"Io, Medea", la mostra diffusa sulla figlia prediletta di Bartolomeo Colleoni
Un percorso per scoprire bellezze nascoste come il monumento funebre alla giovane, la sala picta di Luogo Pio Colleoni e un codice raro
Si spense il 6 marzo 1470 (550 anni fa come oggi), a soli 13 anni, la figlia prediletta di Bartolomeo Colleoni, il più importante condottiero della storia di Bergamo. E per molto tempo è stata dimenticata. Ma ora Medea è pronta a rinascere nel ricordo grazie a Io, Medea una mostra diffusa nei luoghi colleoneschi di Città Alta.
I luoghi della mostra
Questa iniziativa, che si inserisce nel contesto di Capitale della Cultura, offrirà a turisti e curiosi alcune occasioni uniche nel loro genere, che toccano tre luoghi importanti per la città: la Cappella Colleoni, la Biblioteca civica Angelo Mai e le stanze del Palazzo Luogo Pio Colleoni.
Il monumento funebre
Nella Cappella verrà data l'opportunità di osservare il monumento funebre di Medea da un'angolazione tutta nuova. Per ammirare con una visuale completa la statua della fanciulla che riposa, si potrà "scalare" il monumento e vedere da vicino ciò che altrimenti non è possibile apprezzare data l’altezza di collocazione della tomba all’interno del monumento.
Il capolavoro rinascimentale dell’architetto e scultore Giovanni Antonio Amadeo, era stato inizialmente pensato per essere collocato nel presbiterio della chiesa della Basella di Urgnano, da dove solo nel 1842 fu traslato nella Cappella Colleoni.
Il guardaroba di una fanciulla del '400 lombardo
Eccezionale anche l'apertura delle stanze di Luogo Pio della Colleoni, fondato nel 1466 da Bartolomeo Colleoni per fornire una dote alle fanciulle povere. Tra le bellezze disvelate, anche la sal picta, interamente affrescata, forse su progetto di Donato Bramante.
Si può qui ammirare la ricostruzione dell’abito e del gioiello indossati da Medea, a restituire i valori simbolici nascosti nel guardaroba di una fanciulla del Quattrocento, a un vero e proprio cimelio: un lembo di velluto operato con filati d’oro, prelevato nel 1842 dall’abito indossato dalla giovane al momento della sepoltura.
Il codice alla Mai
Tra Bartolomeo Colleoni e la figlia doveva esserci un legame speciale, che affiora chiaramente tra le pagine di un prezioso codice miniato, la biografia autorizzata del Capitano scritta dal poeta piacentino Antonio Cornazzano (1473-1474). Il poeta raccolse tutte le informazioni necessarie direttamente dalla viva voce del Colleoni.
Un percorso d'autore
L’itinerario espositivo è accompagnato passo passo da un percorso d’autore creato grazie al coinvolgimento di specialisti nell’approfondimento delle molteplici tematiche messe in campo dalla vicenda di Medea: Giulio Orazio Bravi, storico, già direttore della Biblioteca Angelo Mai di Bergamo; Riccardo Caproni, storico dell'Ateneo di Scienze, Lettere e Arti di Bergamo; Roberto Cara, storico dell’arte; Nadia Covini, Università degli Studi di Milano; Giordano Bruno Guerri, presidente della Fondazione Il Vittoriale degli Italiani; Gabriele Medolago, direttore del Progetto Coglia; Gabriele Rinaldi, direttore Orto Botanico di Bergamo "Lorenzo Rota"; M. Cristina Rodeschini, direttore Accademia Carrara di Bergamo; Thessy Schoenholzer Nichols, storico del costume; Silvio Tomasini, storico dell’arte; Marco Valle, direttore Museo Civico di Scienze Naturali "Enrico Caffi" di Bergamo.
Per l'inaugurazione sarà necessario aspettare ancora un po': il 16 marzo, ore 18, Piazza Vecchia, portici del Palazzo della Ragione. L'ingresso è gratuito e la durata prevista fino al 4 giugno.