Il film da vedere nel weekend Power Rangers, nostalgia anni '90
Regia: Dean Israelite.
Con: Dacre Montgomery, Naomi Scott, RJ Cyler, Becky G., Ludi Lin, Bryan Cranston, Elizabeth Banks, David Denman, Anjali Jay, Bill Hader, Fiona Vroom, Sarah Grey.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.
Praticamente tutti quelli che hanno visto le avventure dei Power Rangers sullo schermo ne conservano un ricordo nostalgico e tutto sommato positivo. Il fortunatissimo franchise televisivo, debuttato nel 1993 in Giappone con la messa in onda della prima stagione, conta ad oggi ventiquattro stagioni complete e due in corso di produzione. Pur nella continua variazione degli elementi tematici (ogni serie è accompagnata da un topos ricorrente, come il mondo ninja, lo spazio o i dinosauri) ciò che accomuna le varie serie è soprattutto una struttura narrativa pressoché identica, fatta di progressioni minime e colpi di scena ritmicamente definiti e tutto sommato prevedibili. Una forma semplice, tipica di una serialità vecchio stile che ancora oggi trasmette un senso di sicurezza testuale difficile da replicare nei prodotti contemporanei, continuamente preoccupati di disorientare, sconvolgere o stupire lo spettatore.
Protagonisti sono cinque ragazzi che si ritrovano misteriosamente attratti in una vecchia cava, dove riceveranno dei misteriosi poteri. Entrati all’interno di un’astronave antichissima rinvenuta sul luogo, i cinque vengono messi al corrente del loro compito: sono stati scelti per diventare Power Rangers, estremi baluardi contro l’espansione di una violenta razza aliena. Il risveglio di uno di questi esseri mostruosi spinge Jason, Billy, Zack, Trini e Kimberly a unirsi per salvare il pianeta (e gli uomini) da una minaccia imprevista e oltremodo pericolosa.
A dirigere il reboot della fortunatissima serie giapponese - poi americanizzata attraverso il rifacimento delle sequenze in cui i personaggi non indossavano il costume da rangers - è stato chiamato, rispettando una prassi che pare starsi irrobustendo all’interno dell’industria, un quasi completo esordiente: il sudafricano Dean Israelite ha diretto soltanto due lungometraggi: Benvenuti a ieri (2014) e Wargames (2015), remake dell’omonimo film anni Ottanta. Laddove la serie tv originale si limitava il più delle volte a svolgere un compito in maniera piuttosto sbrigativa (e spesso non particolarmente efficace) il film non risparmia su nessuno degli aspetti produttivi e si offre allo spettatore come un validissimo prodotto di intrattenimento.
Il merito più importante da riconoscere alla pellicola è senza dubbio quello di aver avuto il coraggio di prendere di petto il soggetto che si proponeva di riportare sullo schermo, epurandolo da tutti quegli elementi spesso ridicoli e tipici della concezione nipponica della vicenda. Anziché limitarsi a rifare l’originale conservandone l’atmosfera, Power Rangers investe molto sulla personalizzazione della storia, sulla sua occidentalizzazione. Un processo di adattamento che si rivela molto accorto e che avvicina significativamente la parabola dei rangers a quella dei supereroi alla Marvel.
La missione di salvare il mondo diventa uno solo degli aspetti dell’esperienza che i giovani protagonisti fanno dell’essere Power Rangers. Il film si rivela così anche un racconto di formazione, una ricerca del proprio posto nel mondo, un tentativo di definirsi come soggetti adulti. Tutti temi che spesso sono appena accarezzati ma che danno l’idea di un prodotto più maturo e rifinito rispetto a quello visto negli anni Novanta. Un progetto di rinnovamento che, oltre a essere assolutamente apprezzabile di per sé, potrebbe risultare un utile riferimento per futuri progetti di adattamento.