un segreto che dura da 24 anni

La Cia e l'enigma di Kryptos

La Cia e l'enigma di Kryptos
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Un enigmatico Kryptos è situato di fronte al quartier generale della CIA a Langley, Virginia, e dopo 24 anni il codice scritto sulla scultura, inaugurata il 3 novembre 1990 e costata 250mila dollari, deve ancora essere decifrato. Lo scultore che lo creò, Jim Sanborn, ha deciso di rilasciare l’ultimo indizio relativo al suo significato, riporta il New York Times.

Alto più di tre metri e mezzo e fatto di rame, granito rosso, ardesia rossa e verde, quarzo bianco, legno pietrificato e magnetite, il lavoro ha generato una sorta di culto, seguito da persone come i nerd della tecnologia. Il testo cifrato consiste nei 26 caratteri standard dell'alfabeto latino-americano, con l’aggiunta del punto interrogativo. Nel 1999, i fan erano riusciti a decifrare tre dei quattro messaggi contenuti nella scultura – 865 lettere perforate su un elegante foglio di acciaio che costituiscono uno degli aspetti più impressionanti del lavoro. La prima persona ad aver risolto le prime tre sezioni è stata, almeno pubblicamente, James Gillogly, esperto informatico del sud della California.

Dopo l'annuncio di Gillogly, la CIA ha dichiarato che un suo analista, David Stein, era arrivato alla stessa soluzione utilizzando solamente un foglio di carta e una penna. I crittografi della National Security Agency avevano già decodificato tre dei quattro messaggi nel 1993, ma tennero riservate le soluzioni. Il passaggio finale – lungo 97 caratteri – s’è rivelato resistente a migliaia di decifratori.

 

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Le lettere che appaiono sui quattro pannelli di Kryptos

 

Dal 2010, Sanborn è diventato impaziente e viste le difficoltà di risolvere l'enigma ha deciso di rilasciare un indizio che li aiutasse: i caratteri dal 64° al 69° rivelano la parola “Berlin” (Berlino). Sebbene la divulgazione dell’indizio abbia portato ad uno ‘tsunami’ di ipotesi, i fan sono comunque rimasti a menti vuote. Sanborn, sempre nel 2010, aprì anche un sito web per creare una community di fans che volevano cimentarsi nel compito di decifrare l’ultimo messaggio.

Due anni fa, per far fronte all’enorme massa di persone che provavano a lanciarsi, Sanborn istituì una tassa di 50$ per chiunque volesse provare ad azzeccare la soluzione. Tramite la tassa, si poteva inviare la soluzione attraverso uno scambio di due email. Se Sanborn non rispondeva, i soldi ti venivano restituiti. Così, in occasione del 25° anniversario dalla caduta del muro di Berlino, l’artista ha pensato che fosse giusto tornare sul tema. L’ultimo indizio che ha dato si riferisce ai caratteri che vanno dal 70° al 74°, la parola è “clock" (orologio).

Le lettere che vanno dalla 64 alla 74, pertanto, formano la proposizione “Berlin clock”. Quando gli è stato chiesto se si riferisse a un famoso orologio conosciuto come “L’Orologio di Berlino”, l’artista ha semplicemente detto: «Ci sono diversi orologi molto interessanti a Berlino».

Il famoso orologio sito nella capitale tedesca è esso stesso un puzzle, in quanto segna il tempo attraverso l’applicazione della teoria degli insiemi. Le sue 24 luci contano le ore e i minuti in righe e quadranti, con le ore segnate nelle prime due righe e i minuti nelle ultime due. L’artista di Kryptos ha anche aggiunto: «Fareste meglio ad approfondire l’argomento su quel particolare orologio».

Attorno alla costruzione dell’orologio si sono accumulate anche diverse teorie cospirative, poiché il suo designer, Dieter Binninger, morì misteriosamente nel 1991. Per elaborare il codice, Sanborn lavorò con il presidente del centro criptografico della CIA, Edward M. Scheidt, a quell'epoca prossimo alla pensione. Quando nei giorni scorsi gli è stato chiesto se si sarebbe aspettato che le persone a distanza di anni sbattessero ancora la testa nell'enigma cercando di decifrare Kryptos, ha risposto: «No, non proprio», con un sorrisetto stampato in faccia. «Ma la tecnica che ho usato ha ovviamente funzionato».

Per dare un'occhiata al significato dei primi tre messaggi decifrati, guardate alla pagina Wikipedia dedicata.

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