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La nebbia si è dimezzata

La nebbia si è dimezzata
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La rivista «Atmospheric Environment» ha recentemente pubblicato uno studio dell’Istituto di Scienza dell’Atmosfera e del Clima del Centro Nazionale delle Ricerche (Cnr) di Bologna, secondo cui la nebbia nella Pianura Padana si è ridotta di circa il 50 percento negli ultimi vent’anni. I ricercatori hanno cominciato a prelevare campioni agli inizi degli anni Ottanta, nella località di San Pietro Capofiume, 30 km a nord-est di Bologna, ma il monitoraggio è diventato sistematico a partire dal 1989. Da allora, si è concentrato nei mesi compresi tra novembre e aprile. I dati raccolti hanno confermato un trend già rilevato da altri studi, i quali sono concordi nell’indicare la generale regressione della nebbia su tutto il territorio europeo. Ma non solo: Sandro Fuzzi, responsabile della ricerca, ha infatti dichiarato che «il fenomeno è stato riscontrato anche in altre parti del mondo, come nelle valli centrali della California. Stiamo lavorando con i colleghi americani, che hanno registrato una diminuzione della nebbia del 40-45%».

Le cause del dimezzamento della nebbia non sono state ancora rintracciate, ma il riscaldamento globale vi ha probabilmente una parte non indifferente. La buona notizia è che negli ultimi decenni la concentrazione di inquinanti si è ridotta di circa l’80 percento, poiché si sono ridotte le emissioni di anidride solforosa (90 percento), ossidi di azoto (44 percento) e ammoniaca (31 percento). Sandro Fuzzi spiega che «sono diminuite le emissioni acidificanti portando l’acidità della nebbia in condizioni prossime alla neutralità. Questo per effetto degli interventi che hanno ridotto le emissioni e quindi causato cambiamenti nella composizione della nebbia». Resta tuttavia molto elevata la concentrazione di particelle carboniose. I ricercatori ne hanno rilevato un contenuto medio di 1 mg per litro.

 

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La ricerca del Cern bolognese ha fornito validità scientifica alle osservazioni dei molti che nel corso degli ultimi anni hanno potuto constatare un notevole miglioramento nella visibilità stradale, specialmente durante le prime ore mattutine. Di certo la riduzione dello spesso manto di acqua in sospensione ha agevolato non di poco la vita degli automobilisti, ma bisognerà indagare quali effetti ciò potrà avere sull’ambiente. Le conseguenze sugli animi malinconici, invece, potrebbero essersi fatte già sentire: le spesse lenzuola di nebbia non proteggono più il sonno dell'autunnale Pianura Padana, almeno non come una volta. Fra qualche anno, quella famosa poesia del Pascoli, che si impara a scuola, e che è poi una signora preghiera, rimarrà come fossile di paesaggi scomparsi.

 

Nebbia

Nascondi le cose lontane,
tu nebbia impalpabile e scialba,
tu fumo che ancora rampolli,
su l’alba,
da’ lampi notturni e da’ crolli,
d’aeree frane!

Nascondi le cose lontane,
nascondimi quello ch’è morto!
Ch’io veda soltanto la siepe
dell’orto,
la mura ch’ ha piene le crepe
di valerïane.

Nascondi le cose lontane:
le cose son ebbre di pianto!
Ch’io veda i due peschi, i due meli,
soltanto,
che dànno i soavi lor mieli
pel nero mio pane.

Nascondi le cose lontane
Che vogliono ch’ami e che vada!
Ch’io veda là solo quel bianco
di strada,
che un giorno ho da fare tra stanco
don don di campane…

Nascondi le cose lontane,
nascondile, involale al volo
del cuore! Ch’io veda il cipresso
là, solo,
qui, solo quest’orto, cui presso
sonnecchia il mio cane.

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