Dedicata a SS. Fermo e Rustico

La chiesa romanica in Bedesco C'è lo zampino dei templari?

La chiesa romanica in Bedesco C'è lo zampino dei templari?
Pubblicato:
Aggiornato:

Una singolare piccola chiesa, dalla collocazione appartata (oggi purtroppo assediata da immensi capannoni), a nord di Grignano, nel territorio del comune Brembate. Non si può tacere della dimenticanza  in cui è stata lasciata e della violenza fatta al paesaggio in cui  è  allocata. Sembra impossibile quanto sia lontano un progetto di effettiva valorizzazione ormai imprescindibile! Ci sembra persino banale ripetere che la tutela dei nostri Beni Culturali manca di un piano organico, globale e preventivo. Siamo, invece, sin troppo pieni di tardive corse ai ripari per questa parte di sito archeologico, quel quadro, quelle mura, mentre Pompei ed Ercolano, per esempio, crollano in attesa di un organica riqualificazione totale.

Un po’ di storia. La Chiesa di San Fermo in Bedesco (bedesco indicava terreni ricchi di argilla ma poco fertili, interessati da estesi popolamenti di brugo, un piccolo arbusto perenne) nel Seicento intitolata ai santi Fermo e Rustico, la cui presenza è certamente attestata in un atto del 1158 pubblicato dal Lupo, relativa ad una controversia tra Lanfranco, presbitero di San Fermo, e l’abbadessa del monastero benedettino di Santa Margherita a Brembate. Tuttavia la data di costruzione della chiesa deve essere anticipata rispetto al documento del 1158. Il Porter fissa l’anno di fondazione al 1125 (nel suo Lombard architecture, edito da New Haven, nel 1917).

 

01-chiesa

 

C'entrano i Templari? Non ci dilunghiamo nella descrizione, ma di certo ci soffermiamo su alcune raffigurazioni scultoree interessanti perché la chiesa mantiene una serie di elementi simbolici che la legano, forse, ai cavalieri templari, costituendo un vero e proprio tempio cristiano particolarmente legato a derivazioni pagane. Ricordiamo che Il Mozzi, nel suo Theatrum, la vuole costruita sulle rovine del tempio della dea Pale, protettrice delle attività legate all’allevamento del bestiame Benché non vi sia esplicita documentazione che ricolleghi la storia di questa chiesa con l’ordine dei Cavalieri Templari, diversi sono gli elementi che rimandano a un loro possibile legame. Si specifica che questa analisi si propone più come fonte di suggestioni che come fondamento documentario assoluto.

 

02-sirena

 

La sirena. Partiamo dai I tre capitelli dei due archetti di pietra situati all’interno della parete meridionale della navata: i tre capitelli raffigurano animali bicorpori. Il primo a destra mostra una sirena che tiene con le proprie mani due code. La sirena con due code è una figura molto utilizzata dagli scultori romanici, che, in virtù della sua doppiezza e dell’impudica posizione delle sue code, sta a significare la tentazione che ammalia e conduce alla perdizione. Il recupero da parte del cristianesimo di un tema così profondamente pagano come quello della sirena testimonia il passaggio di valori culturali dall'Antichità al Medioevo, un passaggio avvenuto con l'utilizzo di allegorie. Viene anche chiamata “Melusina”, una fata antica della quale le famiglie che dicevano di discendere da Gesù (Merovingi e Plantageneti) dicevano di provenire. Un’antica divinità legata alla Dea Madre, contrapposta alla Madre Terra essendo essa legata all’acqua. E si ritrova in antiche chiese come, tra le altre, la chiesa di san Francesco a Lanciano (Chieti) nelle grotte sotterranee della città di Osimo  (Grotta Simonetti, XII secolo) nell’abbazia di Santa Croce di Sentinum a Sassoferrato, altra abbazia particolarmente misteriosa, fatta costruire dai Conti Atti, i Signori di Sassoferrato, nel XII secolo, tutti luoghi che hanno a che fare con i Templari.

 

03-leoni-bicorpi-che-divorano-la-faccia-di-un-uomo

 

Il leone. Il capitello centrale rappresenta leoni bicorpori che divorano la faccia di un uomo. In Terra Santa il leone era la bestia pericolosa per eccellenza, lo sapevano bene i Templari che, nella regola, avevano vietato la caccia a tutti gli animali tranne il leone, immagine dei miscredenti, dei nemici di Cristo. Il leone qua è concepito come un mostro antropofago. È simbolo dell’animale che divora e che fa sparire, che trasmette alla vittima qualche cosa della sua potenza vitale, realizzando in essa una vera metamorfosi nel passaggio attraverso la morte. Il capitello di sinistra mostra ancora animali ibridi. In questo caso dei caproni. Il caprone è simbolo, come la sirena, della caduta nella lussuria. Esso non è soltanto espressione di sessualità, ma anche della violenza legata al libero corso che viene lasciato all’istinto.

