Per Expo 2015

L' Angelo, la Dama e il Santo(ovvero, la generosità del Louvre)

L' Angelo, la Dama e il Santo(ovvero, la generosità del Louvre)
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Tra le tante iniziative sorte in occasione di Expo (1 maggio – 31 ottobre 2015), c’è anche una mostra dedicata a Leonardo da Vinci, che promette di essere la più grande mai organizzata per l’artista, almeno in Italia. L’esposizione «Leonardo da Vinci 1452 - 1519. Il Disegno del Mondo» sarà inaugurata a Palazzo Reale il 15 aprile 2015, in concomitanza con l’anniversario della sua nascita e resterà aperta fino al 19 luglio. La mostra si snoderà attraverso dodici sezioni, pensate per mettere in luce il rapporto tra le esperienze artistiche (e conoscitive) del Da Vinci: dai dipinti, ai disegni, alla scultura, fino ai preziosi manoscritti scientifici. I curatori, Pietro Marani e Maria Teresa Fiori, hanno infatti spiegato che «l'esposizione darà una visione di Leonardo non mitografica, né retorica né celebrativa, ma trasversale su tutta l'opera dell'artista e scienziato attraverso alcuni temi centrali individuati dai curatori: il disegno, fondamentale nell'opera di Leonardo; il continuo paragone tra le arti: disegno, pittura, scultura; il confronto con l'antico; la novità assoluta dei moti dell'animo; il suo tendere verso progetti utopistici, veri e propri sogni, come poter volare o camminare sull'acqua per cui sarà allestita in mostra una apposita sezione; l'automazione meccanica e così via, temi che lo hanno reso un alfiere dell'unità del sapere, con l'intrecciarsi continuo nella sua opera di scienze e arti».

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Avremo così la fortuna di gustare con gli occhi la Madonna Dreyfus proveniente da Washington, il San Gerolamo dai Musei Vaticani, il Musico dalla Pinacoteca Ambrosiana e la Scapigliata dalla Galleria Nazionale di Parma. Ma ciò che ha fatto esultare i curatori della mostra è stato l’assenso ricevuto dal Louvre, che ha concesso di privarsi (temporaneamente) di tre gioielli leonardeschi, l’ Annunciazione, della Belle Ferroniére e del San Giovanni Battista. Il museo parigino ha però negato il prestito della Sant’Anna perché, ha spiegato, il suo trasferimento sarebbe reso rischioso dalle grandi dimensioni della tela. In ogni caso, Maria Teresa Fiorio ha ringraziato il Louvre per essere «stato molto generoso». Ha aggiunto che la «Belle Ferronière è ora in fase di restauro e sarà pronta e splendente per la nostra esposizione; il San Giovanni Battista è abituato a viaggiare (è già stato a Milano, nel 2009); la Annunciazione è un elemento fondamentale del percorso espositivo». Il Louvre, inoltre, ha anche concesso «un Corot, per raccontare la ripresa del segno di Leonardo nell’Ottocento». Probabilmente non ci sarà l’ Uomo Vitruviano, conservato dall’Accademia di Venezia. Accanto alle opere di Leonardo, ci saranno anche lavori di Antonello da Messina, Botticelli, Filippino Lippi, Paolo Uccello, Ghirlandaio, Verrocchio, Lorenzo di Credi, Antonio e Piero del Pollaiolo, Jean van Eyck, Luca Della Robbia e Bramante.

I tre gioielli in arrivo da Parigi: l’ Annunciazione
Da non confondere con l’altra Annunciazione di Leonardo, conservata agli Uffizi di Firenze. In tempera su tavola, il piccolo quadro (16x60 cm) è stato per molto tempo attribuito a Lorenzo di Credi. Realizzato tra il 1475 e il 1478, faceva parte della predella (la parte inferiore, ndr) della Madonna di Piazza, la pala d’altare del Duomo di Pistoia uscita dalla scuola di Andrea del Verrocchio. La pala è stata smembrata, anche se non sappiamo quando e l’Annunciazione è stata messa in vendita sul mercato antiquario. Il Louvre è riuscito così ad acquistarla nel 1863.

Leonardo Da Vinci - L'Annunciazione

…la Belle Ferronière
o Ritratto di dama. In olio su tavola, risale al primo soggiorno milanese di Leonardo da Vinci. Gli esperti la datano perciò al 1490-1495. Come nel caso della Gioconda, gli storici dell’arte si sono sbizzarriti cercando di individuare l’identità della dama raffigurata, ma nessuna delle ipotesi è riuscita convincente. Probabilmente, doveva essere una nobildonna appartenente alla corte di Ludovico il Moro, forse la sua amante, Lucrezia Crivelli, forse sua moglie, Beatrice d’Este. Il titolo del quadro è dovuto alla catenella di ferro che recinge la fronte della dama, un espediente introdotto da Madame Ferron, amante di Francesco I di Francia, per nascondere i segni della sifilide. Quando andrete a vedere la mostra, soffermatevi davanti a questo dipinto e osservate con attenzione la guancia destra: il riflesso rossastro che vedrete sovrapposto all’incarnato delicato della dama è quello del suo vestito.

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…e il San Giovanni Battista
In olio su tavola di noce, è stato realizzato tra il 1508 e il 1513 (anno, peraltro, dell’elezione al soglio pontificio di Leone X, il papa Medici). Forse, il modello che ha prestato le sue fattezze al santo era l’allievo prediletto di Leonardo, Gian Giacomo Caprotti, detto Salaì. Il dipinto ebbe una storia travagliata: alla morte del maestro Da Vinci, passò nelle mani del Salaì. Deceduto pure lui, andò all’asta e fu acquistato da Francesco I di Francia. Da lì, passò in Inghilterra e dall’Inghilterra di nuovo in Francia, quando i beni del re Carlo I, decapitato il 30 gennaio 1649, vennero venduti. Luigi XIV ne sarebbe stato l’ultimo proprietario: allo scoppio della Rivoluzione francese, infatti, il quadro sarebbe stato preso in custodia dal Louvre.

Giovanni Battista Leonardo

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