con il trailer

Il film da vedere nel weekend Paradise Beach - Dentro l'incubo

Il film da vedere nel weekend Paradise Beach - Dentro l'incubo
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Regia: Jaume Collet-Serra.
Cast: Blake Lively, Óscar Jaenada, Sedona Legge, Brett Cullen.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

 

Prima di Spielberg le nostre acque erano più tranquille. Da quando l’osannatissimo cineasta ha portato in sala il suo Lo Squalo (oggettivamente uno dei suoi migliori lavori), la pinna del pesce nemico dell’uomo è diventata un vero e proprio simbolo della paura. Tanto che, sull’onda del successo del capostipite, i film sugli squali si sono codificati in un vero e proprio genere, il cosiddetto squalo-movie (o shark-movie). Di solito ibridato con il film adolescenziale, il titolo medio di questo filone si propone, soprattutto in tempi recenti, come una commistione di tensione classica e violenza sanguinolenta. Dopo essere stato per anni il tormentone dell’estate cinematografica americana e non solo, è negli ultimi tempi che lo squalo-movie è tornato ad abitare le nostre sale, con risultati non sempre brillanti ma che comunque si lasciano ricordare in alcuni casi per la qualità visiva.

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Nancy (Blake Lively) in Columbia Pictures' THE SHALLOWS.

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È Jaume Collet-Serra, che ha all’attivo una filmografia discreta (se si eccettua l’imbarazzante remake de La maschera di cera), a cimentarsi nell’impresa con un film che già dal trailer promette di avere tutti gli ingredienti tipici di questo genere disimpegnato e profondamente estivo. La prima innovazione che balza subito all’occhio in questo Paradise Beach è l’attenzione riservata dal regista ad un unico personaggio (femminile, prevedibilmente): la studentessa Nancy. È su di lei che si concentra l’occhio della macchina da presa, mentre i personaggi che  la affiancano nell’introduzione alla vicenda finiscono con l’avere un ruolo puramente ancillare. Basterebbe questo a rendere Paradise Beach molto più interessante e – nel suo essere senza pretese – innovativo rispetto alle decadi che lo hanno preceduto.

Una ragazza sola, abbarbicata su uno sperone di roccia. Uno squalo a separarla dalla riva. È quasi da western la struttura di questo confronto: un passo falso ed è finita. Ma c’è anche un po’del romanzo ottocentesco, pur con le dovute peculiarità: civiltà e natura in un duello impari e mortale. Il regista lo sa bene ed è abilissimo ad orchestrare la tensione in crescendo, in una scalata che si fa sempre più ripida mentre ci si avvia verso il finale. Si abbandona completamente l’analisi psicologica che aveva reso grande il film di Spielberg: tutto è immediato ma funziona proprio perché si muove consapevolmente in uno spazio diverso, personale e non ripetitivo.

 

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Certo, il film rimane un interessante esempio di opera di genere adatta per il periodo estivo o poco più. Ma dopo le noiose ripetizioni di schemi consolidati (gli squalo-movie sono stati uno dei filoni più inopportunamente longevi della storia del cinema) fa piacere vedere per una volta la ricerca, ben eseguita, di una innovazione intelligente. Ottima anche l’interpretazione dell’attrice protagonista (unico vero personaggio del film) che, pur avendo su di sé tutto il peso dell’opera, lo regge con convinzione e piena capacità attoriale. Nel complesso Paradise Beach è un film che – nel suo contesto – appare pienamente riuscito e che non mancherà di tenere incollati alla poltrona gli spettatori.

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