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Parole ed emozione dalla Nord Ecco il «nostro teatro dei sogni»

Parole ed emozione dalla Nord Ecco il «nostro teatro dei sogni»
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«Certe emozioni non si spiegano, si devono solo vivere». Il messaggio di Daniela lo trovate in mezzo alle altre pillole di adrenalina, emozione, spettacolo e amore che sono scritte qui sotto. Abbiamo chiesto un pensiero ai tanti tifosi della Dea che contro il Lecce hanno vissuto, per la prima volta, la partita nella nuova, stupenda Curva Nord nerazzurra, ed è venuto fuori un capolavoro di semplicità. Fare un cappello introduttivo che sia all’altezza di quello che abbiamo vissuto al Gewiss Stadium è come cercare di fermare il vento. Impossibile, «gli fate solo perdere tempo» cantava De André. E allora lasciamolo soffiare, questo splendido vento nerazzurro. Arriva ovunque, lo sentono tutti, ma lo capiscono solo i bergamaschi. Solo gli atalantini.

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Gianbattista Valota, "Il Valo"

«"La casa è il luogo dove risiede l’amore, vengono creati i ricordi, arrivano gli amici e la famiglia è per sempre". Sarà che negli ultimi anni abbiamo avuto la fortuna di viverci l'Europa, ma l'impressione è quella di trovarci in una terra straniera... Perché l'imponente struttura anche dall'esterno dà l'idea di essere futuristica rispetto ai vetusti impianti che ci ospitano in campionato. Accogliente in confronto a quelle che purtroppo sembrano sempre più simili a gabbie rispetto a platee che devono accogliere spettatori. Alle 12 sei già dentro e l'idea non cambia... Se non ci fosse la vista di Città Alta che sorge alle spalle del settore ospiti, farei fatica a rendermi conto che siamo a Bergamo. Sistemati striscioni e coreografia, la gente comincia a entrare e vedi le varie compagnie che si scelgono il loro posto... Pota, ma io dove mi metto? Scegli un posto che possa permetterti di vivere la partita con un occhio al campo e uno alla balconata... Senza nemmeno sentirsi e mettersi d'accordo, piano piano gli amici di sempre passano di lì e si mettono al tuo fianco... Mi guardo intorno e vedo le facce di sempre, con l'aggiunta di tre ragazzini di 13 anni che, armati di bandiera e sorriso, si mettono al nostro fianco... Sono arrivati gli amici, la mia seconda famiglia, ora sì che siamo a casa».

 

Matteo Confalonieri

«Impressione di oggi sulla nuova Pisani? Mi sono sentito per la prima volta in una dimensione europea!!!».

 

Emiliano Gussago

«Sensazione strana... Ma poi sul prato entra la nostra dea con i suoi colori magici e ti senti a casa. Sempre e ovunque forza Atalanta».

 

Luca Setti

«Entrata spettacolare, finalmente abbiamo uno stadio serio e rispettoso per chi lo frequenta. Tutto di altissimo livello, seggiolini fantastici, niente menate per i posti numerati. Vedere il campo così vicino è da fantascienza, ma soprattutto, vederli giocare così è PORNOGRAFIA CALCISTICA».

 

Lorenzo Lazzari

«Sono stato in Paradiso per 94 minuti. Curva da brividi. Venuto con amore dal Belgio per questi colori».

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Marcello Limonta, "Il Principe"

