciato addirittura sul curvone del Seminario. La polizia locale non si fa pregare e stacca multe che è un piacere: una sessantina in un colpo solo. Le navette ci sono, ma viaggiano praticamente vuote. Un po' come quelle che portano ad Astino. Non c'è niente da fare. Pur di non prendere l'autobus, il bergamasco è disposto a rischiare il salasso. Parafrasando il celebre spot, toglietemi tutto ma non il mio suv. L'auto è come il vestito: impossibile uscire senza, soprattutto il sabato sera. A costo di rimanere in mutande.

 

L'Eco scaglia un sasso nella palude criminale
E le infiltrazioni mafiose vengono a galla

guardia_di_finanza

Da due giorni l'Eco di Bergamo porta avanti un'inchiesta coraggiosa, firmata da Stefano Serpellini. Si parla di omicidi irrisolti, truffe e intimidazioni. Con imprenditori che finiscono sul lastrico, rovinati da oscuri personaggi vicini ai clan. Un tentativo, finalmente, di andare oltre il fatto di cronaca e squarciare il velo sulle infiltrazioni mafiose che inquinano anche il nostro territorio. Uno sforzo di guardare il buio che si nasconde oltre la siepe, in una provincia dove ancora troppi credono che la mafia, sempre che esista, abiti altrove. Basta invece aver la forza (o la voglia) di aprire gli occhi per accorgersi che Bergamo non è un'isola felice, che forse non lo è mai stata. Nel sottobosco imprenditoriale razzolano animali pericolosi, parassiti che mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende prese di mira. Un mondo torbido, sempre attento a non agitare le acque. Il cronista dell'Eco invece ha scagliato un bel sasso nello stagno. Senza nascondere la mano.

 

Pinilla, selfie con il guerriero misterioso
Il Cile perdona chi sa combattere

pinilla-vidal

Il Cile prosegue la sua marcia inarrestabile in Coppa America e Mauricio Pinilla twitta un selfie d'autore. C'è lui con la tuta “roja”, accanto a un compagno nascosto sotto l'elmo di un antico guerriero. «Indovina il personaggio», sfida divertito Pinilla. Fin troppo facile la risposta. Trattasi di Arturo Vidal, il “Guerrero” juventino che di questo Cile è l'idolo indiscusso, non c'è ritiro della patente che tenga. Tutto il Paese si è schierato dalla parte del mediano dopo l'incidente in Ferrari. «Ho sbagliato», ha detto re Arturo. E il popolo lo ha perdonato. Fosse successo a un calciatore azzurro, lo avremmo massacrato. Invece il Cile ha alzato lo scudo. E Pinilla, pure lui gran combattente, si è schierato al suo fianco.

Seguici sui nostri canali