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Il ritorno alla gioia nerazzurra

Il ritorno alla gioia nerazzurra
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La prima volta del time-out a Bergamo, la quarta sinfonia di Kessie con l’incredibile siparietto sul calcio di rigore, Gasperini appollaiato sulla scala dietro al Pitch View per seguire gli ultimi minuti dopo l’espulsione e la grande gioia finale per i primi 3 punti della stagione. È stato un pomeriggio caldissimo al Comunale di Bergamo (anche meteorologicamente parlando), con i quasi 15mila accorsi sugli spalti che hanno assistito a un po’ di tutto ma che, soprattutto, al fischio finale hanno potuto finalmente gioire per una vittoria.

La Dea è scesa in campo per la prima volta in stagione con la difesa a 4, ma i dettagli tattici in questo caso non sono così importanti visto che Gasperini ha cambiato modulo almeno 4-5 volte e, nel complesso, la Dea è piaciuta addirittura un po’ meno rispetto alle prime due uscite contro Lazio e Sampdoria. Le sorprese non sono certo mancate e appena arrivate le formazioni, in Tribuna gli occhi di tanti si sono sgranati.

 

 

Pinilla titolare e difesa a 4: Gasp sorprende tutti. Intorno alle 14, quando sono state distribuite le formazioni ufficiali, la faccia degli addetti ai lavori ha mostrato tutto lo stupore. In sala stampa tanti son stati spiazzati e in Tribuna i commenti si sprecavano: ma come, dentro Pinilla che è arrivato solo venerdì e fuori Paloschi? E poi la difesa a 4, nonostante Gasperini usi lo schieramento a 3 sempre e comunque. I volti dei tifosi, soprattutto quelli più critici con il nuovo tecnico per l’avvio con zero punti raccolti, erano tutto un programma. Durante il riscaldamento il sostegno non è comunque mancato e in Curva sono state fin da subito sventolate un sacco di bandiere neroblù, oltre ai soliti bandieroni che per l’occasione sono diventati uno in più: su un vessillo nerazzurro è stata infatti impressa la scritta “Insieme da sempre, Insieme per sempre”, che ricorda una volta in più i due amici ultras Spaka e Biofa scomparsi poche settimane fa durante una gita in montagna.

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Il doppio rosso a Mihajlovic e i fischi al time-out. In avvio di gara, complice il gran caldo e l’altissimo tasso di umidità, il gioco non ha particolarmente impressionato e per vedere la prima vera occasione della Dea i tifosi hanno dovuto attendere una ventina di minuti abbondanti. Nel complesso, la prestazione di Pinilla non ha certamente aiutato i compagni nella costruzione della manovra e gli unici momenti degni di nota sono arrivati alla mezz’ora e poco più avanti. Da questa stagione, per regolamento, se la temperatura è elevata il direttore di gara ha facoltà di intervenire per concedere alle squadre un time-out ristoratore vicino alle panchine. La novità, però, non è piaciuta ai tifosi e dalle tribune si sono sentiti parecchi fischi; mentre i 22 titolari erano radunati attorno a Gasperini e Mihajlovic, la Curva e il resto dello stadio hanno fatto chiaramente capire che certe cose, per chi ha in testa il calcio old style, sono inconcepibili. Alla ripresa, invece, il Torino è rimasto senza allenatore in panchina e il tecnico granata ha subito pure la doppia espulsione: prima da Mariani di Aprilia e poi da un simpatico tifoso della Nord che si è arrampicato sul vetro per sventolargli in faccia il cartellino con tutta la Curva a sostegno.

 

 

Sportiello, Masiello, Kessie e quel rigore a tutti i costi. Dopo il riposo, la Dea ha cercato di alzare un po’ il baricentro, ma la rete di iago Falque (Sportiello ancora una volta non è parso impeccabile e il pubblico ha rumoreggiato) sembrava aver ricacciato nell’incubo squadra e tifosi. Per inciso: l’esultanza del giocatore granata sotto la Curva Pisani non è piaciuta ai più, ma fortunatamente non è successo nulla di particolare. Dopo lo svantaggio, per qualche secondo i tifosi sono parsi bloccati, ma ci ha pensato subito Masiello a rimettere la Dea in carreggiata. Nel finale di gara, con la squadra bloccata su un 5-4-1 che diventava 4-4-2 in fase di attacco, ecco la verticale che non ti aspetti: lancio di Sportiello per Gomez, il piccolo numero 10 argentino entra in area e De Silvestri lo stende nettamente. Rigore. L’occasione sembra giusta per Paloschi e invece il numero 19 orobico (forse per via di qualche superpotere che la vecchia maglia di Denis gli trasmette) prende la palla e non vuol sentire ragioni: batte lui. Ci prova Paloschi, ci prova Raimondi ma nulla da fare. Kessia vuol tirare. E tira: palla da una parte, portiere dall’altra. Il ragazzo ha avuto ragione. È vero, se dalla panchina si decide che i rigori li calcia uno tra Paloschi e Gomez non è giusto che il primo che passa faccia di testa sua, ma è altrettanto vero che una simile dimostrazione di personalità da un ragazzo così giovane non si vedeva da anni a Bergamo. Soprattutto se parliamo di un centrocampista che si trova pure ai vertici della classifica cannonieri.

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Gasperini appollaiato e l’urlo finale. Dopo il rigore, Kessie ha perso una brutta palla concedendo la ripartenza al Torino. Nell’occasione Gasperini si è arrabbiato molto e nonostante alcuni tentativi del massaggiatore Ginami di fermarlo, il fiscalissimo direttore di gara Mariani da Aprilia ha pensato di cacciare anche il tecnico orobico dopo quello granata. Gasperini, nonostante il PItch View a due passi, ha deciso di uscire dal terreno di gioco e di salire in Tribuna senza restare sulle poltroncine affiancate alla panchina. Da quella posizione, il tecnico ha seguito con grande trasporto le ultime battute del match ed è esploso, come tutti, al fischio finale. Di questa seconda partita interna della stagione restano sicuramente i 12mila euro raccolti ai cancelli dello stadio per i terremotati del Centro Italia (sommati ai 14mila della serata organizzata dagli ultras arriviamo a oltre 26mila euro in beneficienza), i primi 3 punti della stagione e la sensazione forte che la squadre sia ancora un cantiere aperto, nonostante ci siano tutti i presupposti per fare bene. L’abbraccio finale dello stadio ai giocatori conferma tutto. Unica nota stonata? Al momento dell’ingresso in campo di Raimondi, si è sentito più di un fischio: uno come lui, che ogni volta ci mette l’anima e non si tira mai indietro, i fischi magari li merita anche, ma solo alla fine. «Durante la partita la squadra si sostiene» commentava un tifoso appena sotto alla postazione radio: mai parole son state più azzeccate.

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