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Il film da vedere nel weekend Wolf Creek 2, il ritmo della paura

Il film da vedere nel weekend Wolf Creek 2, il ritmo della paura
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Regia: Greg McLean.
Con: John Jarratt, Ryan Corr, Shannon Ashlyn, Philippe Klaus, Shane Connor, Ben Gerrard, Gerard Kennedy, Annie Byron.
Dove vederlo a Bergamo e provincia: qui.

 

Quando si entra nella sala di un cinema per andare a vedere un thriller o un horror, ci si aspetta di spegnere il cervello e di godersi, per i novanta minuti successivi, uno spettacolo fine a sé stesso. È un pensiero vecchio quanto il cinema, secondo cui lo spettatore si siede davanti allo schermo per distrarsi dalle proprie preoccupazioni, separandosi dal mondo che conosce per immergersi in un universo alternativo; in questo guardare un film non è troppo diverso dal leggere una fiaba. Ma ci sono anche opere che ci spingono a riflettere e che invece di anestetizzare lo spettatore lo pungolano, portandolo a pensare.

È il caso, più unico che raro, di Wolf Creek 2 – La preda sei tu, ultima fatica del regista americano Greg McLean, già autore del primo capitolo della serie e di alcuni altri film interessanti nel corso degli ultimi anni e con un paio di progetti in arrivo nei prossimi. Protagonisti del film – che è ispirato a fatti reali – sono Rutger e Katarina, una giovane coppia che decide di visitare l’Australia più selvaggia, tenendosi lontana dai tour operator e dai villaggi turistici. La loro destinazione è, come il titolo lascia ben intuire, il parco naturale di Wolf Creek. Qui incontrano un cacciatore, Mick Taylor, personaggio centrale del film e utilizzato dal regista per riflettere sull’identità australiana e sul rapporto fra passato e presente. L’uomo si rivela un serial killer violento, che miete vittime innocenti senza possibilità di essere fermato: c’è un elemento animale e incontrollabile in lui e questo lo pone agli antipodi della maggior parte degli individui, controllati da un sistema sociale opprimente.

 

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McLean ci regala una lezione di cinema che non si vedeva da qualche anno e che appare fortemente influenzato da alcuni grandi maestri del passato. Il modello di gestione della suspence narrativa è fornito ovviamente da Hitchcock, un modello che il regista rinnova per evitare di essere troppo antico e prevedibile. Il film di McLean ci mostra poi un’Australia selvaggia, fatta di spazi sconfinati che riducono la statura dell’uomo, preda animale alla mercé di un folle cacciatore. Il tentativo di scappare in automobile genera una nutrita sequenza di inseguimenti, gestiti da McLean con grande abilità e non senza precisi riferimenti al primo Spielberg.

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Ma Wolf Creek 2 è innanzitutto un film horror e per questo non risparmia rappresentazioni estremamente brutali, con un ritmo veloce e frenetico che promette di incollare lo spettatore allo schermo per tutta la durata della pellicola. Il parco naturale, riserva per gli animali in via di estinzione, diventa così una foresta di caccia dove l’uomo gioca con i suoi simili e la natura sembra immobile e impossibilitata ad agire. L’uomo è solo nella sua eterna lotta per la sopravvivenza, soprattutto quando si trova lontano da una società che lo controlla e non ha potere all’interno di un paesaggio tanto assurdo e apparentemente insensato come quello del parco di Wolf Creek.

Il film di Greg McLean è un ottimo horror, realizzato con cura e grande tecnica cinematografica, ma è soprattutto un’opera in grado di raccontare in modo figurato alcuni aspetti del comportamento umano posto ai limiti delle sue possibilità. E, soprattutto oggigiorno, non è assolutamente una cosa da poco.

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