Le grandi foto icona della Magnum che quest'anno compie 70 anni
Immaginate di dover descrivere per immagini gli ultimi decenni della storia dell’uomo, dalla metà del Novecento in poi. Volete farlo in modo coinvolgente, con fotografie che rappresentino gli eventi salienti e i grandi protagonisti. La vostra ricerca non può fare altro che condurvi nell’archivio della società fotografica più importante del mondo: l’agenzia Magnum. Trovate esattamente ciò che stavate cercando: le storie degli uomini, i piccoli e i grandi, i famosi e gli sconosciuti, stanno lì, racchiuse in immagini che sanno emozionare, stupire, sconvolgere. Del resto, l’agenzia Magnum è il principale punto di riferimento per il mondo del fotogiornalismo: i suoi scatti, spesso pubblicati su importanti testate giornalistiche, raccontano diverse realtà, estese nel tempo e nello spazio. Dal momento della sua fondazione ad oggi sono passati esattamente settant’anni: perciò, buon compleanno, Magnum!
Robert Capa. Morte di un miliziano. Spagna, 1936
2. Henri Cartier – Bresson. Due uomini davanti ad un pezzo di stoffa. Belgio, 1932
Henri Cartier – Bresson. Henri Matisse in studio, 1944
Eve Arnold. Marilyn Monroe si riposa durante le riprese del film “Gli sposati”. Hollywood, USA, 1960
Martin Parr. Pisa, 1990
Dennis Stock. Venice beach rock festival. California, USA, 1968
Josef Koudelka. Invasione. Praga, 1968
Steve McCurry. Sri Lanka, 1995
La storia della Magnum. La storia dell’agenzia inizia nel 1947, quando Henri Cartier-Bresson, David Seymour, George Rodger e Robert Capa, quattro fotoreporter che oggi non hanno più bisogno di presentazioni, decidono di unirsi, guidati da una necessità: tutelare i propri diritti. I fotografi della prima metà del Novecento non avevano infatti alcuna garanzia sulle proprie immagini, nessun diritto d’autore, nessuna possibilità di istruire i giornali riguardo all’impaginazione. Quest’ultima condizione, in particolare, era davvero fastidiosa: persino un reporter di guerra, che aveva rischiato la vita al fronte per raccogliere quello scatto, poteva vedere il suo lavoro tagliato e deformato.
La Magnum dei primi tempi è legata ai racconti più disparati. La scelta del nome, innanzitutto: Magnum è lo champagne con cui i fotografi brindano al momento della fondazione, nel ristorante del Moma di New York. La Magnum è stata definita come una “famiglia disfunzionale”, composta da squattrinati fotografi pronti a scannarsi un giorno e ad abbracciarsi il giorno seguente. Una conferma emblematica è nelle parole di Ferdinando Scianna, il primo fotografo italiano ad essere entrato nella Magnum: «Oh, sì, siamo una famiglia. E io odio le famiglie…».
Steve Mc Curry. La ragazza afghana. Pakistan, 1984
Philippe Halsman. L’attore e regista americano Woody Allen. New York, USA, 1969
Philippe Halsman. Il famoso trombettista, cantante, compositore Louis Armstrong. New York. USA, 1966
Elliott Erwitt. North Carolina, USA, 1950
Eliott Erwitt. New York, USA, 2000
Abbas. Direttore della scuola di polizia per neri. Sud Africa, 1978
Abbas. Militari armati fuori dall’ambasciata statunitense, dove i diplomatici sono tenuti in ostaggio. Teheran, Iran, 1979
Ferdinando Scianna, Sicilia, 1982
Ad ogni modo, anche settant’anni dopo, l’obiettivo è sempre chiaro: ad un’alta qualità delle immagini, dal punto di vista tecnico e contenutistico, deve corrispondere un’alta garanzia per i fotografi. I soci della Magnum sono attualmente sessanta, scelti tra i migliori fotografi del mondo. L’Italia, negli ultimi anni, ha ricoperto un ruolo particolare nell’agenzia: sia il Presidente, Alex Majoli, che il CEO, Giorgio Psacharopulo, sono italiani.
L'archivio Magnum: le icone. Nell’archivio Magnum sono raccolti scatti che vengono considerati iconici, in grado di donare l’immortalità a eventi e personaggi. I ritratti di Henri Cartier-Bresson, ad esempio: il fotografo ha immortalato personaggi politici rilevanti (i coniugi Kennedy, Mahatma Gandhi, Martin Luther King) e amici personali (Matisse, Picasso, Sartre, Camus). Tra le icone al femminile, invece, a conquistare la scena è Marilyn Monroe, fotografata da Eve Arnold, prima donna entrata nell’agenzia Magnum. La Arnold, amica intima di Marilyn, è stata l’unica in grado di rappresentarla, mettendo in luce le sue fragilità. Ma un ritratto iconico non deve per forza riguardare un personaggio influente; un esempio è la famosissima fotografia La ragazza afghana, scattata nel 1984 da Steve McCurry. L’immagine ritrae il volto di una giovane profuga costretta a scappare in Pakistan durante l’invasione sovietica dell’Afghanistan. La ragazza ha uno sguardo severo, i suoi occhi verdi interrogano chiunque osservi l’immagine.
Alex Webb, The suffering of light
Herbert List. Germania, 1953
Leonard Freed. “I have a dream”: The March on Washington. 1963
Christopher Anderson. A man on a bus. Russia, 1998
Esistono poi fotografie che sono state in grado di rappresentare la storia nel suo divenire. Si pensi, ad esempio, agli scatti di Robert Capa, primo grande reporter di guerra, alle immagini di Koudelka, che casualmente si trova a Praga durante l’invasione sovietica del 1969, alle fotografie di Abbas, che ha testimoniato la presa in ostaggio dei diplomatici americani in Iran, nel 1979. Ai grandi reportage storici si affiancano fotografie che raccontano la realtà semplice, quotidiana, con le sue gioie e i suoi dolori. In alcuni scatti, come quelle di Martin Parr, la vita dell’uomo diviene buffa, a volte addirittura grottesca. Sono fotografie che fanno sorridere: ognuno può facilmente immedesimarsi nell’immagine.
Le mostre in Italia. In Italia tre città festeggiano l’anniversario della Magnum: a Torino con la mostra L'Italia di Magnum. Da Cartier-Bresson a Pellegrin (fino al 21 maggio 2017); a Cremona con Life - Magnum. Il fotogiornalismo che ha fatto la storia (fino all'11 giugno 2017); infine a Brescia, dove alla Magnum sono dedicate ben due mostre (Magnum first; Magnum – La première fois), visitabili sino a inizio settembre.