La notte rende tutto tecno-magico

La febbre dell'Expo di sera Quando la meraviglia costa 5 euro

La febbre dell'Expo di sera Quando la meraviglia costa 5 euro
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È la febbre dell'Expo di notte. Ieri Beppe Sala ha dato per la prima volta un  numero sulle affluenze e quel numero riguarda proprio la sorpresa dell'apertura serale, con il biglietto a 5 euro per entrare (e stare) dalle 19 alle 23: sono 100mila le persone che nei primi dieci giorni hanno scelto questa opzione. Tanto che Sala, sulla spinta degli espositori, ha proposto di tenere aperto sino alle 24. Il sindaco Pisapia però non ne vuol sentire parlare. Già troppo complicato l'accordo raggiunto con Atm, l'azienda dei trasporti, per l'incremento di operatività nei mesi Expo. E poi non c'è da escludere che il sindaco abbia parlato sotto pressione degli esercizi milanesi, terrorizzati dal veder scappare migliaia di persone ogni sera verso i padiglioni.

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Ma cos'è che piace tanto dell'Expo notturna? I motivi sono tanti. La formula dei 5 euro si è rivelata vincente. Non si vede tutto, perché in quattro ore non si arriva neanche a metà del decumano, ma intanto si sa che è facile tornare. Secondo motivo: a quell'ora la logistica diventa più semplice. Meno code, possibilità anche di parcheggiare con facilità (per chi arriva da Bergamo, uscendo a Milano Fiera sulla A8, una soluzione la si trova sempre: ad esempio al parcheggio della stazione treni Alta velocità), meno confusione perché alla sera le scuole, vere mattatrici di queste prime settimane, non ci sono. Il suggerimento ê di presentarsi alle 19.30, quando la folla di chi non vuole perdere neanche un minuto di Expo è smaltita e si entra in tutta comodità.

Terzo motivo, un'Expo sul cibo alla sera diventa una meta perfetta per cena o quanto meno un happy hour fuori dall'ordinario. Infatti, se i padiglioni più culturali a un cert'ora chiudono, quelli più "mangerecci" danno il meglio di sé. In testa a tutti ci sono quello olandese e quello belga. Ma vanno alla grande anche il padiglione Corea con il Kimchi, piatto di verdure fermentate, quello dell'Uruguay, con carne alla griglia, e i food trucks del padiglione Usa (Beppe Severgnini, consiglia il lobster roll, panino con aragosta).

 

https://youtu.be/V0g_FAhg_mg

 

Quarto motivo, Expo il meglio di sé lo dà nel momento in cui scende il buio. Le luci assicurano un effetto magico, a cominciare dall'Albero della Vita, che alle 22 ha in programma l'ultimo spettacolo della giornata.  Di giorno l'Albero è deludente, la sera invece svela la sua parte migliore. Ma comunque tutta Expo illuminata cambia faccia, perché vengono nascosti i difetti, le cose non ancora finite, e resta quell'aspetto da set cinematografico, da luogo tecno-fiabesco.

Quinto motivo, ci sono padiglioni che son più spettacolari di notte che di giorno. In particolare quello del Kuwait, progettato da Italo Rota, le cui vele si illuminano con effetti stupendi. Ma è bello anche quello dell'Ecuador, che associa musica e luci. Infine un passaggio obbligato è quello degli Emirati Arabi. Qui non ci sono luci, ma semmai il contrario. Passando attraverso la serpentina di grandi muri progettata da Norman Foster, si prova il brivido della notte nel deserto. Se si alza lo sguardo si vede il cielo di un blu infinito. Si resta lì incantati a guardare mentre gli altoparlanti diffondono con insistenza il messaggio che Expo sta per chiudere. Ma nessuno sembra ascoltarli.