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Il film da vedere nel weekend La notte del giudizio – Election year

Il film da vedere nel weekend La notte del giudizio – Election year
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Regia: James DeMonaco.
Cast: Frank Grillo, Elizabeth Mitchell, Mykelti Williamson, Joseph Julian Soria, Betty Gabriel, Terry Serpico, Edwin Hodge, Kyle Secor.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

La campagna elettorale negli Stati Uniti sta vivendo in questi giorni le sue fasi finali. Fra qualche mese sapremo chi prenderà il posto di Barack Obama alla Casa Bianca fra Donald Trump e Hilary Clinton. Se c’è una saga cinematografica che, negli ultimi anni, ha saputo evidenziare con grande intelligenza alcune problematiche sociali americane è senza dubbio La notte del giudizio. La formula di base è semplice: in un futuro prossimo, per una sola notte all’anno, qualsiasi crimine diventa legale. L’idea, pur nella sua estrema linearità, è di grande interesse perché mostra all’opera uno dei meccanismi fondamentali del potere, studiato da filosofi come Foucault o Bachtin. Si tratta del carnevale, il momento di sospensione delle regole, dove si possono invertire gli ordinamenti sociali senza rischiare di incorrere in sanzioni o di ricevere punizioni. È un momento di follia collettiva, di rovesciamento delle norme, cui segue il ritorno alla normalità. Una decompressione che viviamo anche noi, ma che ne La notte del giudizio viene portata alle estreme conseguenze.

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Il film drammatizza direttamente anche la cornice della campagna elettorale per la presidenza, entro cui prende progressivamente corpo un movimento di protesta contro la pratica della notte del giudizio. La candidata (donna, forse non a caso) Charlie Roan intende eliminare la consuetudine di questo sfogo collettivo, ma la sua intraprendenza non potrà non generare insofferenza. Sarà il caso, ad esempio, dei Nuovi Padri Fondatori, i primi a introdurre la legislazione relativa allo sfogo. Loro obiettivo è quello di eliminare la candidata nella prossima – forse ultima – notte del giudizio. Lo sfogo è nel frattempo diventato un’occasione di divertimento internazionale e da tutto il mondo incominciano ad arrivare turisti per partecipare alla “festa”.

Tutto era cominciato con il primo La notte del giudizio, focalizzato su una singola famiglia e sul suo tentativo di sopravvivere allo sfogo annuale barricandosi in casa. Nel successivo Anarchia la prospettiva si era ampliata e i personaggi erano scesi in strada, percorrendo le vie di una città impazzita per cercare di salvarsi. Election Year, in arrivo nelle sale italiane, si carica di una profondità superiore, che cerca di ragionare in maniera più esplicita sui meccanismi che regolano l’applicazione della violenza nelle società democratiche. È un peccato vedere quanto poco questo nobile proposito sia penetrato all’interno di questo terzo capitolo, che avrebbe potuto davvero proporsi come ideale conclusione di un percorso di scavo e approfondimento inedito per una serie horror.

 

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Il che non significa, ben inteso, che il film non valga il prezzo del biglietto. Anzi; Election Year è un’opera pirotecnica e assolutamente avvincente sotto il profilo della spettacolarità e del divertimento. La fuga dei personaggi, il loro disperato tentativo di salvarsi dalla follia omicida di una nazione impazzita, si fa ancora più rocambolesca ma non per questo meno credibile. Il punto di forza della serie, in effetti, è proprio la capacità di raccontare un futuro distopico e negativo, eppure così vicino. Sì, perché tutti gli elementi che fanno funzionare il principio dello sfogo sono già insiti nel sistema democratico, cui noi bene o male apparteniamo. La grande potenzialità di un film come questo, insomma, è quella di mostrarci il pericolo che ci attende dietro l’angolo, aspettando un nostro passo falso.

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