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Il film da vedere nel weekend Black Sea, un thriller sottomarino

Il film da vedere nel weekend Black Sea, un thriller sottomarino
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Regia: Kevin Macdonald.
Cast: Jude Law, Ben Mendelsohn, Grigoriy Dobrygin, Scoot McNairy, David Threlfall, Michael Smiley, Tobias Menzies, Karl Davies, Konstantin Khabenskiy, Sergey Puskepalis, Sergey Kolesnikov, Sergey Veksler, Bobby Schofield, Jodie Whittaker, Branwell Donaghey, Daniel Ryan.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Com’è che un documentarista navigato come Kevin Macdonald decide di cambiare le carte in tavola, dandosi al cinema di finzione? A parte l’impossibilità di rispondere davvero a una domanda come questa ci si potrebbe divertire pensando che, in fin dei conti, quale ruolo hanno i documentari nella nostra società? Spesso sono un residuo noioso, infelice, passatista e poco fruibile per il pubblico. Inoltre, per definizione, il genere documentario si propone di rappresentare la realtà così com’è. Ma, ce ne possiamo rendere conto anche solo passeggiando per la strada, oggi tutto è immagine e finzione. Ed ecco che i registi che sono saliti alle luci della ribalta per aver realizzato interessanti documentari si reinventano autori di opere di fiction. Come nel caso del qui presente Black Sea.

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Il capitano Robinson è stanco della propria vita: tutto va male e le soddisfazioni non arrivano. L’esistenza lo delude continuamente mentre i rapporti con sua moglie e con la figlia si fanno sempre più problematici. Quando anche il lavoro gli volta le spalle, Robinson decide di imbarcarsi in un’impresa folle: una missione clandestina in cui giocarsi il tutto per tutto. Obiettivo: un ricchissimo tesoro. Sul fondo del Mar Nero (Black Sea, appunto), giace un sottomarino del secondo conflitto mondiale con ancora all’interno un ricchissimo carico d’oro partito dall’Unione Sovietica di Stalin alla volta della Germania hitleriana e mai giunto a destinazione. È, quella di Robinson e del suo equipaggio di fondi di galera, una missione difficile, tra il pericolo di farsi scoprire e quello di essere vittima di un ammutinamento interno.

Quando si pensa al sottomarino più famoso del cinema viene sempre in mente Caccia a Ottobre Rosso, un ambizioso film con Sean Connery tratto da un fortunato campione d’incassi di Tom Clancy. Si tratta di un titolo a cui Black Sea in parte rende omaggio con la sua strana mistura di thriller, action e film di guerra. Il pericolo dei film come questi è di essere eccessivamente lenti, sacrificando l’azione e lo sviluppo narrativo per lasciare spazio allo svolgersi del dramma interno fra i personaggi.

 

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Black Sea si assume in questo senso diversi rischi, sacrificando la parte d’azione per approfondire in maniera netta e volontaria il carattere e il bagaglio biografico dei singoli personaggi, motore umano di una storia che, per quanto un po’ sbrigativa, riesce comunque nell’obiettivo primario di interessare e intrattenere lo spettatore affezionato a questo genere di pellicole. In questo contesto di chiusura, isolamento degli ambienti e crescente insicurezza nelle relazioni, emerge peraltro un inedito Jude Law, ruvido e aspro, che riesce bene a tenere assieme le fila del discorso.

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