Loro fischiano, noi cantiamo

È iniziata con la speranza di invertire la rotta vedendo Rigoni finalmente decisivo, è finita con Zapata assoluto protagonista che si è portato a casa il pallone in aereo mentre i due bus dei bergamaschi al seguito facevano preoccupare tutti per guasti meccanici. Udinese-Atalanta è stata una partita che in tanti si ricorderanno, per la vittoria e il divertimento, ma soprattutto per lo spettacolo offerto dai circa mille orobici andati fino in Friuli al seguito della Dea.








Il pre-partita: cielo terso e tanti tifosi in viaggio. Qualcuno ha lasciato Città Alta già al sabato, il grosso della tifoserie invece è partito da Bergamo di prima mattina e gli ultimi si sono messi in auto verso le 10.30 senza nessun pranzo a base di frico (tortino a base di patate e cipolle) previsto ma con il catering dello stadio come unico alleato. Il viaggio verso Udine, circa 350 km di autostrada A4 da percorrere sperando di evitare code e ingorghi, è filato via decisamente liscio e poco dopo l’ora di pranzo quasi tutti i bergamaschi al seguito erano dentro o nei pressi dell’impianto. Con il cielo terso che solo per una ventina di minuti ha spruzzato una leggera pioggia e tanta voglia di vedere la Dea. Lo stadio dell’Udinese è un vero gioiello, per l’occasione i prezzi bassi hanno attirato il tutto esaurito e i friulani si sono anche organizzati con una bella coreografia, ma lo spettacolo vero è arrivato dal settore ospiti. Prima di sbucare sulle tribune, giusto osservare e sottolineare le bellezze di uno stadio che ha la tribuna centrale di Italia ’90 ma che è stato completamente ammodernato e ristrutturato: nella sala convention della Dacia Arena, prima del match hanno fatto una conferenza sul Var e c’erano un sacco di presenti a testimoniare come ci siano spazi che, al momento, Bergamo può solo immaginare. Perfino i bimbi che accompagnano i calciatori in campo hanno un accesso dedicato: applausi sinceri.
Primo tempo: Zapata e Lasagna, più il Var. Dicevamo dei bergamaschi presenti: uno spicchio di stadio da 1.300 posti è stato riempito in larga parte e alla fine la presenza complessiva di tifosi nerazzurri si aggirava intorno alle mille unità. Pur senza gli striscioni della Curva esposti alle balaustre di bordo campo (ma tamburi e megafoni c'erano), i tifosi atalantini si sono subito notati anche grazie alla rete fulminea di Duvan Zapata. Il colombiano al 2’ ha insaccato il vantaggio. Lui non ha esultato per rispetto, tutti gli altri di fede nerazzurra l’hanno fatto, eccome. Siccome a Bergamo ci piace complicarci la vita, il catenaccio dell’Udinese che stava proseguendo pure dopo lo 0-1 ha trovato uno spiraglio quasi casuale con D’Alessandro al 12’: il suo assist per Lasagna alle spalle di Masiello ha pareggiato i conti per una partita che nel primo tempo ha offerto poche emozioni. Compresa un’incredibile chiamata Var. Sotto gli occhi di Rizzoli (sul cui telefono arrivano le immagini in tempo quasi reale) Calvarese ha voluto rivedere un tocco di petto di Freuler su calcio d’angolo e dopo aver visto che non era rigore nemmeno su Marte la domanda sorge spontanea: ok rivedere tutti gli episodi dubbi, ma se questi sono dubbi...












Secondo tempo: ciclone Zapata e Barrow pasticcia. Dopo il riposo, l’Atalanta non ha mai perso la bussola del gioco e la tela orobica ha trovato il suo compimento quando al posto di un grillo come Rigoni è entrato un attaccante vero come Barrow. Il gambiano ha pasticciato un po’, ma proprio grazie a una sua sgroppata la palla del 2-1 è arrivata (un po’ casualmente) a Zapata, che ha insaccato il 2-1 tra il silenzio suo e dei tifosi di casa e con il settore ospiti che è letteralmente esploso. Dopo la grande paura per il palo di Fofana, un ottimo anticipo di Hateboer e il tris di Zapata hanno spalancato ai cronisti in tribuna stampa la possibilità di chiudere commenti e pagelle prima del fischio finale, mentre in campo lo stesso Barrow si è divorato il 4-1 e Gasperini rispondeva alle sollecitazioni dei tifosi: «Salta con la Curva, Gasperini salta con la Curva!». A fine gara, i fischi dei tifosi di casa sono stati cancellati dalla passione orobica per la Dea con una mezz’ora piena di cori che sono continuati anche dopo l’uscita dallo stadio di tutti i sostenitori friulani.
Il dopo gara: cori a squarciagola, bus rotti e fratellanza orobica. Non è la prima volta che accade e non sarà nemmeno l’ultima, ma è stato bellissimo seguire per tutto il tempo necessario a chiudere i pezzi in tribuna stampa le prove di nuovi cori, la riproposizione di quelli conosciuti e un po’ di spettacolo a tinte nerazzurre offerto a steward e operatori delle tv intenti a smontare cavi e telecamere. Come se avessero acceso la radio, unica stazione “Atalanta FM”. La strada del ritorno, tralasciando cantieri e autovelox, è stata caratterizzata da almeno un paio di guasti meccanici da far rabbrividire. Prima un bus di “Chei de la Coriera” con il cambio bloccato al casello di Udine, fortunatamente poi sbloccato dall’autista, e infine uno dei torpedoni della Curva che si è rotto dirottando gli occupanti su altri mezzi con arrivo a casa in tempi ragionevoli e senza grandi problemi. Ok la vittoria, ma quando capitano episodi in cui tra tifosi ci si aiuta nel nome dell’Atalanta è tutto ancora più bello.