«La voglia di entrare e di vedere dal vivo la nostra nuova casa è talmente tanta che alle 8.30 della mattina le avanguardie del tifo sono già posizionate nei vari bar della zona. Come il primo giorno di scuola. Il cuore che batte forte, la maglia nerazzurra addosso, come prima e ultima partita a Bergamo impongono. Alle 12.40 siamo già davanti alle scale. Gigi mi chiede se voglio una mano. Ma se sono già in cima!! Un tornello è già fuori uso. È la prima partita!!! Risate. Al bar appena entrati le suonerie dei cellulari trillano in continuazione. Le varie compagnie si devono ritrovare. Mi affaccio al campo e resto senza fiato. Gigi trova tre posti in faccia al calcio d’angolo di sinistra! Sono i nostri!! Ho gli occhi lucidi. Siamo a casa!! E che casa... Abbiamo rottamato la Cinquecento e abbiamo preso una Ferrari Testarossa. Mi siedo per allacciarmi la scarpa e mi stupisco dello spazio enorme davanti a me. Sembra di essere a teatro. Chi va in bagno a momenti si perde per quanto sono grandi. C’è chi si lamenta della mancanza del saù (sapone): risate generali. Il tifo rimbomba e trascina la squadra a una vittoria mai in discussione. Momentaneamente secondi. Scendo le scale mentre i ragazzi non la smettono di cantare. Troppo bella questa Curva. Il nostro teatro dei sogni».

 

Marcello Migliorati

«Siamo tornati a casa. La nostra nuova casa. Come tornare dopo un lungo viaggio durato 160 giorni trascorsi immaginando come sarà... Emozione mista a una strana sensazione. Forse un po’ di malinconia, ma di quella buona. Se dentro la nostra vecchia Curva eravamo tosti, qui nella nuova siamo devastanti!!! Benvenuta nuova Curva Nord. Ciao adorata vecchia Curva Nord».

 

Alessandro Brignoli

«9.011, tutti in distinta, tutti in campo, è lì che la nostra nuova Curva ci spinge!».

 

Giovanni Barcella

«Notte un pochetto insonne pensando a come sarà, se gli amici di sempre saranno vicino a noi, pensando a cosa proverò a entrare nel luogo dove per la prima volta sono entrato con chi è in cielo adesso, il mio grande Papà. Con chi è stato preziosissimo nel momento della mia ennesima ricostruzione, Tito. Ora sono qui, gli amici di sempre vicino, il nostro popolo canta “Ilicic Ilicic”, tra poco inizia la partita, mi assento per due ore. Bellissima la nostra nuova casa».

 

Alan Bertoletti

«Mai come oggi la voglia era tanta di arrivare allo stadio, eppure non è Atalanta-Juve o la Champions. Per ingannare il tempo, alla mattina giretto in MTB, una quarantina di chilometri, altrimenti alle 11 sarei già fuori dallo stadio. Ore 13, si parte! Mezz’ora di strada e la macchina è parcheggiata. Il passo a piedi verso lo stadio è più spedito del solito; arriviamo da via Milazzo e pian piano si vede una sagoma imponente sbucare dietro alle case. Siamo sotto lo stadio, sembra invadere la strada quanto è imponente. Un po’ spaesati, storditi, ci avviamo verso i tornelli; qualche minuto di attesa, la lettura delle tessere è alquanto lenta; sarà un’impressione oppure no? Siamo dentro! Spazi immensi sotto la Curva, con quattro bar! Passiamo in parte ai bagni e non mi sembra vero di non dover più fare colonna per un bisogno, ce n’è uno a testa quasi... Eccoci finalmente! Il muro! Ci vuole un momento per prendere coscienza con questa nuova opera... Tutto nuovo, tutto pulito, tutto perfetto... Io e i miei figli cerchiamo il nostro settore e ci sediamo insieme agli amici di sempre; una parte della frazione del nostro paese si è trasferita tutta insieme. Mentre i bimbi chiacchierano io mi guardo in giro stupefatto... Lo giro in largo ed in lungo, su fino all’ultimo gradino, e giù in fondo fino a sfiorare quasi la rete della porta... Pazzesco... Mi sposto lateralmente e da lì ci si rende conto del perché viene chiamato muro: mette soggezione... Il muro si popola, si riempie; l’espressione di chiunque è quella del bambino alla sua prima volta al luna park. In men che non si dica inizia la lettura delle formazioni e della partita; i cori sono dei tuoni! L’acustica è impressionante! Sale la pelle d’oca... E poi arriva il gol di Duvan e il muro esplode. Mi soffermo un momento e mi domando cosa sentiranno i nostri dal campo. Credo che chiunque, perfino l’ultimo seduto in panchina, in un contesto del genere possano solo che sentirsi leoni, guerrieri, invincibili... E gli avversari? Dicono che certa gente è abituata e non se ne rende conto; non credo proprio, qui è diverso, qui è l’Atalanta, noi siamo diversi. Grazie di cuore alla dirigenza per averci regalato un sogno».

