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Il film da vedere nel weekend Logan, un supereroe umano

Il film da vedere nel weekend Logan, un supereroe umano
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Regia: James Mangold.
Con: Hugh Jackman, Patrick Stewart, Richard E. Grant, Boyd Holbrook, Stephen Merchant, Dafne Keen, Eriq La Salle, Elizabeth Rodriguez, Doris Morgado, Mark Ashworth, Julia Holt, Elise Neal, Dave Davis, Juan Gaspard, Lauren Gros
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

 

Quello dei supereroi è ormai un genere cinematografico solido, stilisticamente codificato e ricco dal punto di vista dei titoli che lo costituiscono. Sono passati ormai molti anni dai primi tentativi fatti da Burton con Batman o da Raimi con Spiderman; chi va al cinema per vedere un film che ha come protagonista un personaggio Marvel o DC sa già cosa aspettarsi. In generale parliamo sempre di film solidamente narrativi, strutturati in maniera non eccessivamente fantasiosa e che puntano gran parte della loro attrattiva sul confezionamento degli effetti speciali e sulle coreografiche ed esplosive scene d’azione. Da un po’di tempo a questa parte, poi, il genere sembra aver raggiunto un certo grado di autoconsapevolezza, che gli consente di riflettere su sé stesso in maniera più problematica e di interrogarsi sul suo futuro. Un esempio particolarmente limpido di questa tendenza è offerto da Deadpool, che puntava tutto sull’ironia e sulla propria capacità di non prendersi sul serio. Alla medesima tendenza appartiene anche Logan – The Wolverine, che però adotta una linea più drammatica e lavora sulle zone d’ombra.

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Diretto da James Mangold, il film è ambientato nel 2029, in un mondo che da anni non vede più nascere mutanti. Sono rimasti pochi individui dotati di facoltà superiori a quelle della razza umana e Logan (l’ex X-man Wolverine), è fra questi. Ha però abbandonato i panni di difensore della Terra e sopravvive facendo l’autista, mentre i suoi poteri sono sempre più carenti e stanno lentamente sparendo. La sua vita (e quella dell’ormai anzianissimo professor X) cambia del tutto quando una donna presenta a Logan una bambina. Sarà la chiave di una serie imprevedibile e pericolosa di eventi.

Dopo aver visto Logan (che non a caso non si intitola né Wolverine X-men) rimane la strana sensazione di un film difficile da classificare e decisamente ambizioso. In effetti la pellicola di Mangold (che ad oggi è forse il suo lavoro migliore) sembra quasi prendere in prestito personaggi di un’altra storia: nel mondo di Logan non ci sono guerre avveniristiche contro avversari alieni o mutanti fuori controllo. Tutto è quotidiano e malinconico: si percepisce a ogni inquadratura il rimpianto per un tempo passato, che appare sin da subito destinato a non tornare.

 

 

Il focus narrativo rimane sempre ancorato al personaggio di Logan, che qui riacquista la sua dimensione più umana, fatta di debolezze e fragilità. Rovesciando del tutto la parabola che di solito accompagna i primi film dedicati a un supereroe (in cui vediamo come il protagonista acquisisce e impara a convivere con i propri poteri), l’opera di Mangold ci racconta di un uomo messo all’angolo da un mondo che pare non avere più bisogno di lui, un mondo privo di mutanti nel quale i poteri che lo hanno reso celebre paiono averlo abbandonato. Ne risulta un film più vicino al dramma che al trionfalismo delle pellicole supereroiche, fatto di citazioni al cinema classico che lo rendono – anche da un punto di vista visivo – estremamente raffinato e raro nel contesto di un filone cinematografico solitamente molto autocompiaciuto.

Così, nella sua ispirazione, Logan diventa una nuova possibilità per il genere che rappresenta, pur con le sue innegabili specificità. Insieme alla strada dell’ironia tagliente, forse quella del dramma post-eroico potrebbe essere interessante da seguire in futuro. In effetti ci sono molti eroi che paiono prestarsi bene a questo tipo di interpretazione, anche senza scomodare il Batman già sufficientemente canonizzato dalla trilogia di Nolan. Vedremo, ma nel frattempo è doveroso riconoscere che Logan rappresenta uno dei migliori titoli prodotti dal genere dal momento della sua apparizione.

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