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Il film da vedere nel weekend Blade Runner 2049, affascinante

Il film da vedere nel weekend Blade Runner 2049, affascinante
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Regia: Denis Villeneuve.
Con: Ryan Gosling, Harrison Ford, Ana de Armas, Sylvia Hoeks, Robin Wright, Dave Bautista, Jared Leto, Mackenzie Davis, Barkhad Abdi, Lennie James, David Dastmalchian, Edward James Olmos, Elarica Johnson.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Se c’è un film che ha introdotto una nuova stagione della storia del cinema, chiudendo il periodo moderno e aprendo al cosiddetto (e tanto discusso postmoderno) è senza dubbio Blade Runner. Un film epocale, dotato di una narrazione forte e complessa (contro la linearità del classico e il carattere sfilacciato del moderno), capace di costruire un mondo coerente e immaginifico, in grado di entrare nella nostra cultura visiva collettiva. La fantascienza ne ha tratto nuova linfa, diventando un genere di punta nei decenni a seguire. Personaggi, frasi, situazioni sono diventati iconici e quindi eternamente replicabili e citabili da chiunque (fino ai Simpsons o ai Griffin). Rivedere sullo schermo quel mondo e quelle immagini dopo così tanti anni è un’esperienza alienante: da una parte c’è il desiderio di re-immergersi in quella storia, dall’altro il terrore di vedere tradite le proprie aspettative, perdendo la magia.

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Siamo nel 2049 a Los Angeles. L’agente K è un blade runner di qualche generazione successiva rispetto all’agente Deckart e le cose sono cambiate. I replicanti sono stati messi fuori legge, ma il carisma di un nuovo personaggio (Niander Wallace) ha convinto il mondo a dare a quei simulacri nuova fiducia. I nuovi replicanti sono eterni, obbedienti e in tutto e per tutto uguali agli esseri umani. K sta seguendo un’indagine ordinaria quando, come spesso accade, avviene qualcosa di imprevisto: d’un tratto il nostro protagonista si troverà per le mani un segreto in grado di cambiare per sempre il destino del mondo.

Questo attesissimo (ancora una volta epocale) neo-noir fantascientifico è stato pubblicizzato in maniera intensiva e i nomi coinvolti lasciavano ben sperare: Ridley Scott torna questa volta in veste di produttore e la regia è stata affidata ad uno dei maestri del cinema contemporaneo. Denis Villeneuve è un autore apprezzato da chi cerca un cinema che pur rimanendo narrativo si estranea dal circuito del mainstream, un cinema raffinato e festivaliero (Enemy, Arrival, Polytechnique). A lui la direzione di un’opera destinata, forse, a cambiare ancora una volta i destini del medium: l’operazione era – come si è detto – oltremodo complessa, ma il comparto autoriale e tecnico ha fatto un ottimo lavoro per rendere vivo quel mondo, che altrimenti avrebbe rischiato di rimanere fossilizzato al passato.

 

 

A partire da un film che avrebbe potuto presentarsi come smaccatamente commerciale, il regista riesce a creare un’opera personale perfettamente in linea con la sua poetica (rarefatta e al contempo raffinata). Un film lungo, impegnativo e da questo punto di vista poco commerciale (più di due ore di durata). Soprattutto, un film autonomo ma partecipe di un orizzonte, di una dimensione riconoscibile: se il Blade Runner di Scott era sporco, materico nel suo essere futuristico, quello di Villeneuve (ce lo si aspettava) è luminoso, matematicamente ordinato. Due versioni diverse (non alternative) di uno stesso mondo, che ne esce rafforzato e arricchito in coerenza.

Blade Runner 2049, dunque, è un film riuscito e affascinante. Rimane ben poco da dire, se non invitare chiunque a vederlo al cinema, stavolta più che mai.

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