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Angela Fabris

«Per questioni di lavoro purtroppo andare allo stadio per me è sempre stato difficile, quindi ogni volta è una forte emozione, da sempre. Oggi... cuore in gola dalla mattina, e quando finalmente insieme alla mia compagna di avventure (sventure ormai andate, passate, dimenticate) Betty ho passato i tornelli e salito le scale arrivando in cima, ho provato lo stesso tremore alle gambe di quando ho raggiunto la cima a Chichén Itzà: mi son girata per fare una foto della marea di gente che stava entrando e... Boh, mi son ritrovata col lato b per terra!!! La gente intorno preoccupata, io ridevo come una beota, ero già in estasi!! Pochi passi mentre ci guardiamo in giro e ci troviamo nel cuore della Curva! Inutile dire che l’impatto è stato da pelle d’oca e vivere tutto ciò con Betty ha amplificato tutto. Ci siamo abbracciate a ogni goal e abbiamo cantato e saltato per 90 minuti. Pensare che fino due mesi fa a fatica riuscivamo a stare dieci minuti filati su due piedi!!! Tutto per noi è stato esaltante, più che se ci avessero abbandonate alla Rinascente una giornata intera con l’American Express di Berlusconi! La visuale è da paura e l’impatto acustico dei cori sempre meglio organizzati ci ha stregate! La ciliegina sulla torta, la presenza dei miei nipotini ormai alti un metro e novanta, che da uomini quali sono non dimostrano mai troppo le loro emozioni e tendono a essere piuttosto freddi e razionali... Ma li ho visti con le lacrime agli occhi e mi hanno abbracciata forte al goal di Zapata... “Ben tornata ssssia”, e ci siam commossi tutti! Con me ho anche portato la felpa del mio amico Tito (oggi erano esattamente quattro mesi dalla morte), mi ha accompagnata in ospedale durante l’auto trapianto e oggi era ancora con me, perché al Tito questa nuova Curva spettava di diritto e così facendo era come fosse presente (senza forse, lo era)… Insomma tutto assolutamente meraviglioso, un ritorno al fulmicotone... Come dico io: PDP, pel de poia!».

 

Bettina Bettoni

«Tornare allo stadio dopo due anni che mancavo e andare nella Curva nuova è stato troppo bello, e soprattutto per festeggiare con Angela la nostra guarigione. Appena arrivate avevo i brividi dall'emozione, poi i canti i cori i gol. Tutto, tutto è stato perfetto!! Che dire, un festeggiamento con i fiocchi».

 

Daniela Giannone

«Finalmente oggi siamo tornati a casa. Sono sveglia dalle 4.45 perché alle 6 dovevo essere al lavoro. La testa però, durante tutto il turno 6-12, è stata lì, a quel momento in cui avrei messo piede nella mia Curva. 12.15, mi fiondo in auto, Brescia-Bergamo in tempo record, la voglia di entrare è talmente tanta che decidiamo di non aspettare le ultime tre persone del gruppo. Sembravamo dei bimbi ansiosi di salire su una giostra nuova. Una volta dentro, che dire... Lo sai bene, certe emozioni non si spiegano, si devono solo vivere. Pelle d'oca, ogni volta che si alzava un coro era pelle d'oca. Visuale meravigliosa, sembrava di stare a fianco del Gollo, eravamo tutti in porta con lui. Sono sicura che sarà il nostro fortino: a Bergamo, con questa Curva, non passa nessuno. Quando si dice il dodicesimo uomo in campo. Ecco, oggi mi sono sentita proprio così, in campo con i ragazzi. Grazie Pres! P.s. Sono le 20.15 e non ho ancora né pranzato né cenato».

 

Patrizio Bonacina

«Penso di essermi emozionato così solo quando sono venuto la prima volta da bambino allo stadio. Pel de poia. E mi è anche scesa una lacrimuccia: sono sentimentale».

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