Il film da vedere nel weekend The Devil's Candy, horror metal
Regia: Sean Byrne.
Con: Tony Amendola, Craig Nigh, Leland Orser, Oryan Landa, Richard Rollin, Sheila Bailey Lucas, Marco Perella, Mylinda Royer, Ethan Embry, Shiri Appleby, Kiara Glasco, Pruitt Taylor Vince, Deborah Abbott, Arthur Dale, Diane Dearsan, Jack Dullnig
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.
Fra I temi più battuti dal cinema horror di tutti i tempi c’è quello della possessione demoniaca. Quasi tutti hanno visto almeno una volta nella vita l’ancora oggi spesso sottovalutato L’esorcista di William Friedkin (che peraltro in questi giorni è al Festival di Venezia ed è tornato sul “luogo del delitto” con un documentario su Gabriele Amorth, esorcista della chiesa di Roma). Un film che, non a caso, ha saputo cambiare le sorti del genere imponendo una nuova figura sulla scena: la ragazza indemoniata rappresentata da Friedkin era infatti tanto iconica da rimanere impresa a livello culturale e da diffondersi in tutti gli altri film del filone. Bisogna riconoscere, infatti, che per quanto la pellicola di Friedkin abbia segnato il passo degli anni a venire, salvo pochissime eccezioni (come il raffinato Rosemary’s Baby o il più recente L’esorcismo di Emily Rose), non ci sono stati grandi capolavori sul tema della possessione.
Tema che tuttavia è stato battuto anche in tempi più recenti, ma quasi sempre da opere mediocri che sfruttavano, in ritardo sui tempi, strategie orrorifiche prese da altri filoni. A ridare linfa agli esorcismi pare ci abbia pensato Sean Bryne, già autore di un poco noto ma interessante horror (The Loved Ones), che oggi sbarca in sala con il suo The Devil’s Candy, film che riprende i topoi cardinali lasciati aperti da Friedkin e non solo li aggiorna alla sensibilità contemporanea, ma li reinterpreta in maniera originale e creativa. Protagonista di questa interessante variazione sul tema è la famiglia di Jesse, pittore con il pallino della musica metal. Con lui ci sono la figlia, che cresce coltivando le sue stesse passioni, e la moglie – che lo ama sinceramente nonostante non condivida in toto i suoi gusti. Come spesso accade il movente che li mette in viaggio è l’acquisto di una vecchia casa texana, dove si sono consumate due morti. Avendo queste ultime contribuito a far calare il prezzo, Jesse e la famiglia non vedono motivo di preoccuparsene e concludono l’affare. Come era prevedibile, però, le cose cominceranno a mettersi male molto presto.
A un livello generale The Devil’s Candy sembrerebbe un classico horror compilativo, che accosta uno dietro l’altro temi, immagini, tendenze di film più celebri sperando di cavalcarne l’onda. In effetti la cosa più originale e apprezzabile del film sta nel suo interesse per la musica metal e più diffusamente per l’espressione della sensibilità artistica. Il film ci dice, neanche troppo fra le righe, che lo stato di febbre creativa in cui Jesse cade quando dipinge o quando suona non è diverso da quello in cui si precipita quando un demone prende possesso del nostro corpo e non a caso il nostro protagonista comincerà molto presto a dipingere simboli legati al culto di Satana.
Perfettamente calibrato dal punto di vista del ritmo narrativo (anche se un po’ calante nel finale), The Devil’s Candy conferma che Bryne è un ottimo nuovo rampollo dell’horror. Lo fa peraltro proprio grazie a quanto si vede in questo film: pienamente contemporaneo nell’ambientazione e nella sensibilità, fa continuo riferimento (in modo originale e non copiativo) al grande immaginario del gore americano degli anni Sessanta e Settanta, nonché ad alcune raffinate citazioni che ci riportano al decennio successivo (fortunatissimo per l’horror americano).
In definitiva The Devil’s Candy è un ottimo film horror come non se ne vedono spesso. Dotato di un’ottima scrittura della paura e originale nella sua rielaborazione di temi classici, il film va incoraggiato e apprezzato per tutto ciò che riesce a comunicare allo spettatore.