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Bergamospia si dice, non si dice Visit Bergamo scivola su Maometto

Bergamospia si dice, non si dice Visit Bergamo scivola su Maometto
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

 

Gregucci entra nella storia e ricorda Morosini

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L'Alessandria (Lega Pro) batte 2-1 lo Spezia e irrompe nelle semifinali di Coppa Italia. Un traguardo storico, che eguaglia quello del 1936: il primo marzo sfiderà il Milan. Sulla panchina dei grigi c'è Angelo Gregucci, che a Bergamo durò solo una manciata di partite. Nel 2009 quattro sconfitte di fila gli costarono l'esonero. Ieri sera Gregucci ha festeggiato: una bella soddisfazione, dopo tante amarezze. E nel momento più bello della sua carriera di allenatore si è ricordato di un giovane talento allenato ai tempi Vicenza. «La dedica di questa serata va ad un ragazzo che ho allenato e che non c'è più: si chiama Piermario Morosini». Giù il cappello.

 

Visit Bergamo sceglie il testimonial: Maometto

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Nel bel mezzo dell'infuriare della polemica sulla moschea in città, Visit Bergamo arruola come testimonial nientemeno che il Profeta. Su Twitter l'ente turistico pubblica una bella foto delle Orobie e poi allegramente cinguetta: «Se Maometto non va alla montagna, la montagna arriva a Bergamo». A parte l'infelice e confusa inversione del modo di dire attribuito al fondatore dell'Islam, c'è da chiedersi se quelli di Visit Bergamo vivano fuori dalla realtà. Con i leghisti già sul piede di guerra contro lo “sceicco Gori”, forse era il caso di scegliere un altro slogan. Più azzeccato e meno improvvido.

 

Al Lussana un materasso in classe

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Al liceo Lussana si sono inventati la classe “destrutturata”. Niente banchi in fila per due, ma tavolini colorati, sgabelli sparsi, poltroncine e persino un comodo materasso nel bel mezzo dell'aula. L'idea di fondo è demolire la classica lezione frontale, sostituendola con un metodo di apprendimento più partecipato e attivo. Tutto, però, dipenderà dal docente. Perché se sarà noioso, sai che belle dormite su quel materasso.

 

Danno e beffa per Gori, che tampona con la Cinquecento (della Parodi)

Al voto

Danno e beffa per il sindaco Giorgio Gori. Sabato pomeriggio, in via Borgo Palazzo, ha tamponato un suv con la Cinquecento rossa fiammante di sua moglie Cristina Parodi (come l'avrà presa?). Nulla di grave, ma l'utilitaria non ha più voluto saperne di ripartire. Così il sindaco l'ha spinta nel parcheggio più vicino, una piazzola per disabili. Gori ha lasciato un biglietto per avvisare dell'accaduto e scusarsi anticipatamente dell'irregolarità, ma non è servito. Il carro attrezzi non è arrivato e la Cinquecento è rimasta sul posto fino a domenica mattina, quando un residente ha chiamato i vigili per farla rimuovere. E il sindaco adesso, oltre a pagare 150 euro di multa, si vedrà togliere pure due punti dalla patente.

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