Bergamospia (si dice, non si dice) Quelle auto che bruciano a Orio

Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.
Ad Orio tornano a bruciare le auto in sosta
Meglio togliersi le fette di salame dagli occhi
Cosa succede a Orio al Serio? Come tre anni fa, riprendono a bruciare le auto. Allora ad agire fu una banda che mirava al controllo dei parcheggi, stavolta chissà. Il rogo si è verificato in un'area non più adibita alla sosta. Nove vetture e due furgoni abbandonati (da chi? Mistero nel mistero) sono andati in fumo. L'unica cosa certa è che non si tratta di autocombustione. I mezzi erano distanti tra loro, improbabile che le fiamme siano saltate da uno all'altro. Forse la mano che ha agito voleva lanciare un segnale. L'area è inutilizzata, dunque appetibile. Piromani? Mah. Il business dei parcheggi attorno all'aeroporto lievita di mese in mese, ormai è diventato un'industria. Girano tanti soldi e in questi casi, inutile tenere le fette di salame sugli occhi, gli appetiti della criminalità organizzata si scatenano. Tre anni fa ci scapparono una gambizzazione di un cassiere, atti intimidatori in serie, una navetta carbonizzata. Ad un certo punto i carabinieri scorsero persino l'ombra della camorra e per un attimo pensarono di trasmettere il caso all'Antimafia di Brescia. Lo stesso procuratore capo Dettori parlò di “metodo mafioso”. Il processo (di primo grado) tuttavia non trovò traccia dello zampino dei clan. Con un dubbio lasciato per strada: il presunto gambizzatore non fu arrestato a Bergamo, ma a Mondragone, in Campania. Per associazione di stampo mafioso, guarda tu che combinazione. L'episodio di lunedì notte – pur non risultando legami con i fatti di tre anni fa - deve far rialzare le antenne. Anche perché c'è un altro precedente inquietante. L'anno scorso, in agosto, qualcuno tagliò gli alberi a margine dell'area dove si stava realizzando il nuovo parcheggio della Sacbo. Vandali? Mah.
Scooter parcheggiati sul percorso per ciechi
Storie di quotidiana inciviltà fuori dal supermarket
Piccole storie di inciviltà quotidiana. Fuori dall'Esselunga di via San Bernardino, regolarmente, i clienti scooteristi parcheggiano sul percorso giallo tracciato per i non vedenti. Probabilmente molti non se ne accorgono, o comunque non se ne curano. Nessuno, tantomeno, interviene. Il supermarket resta così off limits per chi soffre di una grave disabilità. E i veri ciechi siamo noi, che guardiamo e passiamo oltre.
Stromberg e il ricordo dei Bortolotti
Quella lunga telefonata senza parole
Brividi alla Festa della Dea. Quando il Bòcia chiede a Glenn Stromberg di ricordare la figura di Cesare Bortolotti, di cui cade il 25° della scomparsa, l'ex bandiera racconta un episodio che commuove persino i duri della curva. Quando Cesare muore, Stromberg è in ritiro con la Svezia: è l'estate di Italia '90, c'è da sfidare il Brasile. Riceve una chiamata, è Achille Bortolotti. «Puoi venire?». Stromberg affronta il Brasile, poi si precipita a Sarnico. In ufficio trova il commendatore, che subito impugna il telefono e poi lo porge allo svedese. Dall'altra parte del filo, la mamma di Cesare. Un minuto di silenzio, spiega Glenn, perché come fai a trovare le parole. Quando riattacca, il commendatore lo guarda e lo rincuora: «Almeno avete pianto insieme».
Bella la movida, purché rispetti la quiete altrui
Ad Astino si esagera. E alla Festa della Dea...
Movida sì, però da maneggiare con cura. E soprattutto con rispetto per la quiete altrui. Mai come quest'anno la vita notturna impazza per Bergamo e dintorni. Ai locali di Borgo Santa Caterina è stato messo il silenziatore, ma gli eccessi vanno in scena anche altrove. Ad Astino, per esempio. Da monastero a divertimentificio il passo è stato fin troppo breve. Sosta selvaggia, bevute in compagnia, addirittura fuochi d'artificio che decollano dal chiostro per un addio al nubilato, segnala un residente al Corriere. Va bene rivitalizzare il complesso, ma forse si è andati oltre. Così come hanno un po' esagerato, per restare in tema pirotecnico, quelli della curva. La Festa della Dea si è chiusa con i botti, letteralmente. Una raffica di fuochi sparata a mezzanotte e mezza, che si è vista (e sentita) fino in città. A quell'ora però, causa caldo, molti dormivano con le finestre aperte. Persino qualche tifoso, che il Bòcia lo perdoni.