 

04-leone-e-leonessa-in-posizione-simmetrica-verso-lalbero-della-vita

 

Ma il leone ha anche una valenza simbolica positiva. La lunetta del portale d’ingresso raffigura un leone e una leonessa, entrambi con la coda fra le zampe, rivolti in posizione simmetrica, verso l’albero della vita, disposti uno di fronte all’altra. Una simile disposizione si ha anche sull’architrave della chiesa romanica di Péronne. Sono leoni che si fanno agnelli, così come il fedele, entrando in chiesa e ascoltando la parola di Dio, purifica la propria anima di peccatore.

 

 

L'albero della vita e le teste mozzate. L’albero di cui parliamo è l’albero della vita, altro simbolo usato dai Templari, che non è da confondere con l’albero del Bene e del Male, entrambi presenti nell’Eden. Adamo ed Eva furono cacciati per via dell’albero del Bene e del Male ma secondo le profezie, essi (identificati nell’Umanità) ritroveranno il Paradiso non appena sapranno individuare “l’altro albero”, quello della Vita.

Sotto la lunetta  si trovano scolpite due volti o teste mozzate. La testa mozzata o separata dal corpo è un motivo dell’esoterismo templare e si trova rappresentata o custodita nelle cattedrali gotiche.

 

07-cervi-che-si-abbeverano-alla-fonte

 

I cervi. La modanatura della parete meridionale raffigura due cervi in posizione simmetrica che si abbeverano alla stessa fonte. Le corna di entrambi i cervi sono afferrate separatamente da due uomini. Ai lati vi sono due aquile. Il connubio aquila, inteso come uccello del sole, e leone, inteso come animale del sole, simboleggia la resurrezione: difatti il sole tramonta la sera per poi sorgere nuovamente il mattino. Il reale valore del tema del cervo nell'arte romanica non è stato generalmente riconosciuto: nel Medioevo il simbolismo del cervo era usato come sinonimo di Mistero. Il cervo era anche il simbolo del Cristo, metafora del credente, che anela a Dio come la cerva all’acqua di fonte. «Come la cerva anela ai rivi d’acqua, così l’anima ma a Te anela, o mio Dio» (Cantico dei Cantici, 42).

 

08-telamoni-capitello-pensile

 

I telamoni. I peducci raffigurati nella cupola risultano congiunti a due a due secondo una logica che vede la coppia di capitelli con figure umane (due personaggi per ogni elemento), caratterizzati dallo stesso abito, dalle vistose cinture e posizionati frontalmente. Essi rappresentano i telamoni. I telamoni, così cari agli architetti templari, sorreggono le colonne del tempio, perché esso è costruito metaforicamente sull’uomo.

 

10-cupola-particolare-croce-patente

 

La Croce Patente. Le ultime due formelle si situano in vicinanza dell’arco trionfale, in posizione non visibile dall’assemblea, e hanno spiccato carattere aniconico. In una, nello spazio quadrato, si articola un nastro (a tre coste) sulle diagonali, intrecciatesi con un analogo disco circolare. Si viene a definire una bella Croce Patente esaltata al centro da un bottone. Si riassumono i quattro simboli fondamentali: il quadrato, il cerchio, la croce, il centro. La Croce Patente, come è noto, fu adottata dai Cavalieri dai Bianchi mantelli (Templari) insieme con il colore rosso scarlatto. Nessuna regola ha mai stabilito che una specifica croce potesse essere utilizzata solo da un determinato Ordine: fu solo la consuetudine a far si che ciascun Ordine ne adoperasse un tipo che potesse essere il proprio segno di riconoscimento. L’unica eccezione è per la Croce Patente utilizzata dai Templari che venne concessa da Papa Onorio III quale simbolo di autorità spirituale, ad uso esclusivo del più famoso ordine monastico-cavalleresco che la storia ricordi.

 

11-cupola-croce-decussata

 

Nell’altro capitello, si lavora sulle diagonali del quadrato, sempre elaborando lo stesso elemento a tre coste. Ne esce una croce decussata , animata agli estremi da rostrature sempre più ampie, fino a trasfigurare la croce in quattro foglie lobate .La croce decussata o croce di Sant’Andrea, nel simbolismo, rappresenta la vita, il sangue, l'immortalità.  Ancora un  simbolo, adottato dai Templari che rappresentano un cavaliere allungato tirando la spada dal fodero con la mano destra, quest’ultimo mantenuto dalla mano sinistra ed avendo le due gambe incrociate in X, rievoca la croce di Sant’Andrea.

 

Ringraziamo Francesca Belloli, che ha fornito le immagini tratte dalla sua tesi La chiesa romanica di San Fermo in Bedesco a Grignano (Bergamo), Università degli Studi di Milano, Facoltà di Lettere e Filosofia. Corso di Laurea in Lettere Moderne. Anno Acc. 2005-2006.
Seguici sui nostri canali